Venezuela, le prime mosse di Maduro e della Costituente
Assemblea in carica per 2 anni, una mano tesa a Trump e un'inchiesta sui leader dell'opposizione: così il leader chavista dopo il referendum di luglio
Una mano tesa a Donald Trump. È l'ultima mossa del presidente venezuelano Nicolas Maduro, ormai inesorabilmente avviato verso la costruzione di una dittatura per governare il Paese con pugno di ferro.
Dopo aver accusato l'America di sostenere e finanziare l'opposizione venezuelana, Maduro in un lungo discorso davanti alla contestatissima Assemblea Costituente, ha dichiarato: "Se è interessato al Venezuela, sono qui, mister Donald Trump, la mia mano è qui". E ha anche aggiunto: "Voglio avere relazioni normali con gli Usa" ma "risponderemo con le armi" a una eventuale aggressione.
Assemblea in carica due anni
E oggi Maduro, nello stesso discorso, ha annunciato che l'Assemblea Costituente venezuelana, votata con un referendum lo scorso 30 luglio (con un bilancio di 14 morti per le proteste popolari) resterà in carica due anni. L'Assemblea si era già dichiarata superiore a tutte le altre cariche dello Stato. In cambio, i 545 membri dell'assemblea, lo hanno designato all'unanimità "presidente, capo di Stato e di governo e comandante delle Forze armate".
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Un avviso all'opposizione
Oltre che degli Stati Uniti, nelle ultime ore Maduro si è anche occupato dell'opposizione all'interno del Paese e dei leader sudamericani che continuano ad attaccarlo. La neonata Commissione della Verità della Costituente, ha annunciato il presidente, convocherà tutti i dirigenti dell'opposizione, per scoprire e punire chiunque "abbia istigato la violenza terrorista" nelle manifestazioni antigovernative che si susseguono da aprile.
"La Costituente è plenipotenziaria e potrà abolire qualsiasi tipo di immunità, perché l'immunità non vuole dire un permesso per delinquere", ha assicurato il presidente, che ha anche presentato un progetto di legge con pene che arrivano ai 25 anni per punire quelli che ha definito "delitti di odio".
Sfida ai leader sudamericani
Ai leader sudamericani che lo criticano (in 13 hanno firmato un documento in cui denunciano l'"interruzione dell'ordine democratico" a Caracas e annunciato che non riconoscono la Costituente promossa dal governo chavista, definendola "illegittima"), Maduro ha lanciato la sfida, proponendo un incontro al vertice per "vedersi faccia a faccia", che deve essere organizzato d'urgenza dalla Comunità degli Stati di America Latina e i Caraibi (Celac), per "restituirci il rispetto che ci è dovuto".