Tutti i guai in casa 5 Stelle
Malumori, polemiche ed epurazioni: ecco perché Beppe Grillo è "un po' stanchino"
Roberto Fico, fedelissimo della coppia dei guru Grillo-Casaleggio e appena eletto tra i 5 del nuovo direttorio, non si fida. Non crede che Matteo Renzi abbia davvero intenzione di collaborare con il Movimento 5 Stelle sulle riforme. L'invito del premier è stato rilanciato ieri durante la trasmissione “In mezz'ora”: “se i Cinque Stelle sono disponibili a scrivere assieme regole – ha detto - tutta la vita”. In effetti, il dubbio che Renzi voglia approfittarsi da una parte delle difficoltà di Silvio Berlusconi, dall'altra delle divisioni interne ai 5 Stelle per poter decidere alla fine tutto da solo c'è. La proposta, infatti, arriva proprio in uno dei momenti di massima debolezza del Movimento.
Ecco la lista dei guai di Beppe. Che infatti giorni fa ha dichiarato di sentirsi “un po' stanchino”.
Boomerang espulsioni Pinna e Artini
Accusati di non aver rendicontato le spese, i deputati Paola Pinna e Massimo Artini sono stati messi sotto accusa sul blog, processati e cacciati dalla Rete nonostante avessero mostrato i bollettini dei loro versamenti. Una decisione che ha sollevato un forte malumore tra attivisti e parlamentari aggravata dall'iniziativa del vicecapogruppo Andrea Cecconi. Invece di comunicare la decisione in assemblea, per un'ulteriore ratifica, Cecconi, scavalcando – per conto di Grillo e Casaleggio - il capogruppo Alessio Villarosa considerato un “dialogante”, ha avvisato prima la presidente Laura Boldrin che infatti ha annunciato il loro passaggio al gruppo misto della Camera tra lo sconcerto dei deputati grillini.
Nuove epurazioni
L'ordine del giorno sull'espulsione di un'altra ventina di parlamentari, che doveva esser discusso della assemblea congiunta dei gruppi di Camera e Senato convocata per mercoledì, è saltato. Ma sul tavolo di Casaleggio resta la black list dei 16 che hanno osato chiedere allo staff comunicazione di venire allo scoperto e smetterla di nascondersi dietro il blog.
I venti di scissione
Potrebbe coinvolgere venti-trenta deputati pronti a sbattere la porta già dopodomani e a dare vita a un gruppo autonomo alla Camera senza passare per il misto. Anche una decina di senatori, alcuni in uscita altri già usciti dal Movimento, penserebbero ad un soggetto autonomo pronto all'occorrenza a sostenere l'esecutivo. Mentre altri malpancisti si starebbero stringendo intorno al sindaco di Parma Federico Pizzarotti, finito nelle mire dei capi per la sua troppa autonomia e anche lui a rischio epurazione.
Il bluff dei rimborsi
Secondo i dati ufficiali della Camera, nel 2013 gli onorevoli grillini hanno rinunciato in tutto a soli 305.581 euro sui 19.395.218 che complessivamente gli sono spettati. Se è vero che a 14,1 milioni non avrebbero potuto comunque rinunciare per via del regolamento della Camera, che ne è stato dei restanti 5.319.064? Da quanto risulta l'ammontare del non ritirato si ferma infatti solo al 5,7%. Inoltre la metà dello stipendio vero e proprio (2.500 euro netti su 5.246 euro) non è mai arrivata, come era nelle intenzioni, al fondo per il finanziamento delle piccole imprese. Ma di questo la colpa non è loro. Bensì della burocrazia.
Grillo stanco e il direttorio a 5
“Sono un po' stanchino”. E' stato citando una frase del film “Forrest Gump” che Beppe Grillo ha annunciato sul blog la decisione di far votare dalla rete 5 membri per una sorta di direttorio che lo affiancherà, d'ora in avanti, nella gestione del Movimento. Un'iniziativa contestata da attivisti e parlamentari – che hanno protestato anche sotto casa sua - perché smentirebbe il principio dell' “uno vale uno” e che sembra in effetti costituire il prologo della futura trasformazione della creatura di Grillo in un partito vero e proprio.
Casaleggio malato
Anche Gianroberto Casaleggio non se la passerebbe benissimo. Ad aprile è stato operato per un edema cerebrale e due mesi dopo l'allora capogruppo alla Camera Giuseppe Brescia si lasciò sfuggire una battuta sulle sue condizioni di salute: “Casaleggio non sta bene, il figlio Davide lo ha sostituito”. Considerato già da tempo l'eminenza grigia del Movimento, sarebbe ormai quasi imminente l'ora della successione.
Lo scontro tra eurodeputati e staff di comunicazione
Assunte a inizio luglio per andare a Bruxelles, a ottobre quindici persone in tutto - tra giornalisti, videomaker, grafici, fotografi- sono finite nel mirino dei neo eletti eurodeputati. In particolare il loro capo Claudio Messora. Tra le molteplici ragioni di disappunto, la regola che prevede di affidare la comunicazione a un gruppo di lavoro scelto dalla Casaleggio associati e l'obbligo di destinare 1000 euro a testa agli stipendi del gruppo comunicazione.
Sondaggi ed elettori in calo
Secondo un sondaggio di Nando Pagnoncelli pubblicato dal Corriere della Sera, nella classifica di gradimento dei leader Beppe Grillo è ultimo, dietro a Vendola, con il 17% delle preferenze. Un calo che ha trovato corrispondenza anche nelle urne quando due domeniche fa, alle regionali in Emilia Romagna e in Calabria il Movimento 5 Stelle non è andato oltre, rispettivamente, il 13,2% e il 4,8. Alle scorse europee del 25 maggio aveva ottenuto il 21,16, alle politiche del 2013 il 25,5.