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Travaglio ed il Codice Penale

Ci sono diversi modi per affermare la propria indipendenza, culturale, intellettuale o di costume. Quello scelto da Marco Travaglio tre giorni fa attraverso la quotidiana concionata di prima pagina sull’house organ delle Procure lascia, quantomeno, perplessi. Scrive Travaglio “personalmente ho …Leggi tutto

Ci sono diversi modi per affermare la propria indipendenza, culturale, intellettuale o di costume. Quello scelto da Marco Travaglio tre giorni fa attraverso la quotidiana concionata di prima pagina sull’house organ delle Procure lascia, quantomeno, perplessi. Scrive Travaglio “personalmente ho sempre amato fare a modo mio non tollerando altre regole che quelle del codice penale”. Chissa’ perche’ h
o sempre ritenuto che un giornalista ispirasse il suo lavoro a regole e principi diversi magari non tanto dettati da codici incisi su pietra quanto da riferimenti etici, valoriali, strettamente professionali o anche solo di buon senso. Il rispetto per il lettore, per la verita’ con il limite che non ne esite una rivelata, per le persone che non devono mai diventare vittime di battaglie ideologiche o di parte o, ancor peggio, di mascariamenti a mezzo intercettazione. La terzieta’, intesa come distanza di sicurezza da ogni sirena su qualunque scoglio abbarbicata. Certamente sbaglio io. E poi chi sono io per criticare un mostro sacro come Travaglio. Certo il dubbio che il nostro sognasse di fare il giudice e si sia ritrovato “solo” un giornalista sorge spontaneo. Almeno, nel secondo caso, per dirla con Michele Brambilla “meglio quello che lavorare”. E pero’ fare del codice penale il proprio riferimento eslusivo come regola di vita qualche indagine psicosociologica la meriterebbe. Mi chiedo, infatti, se Travaglio prima di sorridere sfogli mentalmente il codice per rinvenire eventuali dettami ostativi. Oppure se prima di stringere la mano ad una persona o scambiarci due parole chieda di esibire il casellario giudiziale o il certificato dei carichi pendenti. Se un paio di volte al giorno si inginocchi su un tappeto a pregare rivolto verso la Cassazione o se, una volta all’anno, si rechi in pellegrinaggio alla Corte Costituzionale. Sara’ mica che per addormentare i figli nella culla fosse solito leggergli il digesto? oppure che abbia giurato eterno amore alla moglie “nel civile e nel penale finche’ sentenza non ci separi”?Ma, soprattutto, pensando a Indro Montanelli che Travaglio e’ solito indicare come suo unico riferimento nel genere umano non riesco a ricordare una particolare condiscendenza del maestro verso toghe e bilancini. Sara’ per questo che faccio tanta fatica ad accostarli nel mio personale immaginario. Magrezza d’ordinanza a parte.

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