Oscar 2021: l'Italia candida Notturno di Rosi, scelta scontata e ammiccante
Dopo Fuocoammare, è stato scelto ancora una volta un film del documentarista amato dalla critica come alfiere presso l'Academy. Sul tavolo, la carta dell'impegno civile. Volevo nascondermi di Giorgio Diritti grida vendetta
Notturno di Gianfranco Rosi è il film candidato dall'Italia agli Oscar 2021 nella categoria per il miglior film internazionale. Volevo nascondermi di Giorgio Diritti grida vendetta. Così ha deciso la Commissione di selezione per il film italiano da designare ai 93^ Academy Awards, istituita dall'Anica, composta da Nicola Borrelli, Simone Gattoni, Paolo Genovese, Carlo Poggioli, Cristina Priarone, Gloria Satta, Baba Richerme.
Decisione prevedibile: all'ultima Mostra del cinema di Venezia, miracolosamente tenutasi in presenza nel settembre scorso nonostante la pandemia, Notturno era nelle affezioni di molta stampa italiana – non nelle nostre -, rimasta poi profondamente delusa dal fatto che Cate Blanchett e giurati l'avessero completamente ignorato al momento dei premi.
Le date degli Oscar 2021
Notturno, documentario che racconta la normalità dolente di chi abita i fronti delle guerre in Medio Oriente, concorrerà per la categoria Oscar al miglior film internazionale, così ribattezzata da quest'anno e fino al 2019 chiamata Oscar al miglior film in lingua straniera. Gli ultimi film premiati sono il sudcoreano Parasite, il messicano Roma nel 2019, il cileno Una donna fantastica nel 2018.
Il calendario degli Oscar 2021 è slittato in avanti di un paio di mesi, rispetto al solito, a causa della pandemia da Coronavirus. La shortlist che includerà i dieci film internazionali selezionati dall'Academy sarà quindi resa nota il 9 febbraio 2021.
L'annuncio delle nomination agli Oscar 2021, e quindi anche della cinquina dei film nominati per concorrere al miglior film internazionale, avverrà il 15 marzo 2021. La cerimonia di consegna degli Oscar si terrà a Los Angeles il 25 aprile 2021.
La lista dei 25 film italiani candidati
La lista dei film italiani candidatisi per essere portabandiera tricolore all'Oscar al miglior film internazionale includeva 25 titoli.
Eccola completa in ordine alfabetico:
- 18 regali di Francesco Amato
- Aspromonte – La terra degli ultimi di Mimmo Calopresti
- Bar Giuseppe di Giulio Base
- La dea fortuna di Ferzan Ozpetek
- Il delitto Mattarella di Aurelio Grimaldi
- Favolacce di Damiano e Fabio D'Innocenzo
- L'incredibile storia dell'isola delle rose di Sydney Sibilia
- Lontano lontano di Gianni Di Gregorio
- Non odiare di Mauro Mancini
- Notturno di Gianfranco Rosi
- Padrenostro di Claudio Noce
- Picciridda - Con i piedi nella sabbia di Paolo Licata
- Pinocchiodi Matteo Garrone
- I predatori di Pietro Castellitto
- Le sorelle Macaluso di Emma Dante
- Spaccapietre di Gianluca e Massimiliano De Serio
- Sul più bello di Alice Filippi
- The shift di Alessandro Tonda
- Tornare di Cristina Comencini
- Trash di Francesco Dafano e Luca Della Grotta
- Tutto il mio folle amore di Gabriele Salvatores
- L'uomo del labirinto di Donato Carrisi
- La verità su La dolce vita di Giuseppe Pedersoli
- La vita davanti a sé di Edoardo Ponti
- Volevo nascondermi di Giorgio Diritti
La polemica inutile di Gabriele Muccino
Nella lista dei candidati mancava Gli anni più belli di Gabriele Muccino, film che, nonostante le somme intemperie della stagione cinematografica in corso, uscito il 13 febbraio in sala, era riuscito in poche settimane pre-lockdown a incassare ben 5.652.248 di euro.
Gli anni più belli è rimasto fuori dalla lista per un errore nella consegna della candidatura, con tanto di polemica annessa.
