Ungheria, il ritratto dello strapotere di Orban
La vittoria schiacciante alle elezioni lo ha confermato lo scorso aprile al potere per il terzo mandato consecutivo. Oggi il colloquio con il leader della Lega
Orban e Salvini. Ungheria e Italia alleate per blindare le frontiere Ue e per discutere della questione migranti (dopo il caso della nave Diciotti). A Milano si incontrano i due leader dell'ala più dura in Europa mostrando sempre di più il forte feeling che c’è tra il primo ministro ungherese e il vicepremier e capo della Lega.
E l’Europa che fa? Se da una parte l’Unione tenta di riemergere dalla crisi economica, dall’altra annaspa a causa della pericolosa frattura che si è creata con l’Est, la “contro Europa” dei populisti e dei regimi autoritari che avanzano, prima con gli ultimi fatti di Polonia e Austria, poi con l’Ungheria. Quest'ultima, membro del blocco nazionalista e anti-migranti del gruppo di Visegrad, fa parte del club che rifiuta la ripartizione Ue dei richiedenti asilo e che si trova in sintonia con l'Austria la sua chiusura della rotta dei Balcani e con l'Italia per quanto riguarda gli sbarchi.
Viktor Orban
Classe 1963, Orban nasce a Alcsútdoboz, piccola realtà di 1.500 anime a ovest di Budapest. Con una laurea in giurisprudenza, studia storia della filosofia politica liberale inglese a Oxford. Fonda l’ultra-conservatore Fidesz e la sua carriera politica decolla a partire dal crollo del muro di Berlino (1989).
Divenuto poi primo ministro nove anni più tardi viene riconfermato nel 2002 per essere alla guida dell’Ungheria a partire dal 2010. Nel dicembre 2011, il “suo” parlamento approva una nuova legge elettorale discutibile che, dimezzando il numero dei parlamentari, ridisegna lo scenario delle circoscrizioni elettorali. Cosa che ha garantito allo stesso Orban la rielezione nel 2014. Ora, nel 2018, il premier ungherese ha raggiunto nuovamente la vittoria scommettendo a mani basse su un’economia e un’occupazione in forte crescita, oltre che sulla promessa di un blocco totale ai migranti e ai profughi avendo dalla sua parte milioni di ungheresi.
Il totalitarismo ungherese
Fermo nel voler consolidare un'autocrazia sfrenata sostenuta da vuoti slogan patriottici, Orban priva dell’autonomia tutte le istituzioni che una volta avevano il potere di tenere sotto controllo l’attività del governo. Un esempio? L’aver esautorato la Corte Costituzionale, l’ultima istituzione rimasta a salvaguardia della legalità ungherese. Una deriva autoritaria, dicevamo, cominciata con la nuova Costituzione che oggi altro non è che una carta che limita fortemente il popolo ungherese a partire dalla libertà di espressione.
Le elezioni politiche 2018 in Ungheria
Il premier ungherese Viktor Orban ha vinto l'aprile scorso in maniera schiacciante le elezioni, conquistando il suo terzo mandato consecutivo dal 2010 in un voto che ha visto nel Paese un'affluenza record. Il partito di governo Fidesz conserva la maggioranza assoluta nel parlamento con il 49% dei consensi. Secondo è il partito Jobbik con il 20%, terza l'alleanza socialisti-verdi con 12%.
(Questo articolo è stato pubblicato il 9 aprile 2018 e aggiornato il 28 agosto 2018)