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Sean Rayford/Getty Images
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Usa, le ultime vittime della polizia

Da Alfred Orlango a Keith Lamont Scott, fino a Tamir Rice. Ecco gli afroamericani uccisi dagli agenti dal 2014 fino ad oggi

Ancora un altro uomo colpito a morte. Ancora un altro nero. Ancora per mano della polizia. Il colore della pelle non può fare la differenza tra la vita e la morte di una persona, ma gli eventi che hanno segnato gli Stati Uniti soprattutto gli ultimi giorni hanno dimostrato proprio il contrario. L'ultimo episodio, avvenuto a El Cajon, in California, segue di poco l'uccisione da parte della polizia di tre afroamericani tra Baltimora, nel Maryland, Tulsa, in Oklahoma, e a Charlotte, in Nord Carolina dove si sono consumate altre sparatorie e pestaggi che hanno lasciato a terra altri uomini afroamericani che il più delle volte sono risultati disarmati.

E putroppo in pochi ricorderanno i loro nomi, pochi rammenteranno Tawon BoydKeith Lamont Scott e Terrence Crutcher, i tre uccisi in meno di quattro giorni dagli agenti. Ma la loro storia, intrecciata alle altre vittime cadute negli ultimi due anni per colpa dei durissimi metodi della polizia nei confronti dei cittadini di colore negli Stati Uniti, è destinata a non passare inosservata. 

Salgono quindi a 14 ad oggi gli afroamericani uccisi dalle forze dell'ordine Usa in circostanze spesso controverse. Che hanno visto troppo spesso lasciati impuniti i colpevoli. Una lunga scia di maltrattamenti sfociati in episodi di sangue che hanno portato alle proteste e alle aggressioni degli agenti, fino all'ultima strage avvenuta a Dallas che riapre la ferita sul dibattito razziale.

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2014 - Eric Garner

Il 17 luglio di due anni fa, a Staten Island (New York) Eric Garner, fermato da un agente bianco, viene trattenuto per il collo fino allo strangolamento. Il giovane afroamericano risulterà essere disarmato.

2014 - MichaeI Brown

Michael Brown aveva 18 anni quando il 9 agosto ha perso la vita a Ferguson, un sobborgo di St. Louis, in Missouri. Colpito perché sospettato di aver commesso un furto in un negozio, non era stato trovato in possesso di armi. La sua morte provocò numerosi atti di vandalismo per protesta a Ferguson e decine di manifestazioni contro la polizia violenta in tutti gi States dopo che il Gran Jury si era rifiuta di incriminare l'agente accusato dell'omicidio del giovane Brown.

2014 - Kajieme Powell

Il 21 agosto, il giovane nero Kajieme Powell, 25 anni, viene ucciso dagli agenti a St. Louis in Missouri, non lontano da Ferguson. Powell, in possesso di un coltello ma riconosciuto come mentalmente disturbato, era stato fermato e ucciso solo per aver rubato due energy drink e un pacco di ciambelle.

2014 - Laquan McDonald

Si chiamava Laquan McDonald aveva 17 anni ed stato ucciso da un agente con 16 colpi di pistola nel Southwest Side di Chicago il 20 ottobre di due anni. L'agente, che poi è stato incriminato per omicidio colposo, disse che aveva sparato per difendersi perché temeva per la sua incolumità, visto che il giovane afroamericano aveva un coltello.

2014 - Tamir Rice

A soli 12 anni, 22 novembre 2014, Tamir Rice viene freddato da un agente a Cleveland, Ohio mentre giocava con una pistola giocattolo, ad aria compressa. Il poliziotto, pensando si trattasse di un'arma vera, sentendosi minacciato aveva colpito a morte il bambino. Di questo delitto l'agente non è stato perseguito penalmente.

2015 - Freddie Gray

Gli agenti di Baltimora, Maryland, si macchiano dell'ennesima violenza a carico di un giovane afroamericano. Freddie Gray, 25 anni, dopo essere stato arrestato e caricato su un furgone della polizia con l'accusa di avere con sé un coltello a serramanico è morto a causa delle gravi lesioni riportate. Entrato in coma è poi deceduto per il trauma alla colonna vertebrale provocato dalle numerose botte ricevute.

2015 - Walter L. Scott

Il 4 aprile dell'anno scorso un agente di polizia bianco di North Charleston (South Carolina) uccide Walter L. Scott, 50 anni, nero e disarmato, durante una lite scaturita per una violazione stradale. Un video mostra il poliziotto mentre spara all'uomo in fuga.

2015 - Christian Taylor

Christian Taylor, è un altro caso di un afroamericano ucciso da un agente. Ad Arlington, in Texas, il 19enne nero giocatore di football alla Angelo State University di San Angelo, disarmato è stato ucciso da un poliziotto bianco dopo una lite. Questi i fatti. L'auto del ragazzo era finita contro la vetrina di un concessionario. Gli agenti, che stavano rispondendo a una chiamata per furto, quando si sono accorti della vettura di Taylor contro la vetrina si sono avvicinati e, dopo un confronto, hanno fatto fuoco.

