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Tracollo Ferrari a Montreal, ecco perché

Cosa lascia in eredità la débacle della Ferrari nel week end del Canada: stiamo calmi, certe volte fallire è necessario e utile

Doppio ritiro per la Ferrari al gran premio del Canada, un evento che non lascia molto spazio alle discussioni, soprattutto che delude i tifosi della Rossa dopo la grande gioia di Montecarlo. Charles Leclerc le prova tutte ma poi abbandona per un problema al motore, Sainz scivola su un cordolo e finisce nella traiettoria di un incolpevole Albon. Sarà che, quando le qualifiche vanno male si spera nella rimonta, oppure che tra le poche certezze di questo campionato c’era l’affidabilità del sistema di propulsione di Maranello, la cosa che ha fatto più male è stato sentire Leclerc dire ai microfoni che non ha capito esattamente quale fosse il problema della sua macchina, ma che era molto, troppo, impegnato a gestire i comandi al volante per cercare di migliorare la situazione.

Così alla fine i primi sotto la bandiera a scacchi sono stati la Red Bull di Max Verstappen, che si sa, corre un campionato tutto suo, poi Norris con una McLaren cresciuta e sempre più temibile, soprattutto per la Ferrari, e la Mercedes di Russel, sempre in agguato. C’è da dire che il Gran Premio del Canada, con la sua escursione termica e la pioggia intermittente è un terreno di gara complicato, eppure la Red Bull di Max pareva non risentirne e comunque il clima, come le curve, sono le stesse per tutti. La giornataccia di Leclerc era cominciata già dal quinto giro, quando ha comunicato al muretto che qualcosa non andava, ricevendo indietro rassicurazioni che si sono rivelate sbagliate. Ovvero la macchina inizialmente sembrava reggere, invece poi al 15° giro le prestazioni calano, al 21° giro Albon passa il ferrarista e subito dopo lo sorpassa anche Tsunoda. Così a poco vale il “reset” fatto ai box durante un cambio gomme, Charles è 19°, rientra e continua a “spippolare” i comandi al volante mentre alla radio volano messaggi non proprio rilassati con il suo ingegnere di pista Bryan Bozzi.

Poi Charles viene doppiato e al giro numero 44 la sua gara finisce con un parcheggio ai box. Le parole di Frederic Vasseur alla stampa sono pesanti: “È stato un weekend molto duro, con Charles abbiamo avuto un guaio al motore che ci ha fatto perdere circa 80 cavalli per una quindicina di giri (…) speravamo in una bandiera rossa per avere il tempo di effettuare un reset e ripartire ma non è successo, così ci siamo dovuti fermare. Carlos Sainz non ha fatto una buona partenza ed è rimasto a lungo nel gruppo, poi c’è stato un contatto nel quale ha danneggiato la vettura e per lui era impossibile continuare”. La stagione 2024 è davvero lunga ma i punti degli altri crescono e si sa che lo sport è fatto soprattutto da questo, di vittorie e sconfitte, speriamo soltanto che cause e rimedi del nuovo guaio siano conosciute, ben comprese e per questo risolvibili.

La storia del motorsport, quindi anche quella della Ferrari, insegna: spesso i problemi sono emersi tutti insieme e quello che appariva un disastro si è poi rivelato l’inizio di una ripresa e anche l’anticamera di un ciclo di vittorie. Certo, sapere dei frequenti cambi di componenti avvenuti sulla Power unit della Ferrari nelle ultime settimane non aiuta né tranquillizza, così una qualche rassicurazione ai tifosi sarebbe dovuta, giusto per non lasciarli con l’incubo di dover sentire ancora la tanto odiata frase “dobbiamo capire”. Appuntamento in Spagna il 21 giugno, speriamo che Charles Leclerc possa tornare a usare il volante prevalentemente per dirigere le monoposto e non come tastiera, e che Carlos Sainz torni a ruggire come abbiamo visto essere capace di fare.

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Sergio Barlocchetti

Milanese, è ingegnere, pilota e giornalista. Da 30 anni nel settore aerospaziale, lo segue anche in veste di analista. Docente di materie tecniche presso la scuola di volo AeC Milano è autore di diversi libri.

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