Ungheria: nessun cambio della Costituzione anti-migranti
Prima sconfitta in parlamento dal 2010 per il governo di Orban, che voleva modificare il testo per opporsi a future quote UE
Nessun cambiamento alla Costituzione ungherese per opporsi a future quote Ue per il reinsediamento dei migranti: il primo ministro Viktor Orban non è infatti riuscito a far passare in Parlamento il relativo emendamento, ottenendo 131 voti su 199, appena sotto i due terzi (ovvero 133) necessari per modificare il testo.
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Si tratta della prima sconfitta in Parlamento per Viktor Orban dal 2010: come previsto, è mancato l'appoggio del partito di estrema destra Jobbik, che in cambio del voto dei suoi deputati chiedeva al governo la soppressione dei cosiddetti "titoli di insediamento", ossia la possibilità per gli stranieri di acquistare il diritto di risiedere in Ungheria comprando buoni speciali del tesoro per l'equivalente di 300 mila euro. Oltre a tre deputati indipendenti che hanno votato "no", i parlamentari dell'opposizione presenti in aula non hanno invece votato, evitando di premere il bottone.
La richiesta di Orban era di modificare la "Legge fondamentale" (ovvero la Costituzione magiara), inserendo un divieto di insediamento in massa di stranieri in Ungheria e una nuova definizione della sovranità nazionale per creare un ulteriore ostacolo legale contro future decisioni dell'Ue sulle quote obbligatorie di ripartizione dei migranti.
Dopo il voto, deputati della maggioranza hanno accusato il Jobbik di "tradimento della patria", mentre esponenti del partito nazionalconservatore, populista e anti-europeista, hanno risposto srotolando uno striscione con la scritta: "Traditore chi vende per denaro l'insediamento, facendo entrare terroristi!".