Diciotto anni senza Oriana Fallaci
Moriva il 15 settembre 2006 a Firenze la grande giornalista italiana, protagonista del XX secolo
Sono trascorsi 18 anni dalla morte di Oriana Fallaci, la grande giornalista e scrittrice scomparsa nel 2006, all'età di 77 anni, uccisa da un cancro, dopo aver trascorso le ultime settimane di vita nella sua città natale, Firenze, ospite di una casa di cura. Le sue spoglie riposano insieme a quelle dei familiari presso il cimitero degli Allori del capoluogo toscano. Sulla sua lapide, soltanto tre parole: Oriana Fallaci. Scrittore.
L'11 settembre e l'Islam
La sua lunga e movimentata esistenza si chiudeva mentre ancora non si erano sopite le grandi polemiche scatenate dalla sua ultima fatica, la trilogia sulla sfida del terrorismo islamico, composta da La Rabbia e l’Orgoglio, la lunga lettera di analisi pubblicata sul Corriere della Sera dopo l'11 settembre e divenuta uno dei libri del nostro tempo più venduti e letti in Italia; daLa Forza della Ragione; e dall'auto-intervista Oriana Fallaci intervista sé stessa – L’Apocalisse (2004).
Scritti che, dopo anni di ritiro e di silenzio dedicati alla grande saga della sua famiglia e a combattere il tumore, l'avevano portata nuovamente e rumorosomente al centro della scena, italiana e internazionale, con la sua denuncia ante litteram della soumission dell'Occidente all'Islam, anche con parole dure e poco sfumate, da più parti tacciate di islamofobia.
Libertaria e partigiana
Oriana Fallaci era nata in una casa modesta e piena di libri, in una famiglia di ideali libertari, divenuti valori e capisaldi della sua formazione come scrittore, giornalista e soprattutto come donna, nella consapevolezza che la libertà è un dovere prima ancora di essere un diritto.
Durante il ventennio fascista, con un orgoglio da combattente a soli 13 anni era diventata staffetta partigiana - nome di battaglia: Emilia - nella sua Firenze, trasportando in bicicletta armi, messaggi e volantini nascosti tra le verdure.
Giornalista e scrittrice
Consapevolezza della propria libertà e determinazione per la scrittura saranno il suo trampolino di lancio verso il successo e la notorietà che conquisterà in tutto il mondo, prima italiana inviata al fronte (Vietnam) e autrice di dodici best seller tradotti in tutto il mondo.
Dai primi reportage sul cinema e sul mondo patinato della dolce vita romana e hollywoodiana, alle interviste fatte ai potenti della storia, il suo nome diventerà un vero e proprio marchio di fabbrica. Racconterà all'Italia gli Stati Uniti di Kennedy, la corsa allo Spazio, i massacri del Libano, la notte di Città del Messico col massacro degli studenti, la prima Guerra del Golfo e, infine, la sua visione del mondo islamico.
Sempre disubbidiente, ostinatamente contraria, incurante delle critiche, ha continuato fino all'ultimo a difendere la sua libertà di dire ciò che pensava, anche di fronte ai potenti della Terra e con toni sfidanti il politically correct, sempre provocando roventi polemiche.