Una base aerea della Nato in Russia
Per il ritiro dall'Afghanistan l'alleanza utilizzerà l' aeroporto della città natale di Lenin
Forse Lenin si rivolterà nella tomba e di certo i suoi eredi, i comunisti russi, non l’hanno presa bene soprattutto per motivi simbolici e di prestigio. La decisione di Mosca di aprire l’aeroporto di Ulianovsk, la città natale di Lenin, a militari, mezzi e materiali della Nato in movimento da e per l’Afghanistan ha qualcosa di sensazionale, specie se i tiene conto delle tensioni esistenti tra Mosca e Washington intorno alla crisi siriana e al dispiegamento in Europa dei radar e delle batterie del cosiddetto “scudo antimissile”.
Per la prima volta, a partire da agosto, l'Alleanza Atlantica utilizzerà l’aeroporto russo (che può accogliere tutti i tipi di aerei grazie a una pista da 5.100 metro, la terza più lunga del mondo) per il transito di truppe e materiali non letali, come ha annunciato ieri Nikolai Korciukov, rappresentante russo presso la Nato, confermando la decisione presa dal governo di Mosca nel giugno scorso. Un accordo con la Nato voluto da Vladimir Putin ma che ha sollevato dure reazioni tra comunisti e nazionalisti che hanno organizzato proteste e manifestazioni contro un accordo che il leader del partito comunista, Ghennadi Ziuganov, ha definito una "umiliazione" per la Russia.
In realtà non si tratterà di una base della Nato in territorio russo ma del diritto di utilizzare uno scalo aereo per i transiti necessari alla missione afghana soprattutto ora che l’inizio del ritiro dei 130 mila militari alleati aumenterà le esigenze logistiche. A Ulyanovsk, le merci arriveranno in buona parte in treno e saranno controllate dalla dogana russa in base ad accord peraltroi già consolidati in questi anni con alcuni Stati membri della Nato e che sul piano finanziario consentono alla Russia incassi per miliardi di dollari annui.
Al di là dei vantaggi economici la cooperazione con la Nato sul fronte afghano costituisce una priorità strategica per Mosca interessata a contenere la minaccia talebana per scongiurare il dilagare del "contagio jhiadista" nelle repubbliche ex sovietiche e nella Russia stessa. Per la Nato il supporto logistico offerto da ferrovie e aeroporto russo consente di disporre di una valida alternativa alle vie logistiche che attraversano il Pakistan, recentemente riaperte dopo l’accordo tra Washington e Islamabad ma il cui utilizzo è condizionato dalle incursioni talebane e dagli umori del governo di Islamabad.
I militari occidentali tornano a utilizzare basi aeree russe dopo 70 anni poiché tra il 1942 e il 1945 centinaia di avieri anglo-americani vennero schierati in Russia per assistere i bombardieri quadrimotori impegnati a bombardare la Germania nazista e che riparavano in Russia a causa dei danni subiti o della carenza di carburante.