Oscar 2023: «Everything everywhere all at once» è il film pigliatutto
Il bizzarro viaggio nel multiverso di Daniel Kwan e Daniel Scheinert vince sette statuette. Migliore attore un emozionatissimo Brendan Fraser, migliore attrice la malese Michelle Yeoh
Come da attese, ma forse anche più delle attese, èEverything everywhere all at oncedi Daniel Kwan e Daniel Scheinert il grande vincitore degli Oscar 2023. Ha sbancato! Il folle viaggio nel multiverso, il lungometraggio più bizzarro tra i nominati, ma anche il più contemporaneo e aperto alle nuove generazioni, è il miglior film. Ed è anche il vincitore di ben sette statuette (a fronte delle undici che lo facevano comunque frontrunner della serata), quasi tutte nelle categorie principali.
Ai due Daniel anche l’Oscar per la regia e per la sceneggiatura originale. E poi migliore attrice protagonista con la meravigliosa Michelle Yeoh che ha avuto la meglio sulla Cate Blanchett di Tár, migliori attori non protagonisti a Ke Huy Quan e Jamie Lee Curtis. E pure miglior montaggio al prode Paul Rogers che avrà vinto il mal di mare nel mettere insieme l’allucinata pazzia trionfante di Kwan & Scheinert.
Dall'Academy un segnale importante, che segue l'onda del botteghino (il film è stato un caso negli States, dove ha incassato 72 milioni di dollari) e punta su qualcosa sicuramente di innovativo e anti-convenzionale. Un film che corre veloce, come i nostri tempi.
Oltre Everything everywhere all at once? Il vuoto o poco più. L’unico a uscire dalla cerimonia di premiazione della 95ª edizione dei premi Oscar senza le ossa rotte è Niente di nuovo sul fronte occidentale, film di guerra tedesco firmato Netflix, con immagini di tragica bellezza, che vince quattro Academy Award, tra cui migliori film internazionale, a discapito di Close, il contendente belga, unico che avrebbe potuto meritare lo scippo della statuetta.
Segue con due Oscar The Whale di Darren Aronofsky, che regala l’emozione più grande a Brendan Fraser, premiato come miglior attore. Visibilmente emozionato, quasi scioccato. Per lui un riscatto dopo anni difficili ad Hollywood, da cui era quasi scomparso dopo il successo da sex symbol della trilogia colossal La mummia. «È così che è il multiverso probabilmente», ha scherzato Fraser sul palco del Dolby Theatre. «Voglio ringraziare Aronofsky per avermi dato la possibilità di salvarmi. Solo le balene riescono ad andare così in profondità. Io ho iniziato 30 anni fa a lavorare nel cinema e le cose non sono sempre state facili. Ora sono qui e vengo riconosciuto, grazie. È stata come una spedizione in fondo all’oceano e poter tornare in superficie non è così facile».
Il grande sconfitto, a malincuore? Gli spiriti dell'isola (The Banshees of Inisherin). Aveva ben nove candidature e, nonostante sia tra i film più belli dell’anno, uscito da Venezia 2022 con due premi e dai Golden Globe con tre, torna in Irlanda a mani vuote. Peccato per Colin Farell, a cui è stato preferito Fraser. Peccato per Martin McDonagh, regista e sceneggiatore raffinato ed ironico.
I Daniels, come vengono chiamati i registi 35enni di Everything everywhere all at once, nei vari discorsi sul palco di Los Angeles hanno parlato soprattutto di creatività. Perché il loro film stravagante, tra commedia, dramma familiare, arti marziali, romanticismo, dita fatte di wurstel e un bagel che racchiude i segreti dell’universo, è sicuramente un’ode alla creatività senza freni. «Vogliamo dedicare l’Oscar a tutte le mamme, grazie mamma per non aver distrutto la mia creatività quando facevo film bruttissimi», ha detto Scheinert ritirando l’Academy Award per le regia. «Grazie a tutti quelli che hanno visto il nostro film», gli ha fatto eco Kwan: «Se il nostro film ha qualche genialità è grazie a tutti quelli che vi hanno partecipato. Siamo il prodotto del nostro contesto. Io ricordo il mio background, da figlio di emigrati, mio padre che mi ha passato la passione per il cinema, mia madre che voleva essere ballerina, cantante attrice e non ce l’ha fatta. Mi avete insegnato che la creatività è tutto quello che serve. C’è grandezza in ognuno di noi a prescindere da chi siamo, c’è solo da capire come farla uscire. Grazie alle persone che hanno fatto uscire la mia».
L’Italia se ne esce sconfitta. Non ce l’ha fatta Le pupille di Alice Rohrwacher, candidato al miglior cortometraggio, e neanche Aldo Signoretti, in lizza per l’Oscar tra i truccatori di Elvis.
Oscar 2023, tutti i vincitori
Miglior film
Everything everywhere all at once di Daniel Kwan e Daniel Scheinert
Miglior regia
Daniel Kwan e Daniel Scheinert per Everything everywhere all at once
Miglior attore protagonista
Brendan Fraser per The Whale
Migliore attrice protagonista
Michelle Yeoh per Everything everywhere all at once
Miglior attore non protagonista
Ke Huy Quan per Everything everywhere all at once
Migliore attrice non protagonista
Jamie Lee Curtis per Everything everywhere all at once
Miglior sceneggiatura originale
Daniel Kwan e Daniel Schienert per Everything everywhere all at once
Migliore sceneggiatura non originale
Sarah Polley per Women Talking
Miglior film d'animazione
Pinocchio di Guillermo del Toro
Miglior film internazionale
Niente di nuovo sul fronte occidentale di Edward Berger (Germania)
Miglior fotografia
James Friend per Niente di nuovo sul fronte occidentale
Migliore scenografia
Niente di nuovo sul fronte occidentale - Production Design: Christian M. Goldbeck; Set Decoration: Ernestine Hipper
Migliori costumi
Ruth Carter per Black Panther: Wakanda Forever
Miglior montaggio
Paul Rogers per Everything everywhere all at once
Miglior sonoro
Mark Weingarten, James H. Mather, Al Nelson, Chris Burdon and Mark Taylor per Top Gun: Maverick
Miglior effetti visivi
Joe Letteri, Richard Baneham, Eric Saindon e Daniel Barrett per Avatar - La via dell'acqua
Miglior trucco e acconciature
Adrien Morot, Judy Chin e Anne Marie Bradley per The Whale
Migliore colonna sonora
Volker Bertelmann per Niente di nuovo sul fronte occidentale
Migliore canzone originale
Naatu Naatu da RRR: musica M. M. Keeravani; testo Chandrabose
Miglior documentario
Navalny di Daniel Roher
Miglior cortometraggio
An Irish goodbye di Ross White e Tom Berkeley
Miglior cortometraggio documentario
Raghu, il piccolo elefante di Kartiki Gonsalves
Miglior cortometraggio d'animazione
Il bambino, la talpa, la volpe e il cavallo di Charlie Mackesy e Matthew Freud