Torino riparte, il Piemonte decolla.
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Torino riparte, il Piemonte decolla.

Lo dicono i numeri. Lo dice il Pil. Lo dice il presidente Alberto Cirio dal Museo Regionale di Scienze Naturali che riapre le porte dopo 10 anni di lavori

C’era una volta la Torino del boom economico, poi quella operaia, quella del periodo Olimpico, quella della crisi industriale, della famiglia Agnelli che si fa la guerra, del pasticcio Juventus, alle prese con il processo plusvalenze.

Oggi, nonostante qualcuno dica ancora che alla città manchi una chiara identità e vocazione, sembra proprio che la rotta sia stata invertita. E a dirlo, numeri alla mano, è l’intera giunta regionale che simbolicamente dà il via a quello che da molti è indicato come “l’anno della spinta propulsiva”.

Il ritrovo per l’intera giunta è stato al Museo Regionale di Scienze Naturali (MRSN), istituito dalla Regione Piemonte nel 1978 e restituito proprio ieri ai cittadini dopo dieci anni di lavori a causa di un incendio che lo rese inagibile nell’agosto nel 2013. Quale occasione migliore per fare dei bilanci, che poi dopo appena 13 giorni dall’inizio dell’anno appare un attimo prematuro ma tant’è!

«Il Piemonte è ripartito, si è sbloccato e fare questo, sbloccare le opere in un paese complicato come l’Italia è difficile ma non impossibile» sentenzia Alberto Cirio, presidente della Regione Piemonte, davanti al videomapping interattivo del MRSN pensato per regalare esperienze immersive ma che per una giornata ha accolto il gotha politico della regione «Quando ci siamo insediati i lavori di questo Museo erano bloccati, non c’erano risorse per riportarlo in vita. Una ferita per la città. Parliamo di un polo importante a livello mondiale che custodisce opere vere. Negli altri paesi del mondo e in tante capitali europee l’intelligenza artificiale fa rivivere virtualmente quello che qua invece è reale. Questa è Storia».

Un investimento pari a 8,3 milioni di euro ha fatto sì che le porte dell’Istituzione Museale potessero tornare ad aprirsi con un percorso espositivo interattivo diviso in tre principali aree: museo storico di zoologia, arca delle esplorazioni e sala delle meraviglie. È stato reso agibile il primo lotto di circa 2 mila mq, su un totale di 20 mila mq, di cui 12 mila espositivi.

«Per vedere la conclusione dei lavori bisognerà aspettare il 2030 a fronte di un ulteriore investimento di 70 milioni di euro. Degli 8 stanziati, ad oggi, una buona parte sono Fondi FSC, che arrivano dal Ministero (5,5 milioni), la restante parte è stata messa a bilancio della Regione Piemonte. Oggi siamo un team di 18 persone che in un Museo a pieno regime dovrebbero diventare almeno 30/35. Al momento parliamo di 250 accessi pubblici contemporaneamente, per una visita che dovrebbe durare un’ora/un’ora e mezza» dichiara Marco Fino, direttore del MRSN.

Finito il giro di rito, si torna a parlare del Paese e il 2023 è stato l’anno in cui il Piemonte ha provato a riprendersi una certa centralità politica nazionale anche grazie al Festival delle Regioni. Centralità che verrà rafforzata nel 2024 dal G7 dell’energia e ambiente, in programma a Venaria Reale (dal 26 al 28 aprile) e da quello della Finanza (dal 23 al 25 maggio i ministri delle Finanze e i governatori delle Banche Centrali dei paesi del G7 si riuniranno a Stresa).

È cresciuto e crescerà anche lo sport cittadino che si aggiudica appuntamenti di altissimo profilo internazionale: il Tour de France (33 Comuni interessati nella tappa Piacenza-Torino), il Giro d’Italia (l'edizione 107 scatterà dal Piemonte, ricordando la tragedia di Superga a 75 anni di distanza), le Atp Finals (forte la possibilità che vengano assegnate al capoluogo piemontese anche dopo la scadenza dell'accordo fino al 2025).

Il 2024 sarà però soprattutto l’anno dell’insediamento della Fondazione per l’Intelligenza artificiale, "AI4Industry" (Artificial intelligence for industry), centro italiano di ricerca per automotive ed aerospazio.

