Terrorismo, arrestato un tunisino che voleva colpire la Torre di Pisa: "Sarò martire"
Nel mirino del ventiseienne, fermato dai carabinieri del Ros di Livorno, anche l'aeroporto e un supermercato della città toscana
“Io sarò martire”. Bilel Chihaoui, un tunisino di 26 anni, arrestato questa notte a Pisa dai carabinieri del Rosaveva pubblicato sul web, il suo nome e cognome accanto alla Torre di Pisa. Con la stessa identica modalità aveva postato le immagini degli attentati avvenuti in Francia con affianco il nome e il cognome e le fotografie degli attentatori, ovvero di quelli che lui considerava dei suoi "amici martiri”. Ed è così che sono scattate le indagini e i pedinamenti fino all’arresto avvenuto questa notte.
Gli attentatori di Parigi erano amici di infanzia
In numerose chat segrete del suo profilo Facebook, per il quale Chihaoui aveva utilizzato il nome di Van Der Vaart Rafael (Billy Corleone), parlava degli attentatori di Parigi come suoi “amici”, ragazzi con i quali lui stesso dichiara di aver trascorso l’infanzia e che come loro, annunciava, sarebbe morto per diventare “martire”.
Torre Pendente, aeroporto, centro commerciale
Bilel Chihaoui, da pochi mesi domiciliato a Pisa, secondo quanto è emerso dalle indagini degli uomini del Raggruppamento operativo Speciale di Livorno, voleva colpire la città di Pisa e alcune strutture nevralgiche del capoluogo toscano. Tra gli obiettivi elencati da Bilel Chihaoui nelle chat ‘intercettate’ dai carabinieri, non solo la Torre di Pisa e la piazza dei Miracoli ma anche l’aeroporto “Leonardo da Vinci” e un importante centro commerciale nel cuore della città.
Bilel Chihaoui, era arrivato a Pisa da alcune settimane dopo aver vissuto per un periodo a Torino, in Svizzera e in Germania, a Stoccarda, dove aveva raggiunto uno degli amici d'infanzia ai quali era più legato.
Dall'Università allo spaccio di droghe
Ma proprio nella città di Torino era arrivato nel 2013 dalla Tunisia per iscriversi all’Università. Chihaoui ha frequentato i corsi presso la Facoltà di Lingue e cultura dell’Asia e dell’Africa ma il suo amore per lo studio delle lingue orientali e africane si è spento quasi subito.
Dopo pochi mesi, infatti, ha abbandonato il percorso accademico per avvicinarsi al mondo dello spaccio. Più volte infatti è stato fermato dalle forze di polizia sia in Piemonte che in Toscana. Anche ieri sera, il blitz dei Ros, è scattato nelle campagne pisane frequentate proprio dagli spacciatori. Ma il tunisino è solo l’ultimo dei soggetti arrestati, espulsi e fermati in Toscana negli ultimi mesi.
Terroristi in Toscana
A pochi chilometri da dove è stato fermato Chihaoui, e cioè a Ponsacco, Pisa, il 6 luglio 2015 era stato fermato il marocchino Jalal El Hanaoui, 25 anni, considerato dagli investigatori un "reclutatore" che istigava alla jihad. L'uomo gestiva tre diversi profili Facebook, dai quali, tra mille discussioni su temi religiosi islamici, invitava circa 12 mila amici, tra l’Italia a i Paesi arabi, ad assumere posizioni oltranziste e a partecipare alla Jihad. Per realizzare lo Stato islamico, secondo El Hanaoui, occorreva pianificare stragi, omicidi, attentanti.
Lo studente turco
Sempre a Pisa, alla fine di dicembre 2014, Furkan Semih Dundar, studente turco di 25 anni, allievo del corso di perfezionamento in Fisica alla Scuola Normale Superiore, era stato fermato ed espulso dall’Italia perché accusato di avere inviato messaggi minatori a siti istituzionali italiani e americani. Lo studente aveva minacciato online anche di farsi esplodere davanti a un’ambasciata, mostrando idee decisamente radicali. L’espulsione di Dundar era avvenuta poco prima del sanguinoso attentato dei due fratelli Kouachi alla sede parigina del settimanale satirico Charlie Hebdo.
Il detenuto radicalizzato a Marsiglia
Nei primi mesi del 2015 un terrorista di origini tunisine, Sahbi Chriaa, 37 anni, arrestato anni fa in Francia e radicalizzatosi durante la reclusione nel carcere di Marsiglia, era stato fermato dalla polizia a Lavagna, in Liguria, mentre si stava dirigendo in Toscana, proprio verso Pisa. L’uomo era stato arrestato e poi espulso dall’Italia.
L'afgano diretto a Parigi
Il 10 ottobre scorso a Rosignano, il provincia di Livorno è stato fermato un afgano di 20 anni, Maniki Ahman, senza documenti, ma con immagini dei campi di addestramento dell’Isis, foto degli attentati e soprattutto decine e decine di filmati effettuati in metropolitane, stazioni e piazze di Fulda, una cittadina tedesca a pochi chilometri da Francoforte. L'afghano era diretto a Parigi. Venti giorni dopo ci sono stati gli attentati.