Boeri: "Insostenibile per l'Inps il sistema dei vitalizi ai parlamentari"
Il n°1 dell'Istituto ha illustrato alla Camera i termini del disavanzo entrate/uscite. Sollecitando una riforma per un risparmio da 100 milioni di euro
I vitalizi dei parlamentari? Risultano quasi il doppio di quanto sarebbe giustificato alla luce dei contributi versati. E a dirlo non è qualche alfiere dell'anti-politica, ma lo stesso presidente dell'Inps Tito Boeri in un'audizione sul tema alla Commissione affari costituzionali della Camera, sottolineando che vi sono diverse gestioni speciali dell'Inps in cui le pensioni effettivamente erogate sono significativamente superiori a quelle che potrebbero essere pagate con i contributi versati, ma che "in nessun caso il divario è così accentuato come nel caso dei vitalizi dei parlamentari". E non da oggi: "Normalmente un sistema a ripartizione alimenta inizialmente forti surplus perché ci sono molti più contribuenti che percettori di rendite vitalizie", ha spiegato sempre Boeri. "Nel caso di deputati e senatori, invece, il disavanzo è stato cospicuo fin dal 1978, quando ancora i percettori di vitalizi erano poco più di 500, prova evidente di un sistema insostenibile".
Non per cassa, ma per equità
Sempre secondo il presidente dell'Inps sarebbe allora assai auspicabile una riforma dell'istituto dei vitalizi che li assimili in tutto e per tutto ai trattamenti riservati agli altri lavoratori. Come? Ad esempio attuando le proposte dell'Istituto presentate a giugno scorso al Governo appunto per una revisione dell'istituto dei vitalizi in parallelo a interventi su circa 350.000 trattamenti in essere di pensionati che non provengono da carriere elettive. "Il rapporto non per cassa, ma per equità", ha spiegato Boeri, "contiene un dispositivo normativo in grado di operare un ricalcolo dei trattamenti in essere sulla falsariga di quanto previsto per gli altri lavoratori. Data l'assenza soprattutto in passato di requisiti contributivi stringenti per ricevere questi trattamenti (anche un solo giorno di carica elettiva poteva dar diritto al vitalizio), si propone di procedere a un vero e proprio ricalcolo delle pensioni secondo il metodo contributivo oggi applicato a tutti i nuovi lavoratori".
In particolare, ai titolari di vitalizi elevati viene chiesto di convergere al trattamento che avrebbero avuto applicando le regole del sistema contributivo ai versamenti per i loro vitalizi. "La convergenza alla pensione ricalcolata viene ottenuta con le stesse modalità previste dal rapporto per i titolari di altre pensioni", ha spiegato il presidente dell'Inps: "immediata per chi ha vitalizi (inclusi i trattamenti pensionistici) superiori ai 5.000 euro lordi al mese e graduale, con cristallizzazione, per chi ha redditi pensionistici (la somma di vitalizi ed eventuali ulteriori trattamenti pensionistici) fra i 3.500 e i 5.000 euro al mese. Il fatto che le soglie di cui sopra siano stabilite con riferimento all'insieme dei redditi pensionistici (vitalizi e non) sembra meglio corrispondere ai princìpi di ragionevolezza invocati dalla Consulta".
Un risparmio fino a 100 milioni di euro
Nel chiudere l'audizione, Boeri ha poi illustrato i risparmi che sarebbero legati ai provvedimenti di "non per cassa, ma per equità", indicandoli nell'ordine di 60 milioni l'anno, che potrebbero arrivare a 100 considerando anche i vitalizi originati da carriere contributive nei Consigli Regionali.