Con un post fiume, Muccino su Instagram non aveva risparmiato fiele e amarezza per l'esclusione, scrivendo: «Ieri è scaduto il tempo limite per presentare la candidatura all'Oscar. Per colpa di un equivoco della Produzione per cui lavoro nella consegna della candidatura per gli Oscar, Gli anni più belli non parteciperà, pare, alla selezione che indicherà il film italiano che a sua volta rappresenterà l'Italia alla nuova cerimonia. Ci sono rimasto male, certo. Ma so, anzi realizzo di sapere che la Commissione per la selezione dei film italiani da inviare all'Academy, non ha e nemmeno può avere davvero idea del gusto e dello sguardo che gli americani hanno dell'Italia. Si sa già chi verrà selezionato: il meno commerciale, quello con meno chances, (perché in Italia il film che "incassa" è ancora visto con sospetto, eredità ideologica e infima degli anni '70). È il più grande limite delle giurie, dei premi italiani e anche delle commissioni che decidono cosa premiare e in questo caso cosa piacerà agli americani, (vi garantisco che giochiamo su due campionati davvero antitetici), che premiano, esaltano, dimenticano, ignorano quale sia il vero proscenio internazionale».
È vero, i critici italiani sono un po' così, un po' allergici a ciò che è commerciale. E probabilmente non hanno idea del gusto americano. Ma le regole sono regole e, se davvero c'è stato un errore nella consegna della candidatura, così è: Gli anni più belli resta fuori. E poi, diciamocela tutta: anche se Muccino, come scrive ancora il regista nel post, ha vissuto «12 anni a Los Angeles e Will Smith con La ricerca della felicità è stato candidato agli Academy Awards», Gli anni più belli, anche di fronte al palato americano, non avrebbe avuto chance di vincere un Oscar. Notturno, almeno, potrebbe giocarsi la carta ammiccante dell'impegno sociale.
Che film avremmo preferito al posto di Notturno
Documentarista aperto a contaminazioni fiction, Gianfranco Rosi, Leone d'oro a Venezia nel 2013 con Sacro GRA, già aveva provato l'ebbrezza della candidatura agli Oscar con Fuocoammare, Orso d'oro per il miglior film al Festival di Berlino: nel 2017 Fuocoammare era arrivato nella cinquina finale, ma non in quella per il miglior film straniero, da cui era rimasto escluso, bensì nella sezione miglior documentario. Nel rush finale fu battuto dal doc O.J.: Made in America di Ezra Edelman.
Ora la commissione Anica ci riprova. Notturno segue lo stile a cui Rosi ci ha abituati: una narrazione non frontale, lenta, fatta di storie parallele che si susseguono piano, per lo più di notte ma non solo. È stato girato sui confini tra Iraq, Kurdistan, Siria e Libano, ma mai un luogo viene citato. «Dove siamo?», «Chi sono?», viene da chiedersi ogni tanto, mentre il montaggio apre dubbi su dubbi.
A Venezia qualcuno gli ha mosso l'accusa di estetizzare il dolore. Noi non gli muoviamo questa critica, ma quella di essere un mix di quadri senza titolo e didascalie, che rischiano quindi di perdersi, nella memoria e nel cuore.
Avremmo visto più volentieri, come alfiere per l'Italia,Volevo nascondermidi Giorgio Diritti, biografia intensa ed estetica di Antonio Ligabue, con un Elio Germano fragile e poderoso nel far suoi genio e infermità del pittore italiano. Non avremmo comunque vinto l'Oscar al miglior film internazionale, ma avremmo potuto dar luce (e forse una nomination) a Germano, che già aveva scosso i giurati internazionali vincendo l'Orso d'argento per il miglior attore al Festival di Berlino, «dedicato a tutti gli storti, agli emarginati ai fuori casta».
Non ci sarebbe dispiaciuto, oppure, che la commissione avesse osato con Favolacce dei fratelli D'Innocenzo, favola nera e tagliente che ritrae il vuoto dei genitori contemporanei e la deriva dell'innocenza perduta.
Nel cuore, poi, da quella lista dei 25, conserviamo un film piccolo piccolo che occupa però un posto caldo caldo: Picciridda - Con i piedi nella sabbia di Paolo Licata, una storia di donne incastonate in una natura meravigliosa e impervia, ambientata nell'isola di Favignana degli anni '60. Come tanti film targati 2020, ha avuto una distribuzione travagliata, con l'uscita in sala prevista per il 5 marzo e infine trasferita su piattaforme digitali. Un film di quelli che «non incassa», per dirla alla Muccino, ma che rimane dentro, semplicemente perché merita (da vedere soprattutto ora, a ridosso della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne). In un mondo incantato e diverso, ci piacerebbe sapere Picciridda - Con i piedi nella sabbia candidato agli Oscar per l'Italia.
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