Usa 2016, sconfitta a sorpresa per Hillary Clinton in Michigan
Il candidato democratico Bernie Sanders vince in una corsa all'ultimo voto. Per Trump 14ma vittoria
Il test era in Michigan. E se Donald Trump l'ha superato aggiudicandoselo insieme con il Mississippi nel "mini super Tuesday" delle primarie Usa e vincendo così un'altra battaglia nella guerra dichiarata dall'establishment del partito repubblicano, la vera sorpresa è il risultato del candidato democratico Bernie Sanders che resta in corsa fino all'ultimo voto, conquistando lo Stato della "Rust Belt" dopo uno spoglio al cardiopalma e che sconfessa tutte le previsioni di un'altra vittoria per Hillary Clinton.
Fino all'ultimo voto
Una corsa serrata fino alla fine: è soltanto quando il conteggio dei voti è quasi ultimato che si può dichiarare il vincitore. È il senatore liberal del Vermont, che si assesta al 50% mentre mentre la ex segretario di Stato resta indietro anche se di poco, al 48%. In termini di delegati Hillary è ancora in una botte di ferro, mantiene un vantaggio più che comodo, ma il risultato di questa notte ha un significato importante, perché spinge Sanders a continuare la sua corsa, a proseguire nel pungolare la frontrunner facendogli dire che vincere quando aveva tutti i sondaggi contro è la dimostrazione che il suo messaggio di "rivoluzione politica" risuona ancora forte e chiaro in una campagna che si conferma sorprendente.
Il peso della crisi
È importante il risultato in Michigan, lo Stato "raso al suolo dalla crisi". Lo Stato di Detroit banco di prova per il salvataggio dell'industria automobilistica voluto da Obama, sul quale i candidati democratici si erano scontrati nel dibattito tv. Ebbene ha vinto il dito puntato di Sanders contro Hillary Clinton "amica" di Wall Street. Ancora una volta il voto dei giovani è con lui (fino all'81% secondo i primi calcoli). Ed è passato dalla sua parte evidentemente anche parte di quell'elettorato working class che invece, si pensava, sarebbe rimasto "fedele" ad Hillary.
Il Missisippi
Nessun colpo di scena invece in Mississippi per i democratici, dove vince la ex first lady che dalla sua ha l'elettorato afroamericano. È doppietta invece per Donald Trump che prevale anche in Mississippi oltre al Michigan e, a suo modo, tira un sospiro di sollievo. Ad oggi infatti il "fenomeno" non sembra scalfito da quella guerra dichiarata dall'establishment repubblicano contro il miliardario di New York e Trump corre ancora veloce.
La gioia di Trump
Naturalmente il tycoon non si lascia sfuggire l'occasione per sottolinearlo quando è ormai certo di aver messo a segno la sua 14ma vittoria: "Non credo di aver mai sentito così tante cose orribili dette su di me in una settimana". ''Sono stato attaccato ferocemente ma tutti quelli che mi hanno attaccato sono scomparsi''. E rilancia: "Io posso essere più presidenziale di chiunque. Ma ho visto che la gente è stufa del politicamente corretto".
L'alternativa di Cruz
C'è uno schema che però riemerge nel "mini super Tuesday" con la vittoria dei caucus in Idaho da parte di Ted Cruz (si è votato anche alle Hawaii dove lo spoglio è in corso). Non un granché in termini di delegati, ma è la conferma che nelle assemblee popolari la campagna del senatore del Texas funziona e gli dà modo di insistere a proporsi come l'unica possibile alternativa a Trump, tanto più che - un altro deja' vu - ancora una volta Marco Rubio non vince nulla.(ANSA)