2015 - Nicholas Robertson

Un afroamericano di 28 anni, Nicholas Robertson, viene colpito a morte dalla polizia a Los Angeles. Gli agenti esplodono 33 colpi alle spalle del giovane perché segnalato come "un uomo armato in strada" di fronte a un distributore di benzina. I poliziotti coinvolti si difendono sostenendo: "Anche ferito e a terra continuava a impugnare una pistola".

2016 - Tyree King

Tyree King, è l'ultimo bambino di colore (aveva di 13 anni) che, dopo una rapina a Columnus, in Ohio, ha perso la vita per mano della polizia locale. Insieme ad altri due complici il ragazzino ha minacciato un uomo, facendosi consegnare del denaro. Scappando a piedi i tre sono stati individuati e fermati. A questo punto uno dei tre, Tyree, ha estratto dalla cintura una pistola ad aria compressa e un agente ha aperto il fuoco provocandone la morte.

2016 - Philando Castile

Philando Castile, 32 anni, è stato colpito da un poliziotto mentre era in auto con la cintura di sicurezza allacciata, insieme a sua moglie e alla sua bimba a Saint Paul, fuori Minneapolis. E la video-denuncia della donna ha incendiato il clima già teso tra agenti e afroamericani durante colpiti dalle forze dell'ordine.

2016 - Terrence Crutcher

Terrence Crutcher, 40 anni, è deceduto all'ospedale di Tulsa, Oklahoma, dopo essere stato colpito da un agente. Nella sua ricostruzione la polizia ha sostenuto che due agenti stavano camminando verso un Suv fermo in mezzo alla strada quando Crutcher li ha avvicinati ignorando le ripetute richieste di alzare le mani e tentando di raggiungere la vettura: il primo ha usato una pistola taser (di quelle che stordiscono), poi il secondo Betty Shelby ha estratto la sua arma in dotazione e gli ha sparato colpendolo. Secondo alcuni video pubblicati dalla polizia la vittima non era armata e dagli accertamenti nella sua auto non è stata trovata un'arma. Secondo invece gli agenti l'uomo si comportava in modo sospetto, rifiutando di fare quanto gli veniva ordinato, e prima di essere colpito si era messo una mano in tasca e con l’altra si era avvicinato al finestrino della sua auto.

2016 - Tawon Boyd

Tawon Boyd, 21 anni, è morto dopo tre giorni di agonia. È accaduto a Baltimora. A causare il decesso, avvenuto il 22 settembre, sarebbero state le conseguenze di una colluttazione con cinque poliziotti che lo hanno placcato e sbattuto a terra. La pattuglia, arrivata nel suo appartamento, era stata chiamata della fidanzata del giovane perché spaventata dal suo atteggiamento definito da lei "da pazzo". Anche la nonna del ragazzo, che vive con la coppia e il loro figlio, ha confermato che il nipote aveva un atteggiamento strano, come se fosse sotto l'effetto della droga, ma ha accusato la polizia di aver usato forza eccessiva per fermarlo ed arrestarlo. Secondo la polizia invece gli agenti sono stati feriti durante l'arresto e che quindi alla fine hanno dovuto trattenerlo a terra per poterlo arrestare.

2016 - Keith Lamont Scott

Keith Lamont Scott aveva 43 anni, e verso le quattro del pomeriggio stava aspettando che il figlio tornasse dalla scuola, seduto nella sua auto, nel quartiere di University City, a Charlotte. Gli agenti quando hanno visto Keith aprire lo sportello della macchina hanno creduto che avesse in mano una pistola e che fosse rientrato nella sua auto alla vista della polizia, e che fosse nuovamente uscito mostrando l’arma. I poliziotti quindi gli hanno intimato di fermarsi e posare la pistola, ma lui non ha obbedito. A quel punto uno degli agenti, il nero Brentley Vinson, ha fatto fuoco su Scott. Un video dimostrerebbe il contrario tanto che la famiglia dice che Scott era disabile e non armato di una pistola ma di un libro. Quello che stava leggendo mentre aspettava l'arrivo del figlio.

2016 - Alfred Orlango

Un afroamericano di 30 anni cammina nel traffico per le strade di El Cajon, vicino San Diego. Soffre di disturbi psichici, ha in mano qualcosa, viene fermato ma fa resistenza. Così la polizia gli spara. È la storia di Alfred Orlango. La vicenda è ancora tutta da chiarire, ma secondo le dichiarazioni fatte alla stampa dal capo della polizia Jeff Davis, prima che l'agente sparasse colpendo l'uomo a morte, un altro poliziotto aveva cercato invano di immobilizzarlo con un taser. Questa la giustificazione che ha portato alla morte di Alfred Orlango. Il capo della polizia di El Cajon non ha voluto dire quale fosse l'oggetto che l'uomo ha estratto dalla sua tasca e puntato contro gli agenti, ma ha ammesso che non era un'arma. Alcuni testimoni oculari hanno iniziato una protesta sostenendo che l'uomo è stato colpito quando aveva la mani alzate, ma la polizia nega questo particolare avvalendosi di un fermo immagine tratto da un video ripreso da un altro testimone oculare in cui si vede l'uomo "in posizione di tiro" mentre gli agenti si avvicinano con le pistole spianate. L'episodio segue di poche settimane l'uccisione da parte della polizia di due afroamericani a Tulsa, in Oklahoma, e a Charlotte, in Nord Carolina

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Chiara Degl'Innocenti