Leoluca-Orlando
Panorama D'Italia

Orlando: "La mafia esiste ma non governa più Palermo"

A tu per tu con il sindaco della città amata dai suoi cittadini che però la temono ancora. Come mostra la ricerca Inthera/Mondadori

Ada Masella
Il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, con il direttore di Panorama Raffaele Leone - Palermo, 10 ottobre 2018

Palermo al 69% è, per i suoi cittadini, sinonimo di felicità e per il 31% invece evoca sentimenti cupi: questo dice la “mappa emozionale" che Inthera, la società di content e data marketing della Mondadori, ha tracciato sui palermitani con la ricerca presentata da Panorama d'Italia al Sindaco Leoluca Orlando, per iniziare l'intervista pubblica condotta dal direttore Raffaele Leone. Ma è una città non facile da analizzare, se si pensa che ben il 75% dei cittadini è preoccupato per l criminalità, più della media nazionale, ma solo il 39% ritiene sia necessario dotarsi di un sistema d'allarme. ( qui sotto la ricerca)

Una città in chiaroscuro

“Mi riconosco in questi chiaro-scuri", ha reagito Orlando, “Palermo è una città in cammino, così emerge da questi dati. Exciting, safe e not-expansive sono secondo me le tre parole che meglio definiscono oggi Palermo. È eccitante, per mille evidenti ragioni, ma è anche sicura – lo rivelano i dati dell'inchiesta sulla sicurezza percepita – e non è cara".

Palermo, sottolinea il suo Sindaco, è oggi la quarta destinazione turistica italiana, mentre vent'anni fa non era neanche il classifica. Oggi è leader del bike sharing, è la città più cablata d'Italia dopo Milano, piena di bed and breakfast, e non è più considerata come la capitale della mafia: insomma è indubbiamente molto cambiata, anche se deve ancora progredire.

La mafia esiste ma ha perso

“Il populista è chi pensa che si possa cambiar tutto in un attimo, senza dissensi né discussioni", ha sintetizzato alludendo poi ad alcuni nuovi politici: “noi per cambiare abbiamo impiegato 40 anni e purtroppo i conflitti non sono mancati, stragi comprese. Dobbiamo ringraziare la mafia se siamo cambiati, perché la sua violenza ha costretto i ciechi a vedere, i sordi a sentire e i muti a parlare, e oggi io ne sono circondato, e mi dicono: devi fare di più".
“Se io dicessi che la mafia non c'è più sarei un mafioso, dico che esiste ma non governa Palermo", ha aggiunto il sindaco: “Nessuno può dire che il Palazzo di giustizia, il Comune, la Curia sono palazzi della mafia. A suo tempo i sindaci di Palermo erano mafiosi".

Una città di qualità

Sulla pulizia invece Orlando è stato severo: “Siamo ancora incivili", ha detto, “abbiamo licenziato 86 persone e non abbiamo perso una causa, perché li abbiamo colti sull'inadempienza". La qualità dei servizi civici è migliorata moltissimo “e abbiamo uno standard di qualità altissimo – ha rivendicato il sindaco – anche nella ristorazione. A Palermo avremo entro il 2021, 11 linee di tram, e potremo pedonalizzare ancora, dopo le 24 aree introdotte con l'ultima campagna elettorale".

L'apertura ai migranti

Sulla grande apertura ai migranti, Orlando ha fatto notare i punti di contatto tra mafia e nazismo, mafia e fondamentalismo islamico: “Nella mafia gli immigrati non erano ammessi, neanche per fare il palo. A noi gli immigrati servono! Quando qualcuno mi chiede quanti sono gli immigrati a Palermo, io dico: nessuno! Non faccio differenza tra chi è nato a Palermo e chi vive a Palermo. Quando arriva a Palermo qualche musulmano che potrebbe essere pericoloso, i musulmani di Palermo sono i primi a chiamarmi".

I cambiamenti di partito

Orlando guarda anche alla sua vita politica. “Ho cambiato tanti partiti, sì, ma sono rimasto sempre me stesso, e considero i partiti uno strumento, odio la cultura dell'appartenenza", ha detto rispondendo a una domanda sul sospetto di opportunismo che gli viene periodicamente rivolto contro. “Mi considero democratico e cristiano, con una bella 'e' tra le due parole… Ma certo, il partito che più mi ha condizionato è la democrazia cristiana. L'uccisione di Piersanti Mattarella mi ha cambiato la vita. Ho giurato che i colpevoli avrebbero pagato. Oggi pacificamente con le armi della politica posso dire: missione compiuta", ha aggiunto il sindaco di Palermo.

Il reddito di cittadinanza, che errore

Quanto alla caotica situazione politica attuale, Orlando non ha dubbi: “I 5 stelle sono stati votati da molti che gli chiedevano di cambiare, non di essere pupi nelle mani della lega. Finchè sarà così non vedo possibilità di dialogo". E sulla proposta del reddito di cittadinanza non ha dubbi. "È il lavoro a essere un elemento di dignità per la persona: ricevendo una somma di denaro non ho nessuno stimolo al cambiamento e il reddito di cittadinanza è solo una forma di assistenza alla povertà sotto la logica dell'emergenza. Il successo di un sistema imprenditoriale invece richiede tempo e fatica. Quando si scoprirà che questo reddito non risolve alcun problema, i consensi si perderanno".

Chi dopo di me?

Di Musumeci parla con cautela: “Ho rapporti istituzionali con tutti. Lui è un fascista per bene, che sarebbe un ossimoro ma la democrazia può fare miracoli. Salvini invece è soltanto fascista", spara a zero Orlando: “Il presidente Conte è venuto a Brancaccio quattro ore dopo che la Camera aveva tagliato i fondi per la costruzione di una scuola a Brancaccio. Non ci sono andato, rivendico la mia scelta".

Infine il futuro: “Chi potrà guidare palermo dopo di me? Cerco di attorniarmi di collaboratori e di figure che guardino non alla mia legislatura ma al futuro di questa città", risponde il sindaco: “Io mi entusiasmo di qualunque cosa faccio. Piersanti mi ha insegnato che chi vuole fare politica deve fare solo politica. Quando non ho fatto il sindaco ho fatto il professore, il consulente, e tante altre cose che mi hanno entusiasmato allo stesso modo, così come semplicemente mi entusiasma occuparmi dei miei nipoti“.

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Sergio Luciano