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(Ansa)
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Lite e sparatoria tra capi ultras dell'Inter: un morto

L'ipotesi di un regolamento di conti. Vittima Antonio Bellocco della famiglia di 'ndrangheta radicata a Rosarno. La lite con Andrea Beretta, già braccio destro dello storico leader della Nord Vittorio Boiocchi freddato nell'ottobre 2022

Una lite per questioni di affari con il sospetto che si trattasse di un regolamento di conti. Da approfondire dove e come maturato, ma certamente con protagonisti due volti noti dell'ambiente ultras della Curva Nord di San Siro, occupata dalla tifoseria dell'Inter. e' accaduto nella mattinata di mercoledì 4 settembre 2024 a Cernusco sul Naviglio nei pressi della palestra Testudo, luogo abitualmente frequentato da ultras nerazzurri.

Secondo le prime ricostruzioni Andrea Beretta, 49 anni, leader della Curva Nord e da sempre vicino a Boiocchi, ucciso nell'ottobre del 2022 nel corso di un'esecuzione in piena regola sotto la sua abitazione, avrebbe accoltellato a morte Antonio Bellocco, 39 anni, noto alle forze dell'ordine perché già condannato per mafia e facente parte di una potente famiglia di ‘ndrangheta con origini a Rosarno. Lo avrebbe fatto "per difendersi", come raccontato al suo legale. Bellocco avrebbe esploso un colpo d'arma da fuoco contro Beretta venendo poi accoltellato. Anche Bellocco frequentatore della Curva Nord di San Siro.

I due erano in rapporti stretti, entrambi appartenenti al direttivo della Curva Nord. Lo testimonia anche una fotografia pubblicata poche ore prima da Marco Ferdico - attuale numero uno degli ultras nerazzurri - che riprende i due insieme ad altri tifosi in una partita di calcetto giocata la sera prima contro avversari ultras del Milan. Bellocco e Beretta sono entrambi taggati con i rispettivi account Instagram da Ferdico.

Bellocco era il nipote del boss storico, e il figlio di Giulio Bellocco, morto nel gennaio scorso nel carcere di Opera dove si trovava detenuto in regime di 41 bis. Egli stesso aveva precedenti per reato di crimine organizzato. Il suo arrivo, da circa un anno, nel direttivo ultrà, avrebbe creato malumori nella gestione della curva, attriti che potrebbero essere alla base della lite che stamani è finita prima con il ferimento di Beretta e poi con l'omicidio di Bellocco.

L'omicidio ha riacceso un faro sulle questioni legate ai legami tra il tifo organizzato e la grande criminalità. La Procura di Milano, oltre a chiarire la dinamica di quanto accaduto a Cernusco sul Naviglio, ha iniziato anche a scavare sui rapporti tra i due protagonisti alla ricerca del presunto business che avrebbe fatto da miccia per la lite sfociata nell'omicidio. portato a motivi di contrasto. No sorprende, dunque, che ad occuparsi dell'indagine sia il pm della Dda milanese Paolo Storari, titolare già di una indagine sulle tifoserie e legata, tra l'altro, all'omicidio di Vittorio Boiocchi, lo storico leader neroazzurro freddato sotto casa sua due anni fa. L'assassinio di Bellocco, definito dagli inquirenti "non uno qualsiasi", fa ritenere che gli accertamenti punteranno, oltre a far luce sul delitto, a verificare uno scenario più ampio che riguarda le infiltrazioni della criminalità organizzata nel mondo delle curve ultras.

Anche Andrea Beretta aveva precedenti e anche lui era stato sottoposto alla misura della sorveglianza speciale nello scorso mese di ottobre. Il provvedimento la giustificava con l'evidenza di "episodi minatori e violenti" che avrebbe messo in atto "per molti anni", con "segnalazioni e condanne" che "partono nel 2008 e si dispiegano fino al 2022 anche in pendenza dei Daspo". Beretta, noto capo ultrà interista, era stato arrestato nel febbraio 2020 dalla Polizia per la violazione di un Daspo dopo gli incidenti avvenuti prima di un derby Inter-Milan, durante i quali circa 200 tifosi avevano lanciato petardi e bottiglie di vetro contro le forze dell'ordine davanti allo stadio. Era tornato ai domiciliari, sempre per la violazione di un Daspo, nel dicembre di due anni fa.

Nei mesi scorsi era arrivato al termine anche un processo con una condanna ad una multa per il violento pestaggio di un ambulante davanti allo stadio Meazza, prima della partita di Champions League Inter-Liverpool del febbraio del 2022. Durante il pestaggio gli avrebbe detto: "i napoletani non li vogliamo". A luglio era stato condannato a 6 mesi, pena sospesa, come l'ex calciatore Davide Bombardini, con un'accusa riqualificata dai giudici da tentata estorsione ad esercizio arbitrario delle proprie ragioni. Beretta era stato anche sentito come teste per l'omicidio, allo stato irrisolto, di Boiocchi, così come altri noti esponenti della curva interista

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Giovanni Capuano