Crescono e migliorano le infrastrutture. Inaugurato sempre ieri, in mattinata, il primo tratto del Terzo Valico (che sarà concluso entro il 2026: almeno questo è l’obiettivo!). «Le grandi opere sono sempre la sommatoria di piccoli tratti. I cittadini vedono concretamente cosa vuol dire un'opera pubblica, un collegamento, la logistica. Lo si aspettava da otto anni» aggiunge Cirio, accompagnato nel viaggio inaugurale da Edoardo Rixi, viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti. «Partito, dopo dieci anni di attesa, anche il treno che collega il centro con l’aeroporto Pertini. Uno ogni mezz’ora, a partire dal 20 gennaio. Un investimento di 235 milioni di euro, 50 dei quali regionali che non c’erano quando ci siamo insediati. Si lavora alla consegna della Tav nel tratto italiano, alla Pedemontanta Piemontese, all’ultimo lotto dell’Asti-Cuneo. Tutte opere che erano ferme o non finanziate e che oggi sono opere in corso, frutto di un lavoro che si è fatto negli uffici, negli incontri romani con la centralità che il Piemonte ha di nuovo acquisito. Aver ospitato la bilaterale Italia-Francia qui a Torino al Museo del Risorgimento è la prova di una centralità politica che il Piemonte oggi ha riacquisito. E se siamo riusciti a far cambiare i piani ai francesi, per la ristrutturazione e la messa in sicurezza del Monte Bianco, e ad averlo aperto durante le festività natalizie è perché abbiamo lavorato alla centralità del Piemonte» chiosa il presidente Cirio.

Chi lo dice che la Regione è ripartita?

«Sono tanti gli indici che ti fanno capire se stai fermo o ti stai muovendo. Un dato inequivocabile, si chiama Pil, a qualcuno non mi piace perché dice che pone l’accento solo sui soldi. Non è vero, perché pone l’accento sulla capacità di produrre ricchezza di una comunità. Per la prima volta dopo decenni il Pil del Piemonte è cresciuto più della media nazionale. Eravamo il fanalino di coda del Nord.

Sono tutti dati legati allo sblocco di tante opere che hanno fatto sì che una Regione che era ai margini di un paese romanocentrico, oggi sia in grado di porsi al centro dell’Europa con un nuovo sistema di collegamenti. La campagna elettorale è importante ma dobbiamo governare il Piemonte fino all’ultimo giorno e dobbiamo governarlo al meglio».

E poi, poi c’è il turismo, l’asso nella manica di quella che fu la prima capitale italiana, con un prodotto interno lordo che è cresciuto di due punti percentuali. «I dati più belli, oserei dire straordinari, arrivano dal turismo. Lo dice l’osservatorio turistico regionale. L’incidenza del Pil in termini di turismo quando siamo arrivati nel 2019 era del 7,4%, volevamo arrivare al 10%. Oggi siamo al 9,5% ma la partita non è ancora chiusa, mancano i dati della stagione invernale che saranno forniti a marzo. Il Piemonte ha tanto da raccontare e lo ha fatto in maniera integrata. C’è una solidità imprenditoriale delle nostre imprese che si è fatto fiore all’occhiello. Dal 2019 gli arrivi sono cresciuti del +10%, i pernottamenti del +7%. Non è un caso che saremo proprio noi ad ospitare a inizio febbraio la 20esima edizione della convention CONNECT Route Development FORUM, il meeting B2B di riferimento per gli operatori dell’industria aeronautica globale. Se parliamo di turismo, stiamo parlando di mobilità e di collegamenti» l’intervento di Vittoria Poggio, Assessore alla Cultura, Turismo e Commercio.

Pare che a Torino si respiri un’aria nuova. Nelle idee e nei fatti. Il 2024 infatti consegnerà al Piemonte il nuovo Piano per la qualità dell’aria, al centro di un tavolo tecnico: «L’Arpa ha certificato che la qualità dell’aria nel 2023 era la migliore degli ultimi dieci anni a Torino. Questa è la testimonianza che le cose stanno migliorando. Può aver inciso il vento come anche l’assenza delle piogge, considerando che siamo stati la regione più siccitosa d’Europa. In definitiva – aggiunge Cirio - ho fatto tesoro di un insegnamento che mi è stato dato ai tempi degli scout. Occorre impegnarsi a lasciare le cose meglio di come uno le ha trovate. Questo l’obiettivo che in coscienza ci siamo posti».

Il Piemonte è ripartito ora si tratta di farlo correre, correre veloce.

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Nadia Afragola