Vitalizi: il Pd, il M5s e la lite sulla richiesta d'urgenza
I Dem incolpano i pentastellati di aver "bluffato" a fini demagocici. Questi, a loro volta, ribattono, accusandoli di voler insabbiare la legge
Approvata alla Camera, la legge che ricalcola i vitalizi dei parlmentari arriva in Senato. E si scatena il putiferio. Tra il Pd, a cui spetta la titolarità della presentazione del provvedimento, e il M5s che - accusano i Dem - se n'è "appropriato" con l'intento di sfuttare a fini meramente propagandisti e demagocici un tema tanto popolare.
Per bocca del loro capogruppo Luigi Zanda, i senatori Pd parlano addirittura di un bluff, in riferimento alla richiesta (poi bocciata da Palazzo Madama) dei grillini di votare per il decreto la dichiarazione d'urgenza.
Tutta una finzione "populista"
Zanda si riferisce al fatto che la richiesta dei pentastellati sia arrivata - consapevolmente - alla vigilia della chiusura estiva, e peranto se anche il Senato l'avesse accolta il dibattito sarebbe cominciato comunque a settembre.
Il senatore M5s Vito Crimi ha rimbalzato le accuse, sostenendo che il Pd, in realtà, come del resto tutti gli altri partiti, sta mettendo in atto "mille trucchi per insabbiare la legge". Gli fa eco Alessandro di Battista che, su Facebook scrive: "Sapete che argomentazioni hanno tirato fuori? 'Dobbiamo studiare bene la proposta'... Se non si trattasse dei soldi nostri ci metteremmo a ridere".
L'intervento di Beppe Grillo sul suo blog raccoglie e sintetizza il tutto, rincarando ulteriormente la dose: "La legge può essere discussa e approvata subito. Oggi i cittadini sapranno esattamente chi ha votato per tenersi il vitalizio il più a lungo possibile. Vogliono rallentare la discussione che avverrà così solo in autunno e poi approvare modifiche per farla nuovamente tornare alla Camera, quando non ci sarà più il tempo di approvarla".