Oscar 2018: come lo scandalo Weinstein ha cambiato gli Academy Awards
Il conferimento del premio come miglior attrice protagonista a Frances McDormand conferma aria di cambiamento a Hollywood
Le attrici non erano vestite di nero e non è stato un tripudio di retorica post scandalo Weinstein, ma la sostanza del cambiamento post #MeToo si è respirata tutta durante la serata di premiazione degli Academy Awards avvenuta nella notte a Los Angeles.
L'ombra di Me Too
In assenza di un vero trionfatore negli Oscar 2018 di sicuro il "personaggio" più presente in sala è stato proprio il movimento contro le molestie sul postodi lavoro.
I capelli grigi di Meryl Streep in prima fila o Jodie Foster che premia la migliore attrice protagonista con le stampelle per un infortuno alla gamba danno il senso di come l'alloure hollywoodiano tutto botox e lustrini stia cedendo il passo alla sostanza di chi ritiene che il cinema non sia (solo) un'industria ma anche un'arte veicolo di cultura.
Gli Oscar delle donne
E così, per la prima volta nella storia degli Academy, a premiare la migliore attrice protagonista non è stato il vincitore del premio come miglior attore protagonista dell'anno precedente. Sarebbe, infatti, dovuto toccare a Casey Affleckil compito di aprire la busta con il nome della vincitrice del titolo di miglior interprete femminile dell'anno, ma su Casey pesano le accuse di molestie avanzate dalla produttrice Amanda White e, in seconda battuta, dalla fotografa Magdalena Gorka che hanno definito "inappropriati" i comportamenti di Affleck durante le riprese della pellicola Io sono qui!
E così il fratellino di Ben Affleck al Dolby Theatre non è stato invitato e a leggere quel nome sono state due donne del calibro di Jodie Foster e Jennifer Lawrence.
A ricevere la statuetta più ambita, poi, è stata Frances McDormand, uno dei volti meno hollywoodiani di Hollywood premiata per la sua interpretazione in Tre manifesti a Ebbing, Missouri.
Perché l'Oscar a Frances McDormand è importante
Era il suo il discorso più atteso della stagione e la McDormand non ha deluso. "Mettetevi comodi perché ho un po' di cose da dire" ha esordito l'attrice invitando tutte le colleghe come lei candidate agli Oscar a fare lo stesso. "Meryl - ha detto invocando l'attenzione della Streep, grande madre putativa di tutte le attrici del mondo - se lo fai tu, lo faranno tutte".
E così la Streep - occhiali da vista ed elegantissimi capelli grigi - si è alzata inaugurando la standing ovation delle donne da Oscar.
E la McDormand ha spiegato: "Sono onorata di esser qui insieme a tutte le attrice, le registe, le fotografe le autrice delle canzoni, le parrucchiere. Tutte le signore che sono state nominate sono qui con me".
E poi ha aggiunto: "Tutte abbiamo storie da raccontare e progetti da finanziare. Non parlateci di questa cosa alle feste di stasera. Invitateci nel vostro ufficio tra un paio di giorni o venite al nostro, come credete meglio, e vi diremo tutto. Ho due parole prima di lasciarvi stasera, signore e signori: INCLUSION RIDER".
Cos'è l'Inclusion rider
A Hollywood inclusion rider è una clausola che esiste in alcuni contratti e che determina la presenza di una "quota" di lavoratori nel cast del film che faccia parte di una qualche minoranza che sia etnica, sia religiosa o femminile.
Si tratta di uno strumento utile per arginare la predominanza maschile nello star system, ma non tutte le produzioni ce l'hanno e per questo il riferimento dell'attrice era allusivo alla necessità di estendere l'inclusion rider all'intera industria cinematografica.
Vietato abusare di Me Too
In realtà oltre al discorso della McDormand non sono stati molti i riferimenti a Me Too e a Time's Up. A metà show Salma Hayek e Ashley Judd con Annabella Sciorra hanno lanciato un video che parlava di inclusione e di superamento di barriere, non solo di genere ma che anche riguardavano il colore della pelle dei protagonisti del cinema.
La mancanza di abuso di retorica sul tema delle molestie è una buona notizia. Sfruttare fino al logoramento l'onda lunga dell'indignazione post Weinstein potrebbe essere contro producente svuotando di significato il senso stesso di una lotta che è sacrosanta.
Meglio, allora, usare un pizzico di ironia e unire lecito sarcasmo a impegno sociale. Lo ha fatto bene il conduttore della serata, Jimmy Kimmel che, nel suo monologo iniziale ha detto: "Oscar è un uomo molto rispettato a Hollywood, guardatelo, tiene le mani dove le si può vedere, non dice mai una parola fuori posto e soprattutto, non ha il pene".