La "bufala" del film porno in Vaticano
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La "bufala" del film porno in Vaticano

Un blog ha lanciato la notizia: da un computer scaricati filmati hard. Impossibile. Ecco perché

Lo scoop del blog Torrentfreak e di Scaneye che monitorano la rete non viene tenuto in grande considerazione nei sacri palazzi. Da un indirizzo IP che risulterebbe appartenere a un Pc del Vaticano sarebbero infatti stati scaricati numerosi filmati porno, gran parte dei quali a contenuto transessuale. Torrentfreak ha infatti chiesto a Scaneye di monitorare gli IP d’oltretevere per verificarne il traffico. E questo sarebbe il risultato.

Ma in Vaticano più che imbarazzo c’è scetticismo su questi risultati: affermano infatti che il sistema informatico della Santa Sede non consente né il peer to peer (cioè lo scarico diretto dei file da un computer all’altro) né la possibilità di vistare siti porno e scaricare contenuti di questo genere. Filtri, schermi e firewall proteggono il sistema del Vaticano da intrusioni e impediscono incursioni “sconvenienti” su molti siti.

Su numerosi computer in Vaticano è persino interdetto l’accesso ai social network e a skype. Il livello di sicurezza e di controllo della rete informatica della Santa Sede si è ulteriormente alzato dopo lo scandalo di Vatileaks. La stessa riconoscibilità della proprietà degli indirizzi IP individuati da Scaneye resta dubbia e viene contestata in Vaticano. Ma il condizionale è d’obbligo: si vedrà se Torrentfreak è in grado di portare altri elementi  a proposito di queste rivelazioni. Intanto è probabile che una verifica ulteriore su cosa è stato scaricato dai Pc del Vaticano sia già in corso da parte delle autorità d’oltretevere.

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Ignazio Ingrao

Giornalista e vaticanista di Panorama, sono stato caporedattore dell’agenzia stampa Sir e diretto il bimestrale Coscienza. Sono conduttore e autore della trasmissione A Sua Immagine su RaiUno

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