Si cercherà di dare un'identità alle vittime di Tito
Sarà siglata oggi la collaborazione tra Onorcaduti, Università di Bari e Università di Trieste per cercare di dare un'identità ai marò massacrati da Tito nell'aprile del 1945
Era l’aprile del 1945: 21 marò della X MAS e 6 militi del battaglione Tramontana di Cherso furono massacrati a Ossero dai partigiani di Tito. Le loro ossa sono state riesumate dopo 74 anni in Croazia, per essere poi traslate nel Sacrario Militare dei 'Caduti d'Oltremare' di Bari. Resti che furono catalogati come “milite ignoto”, ma che adesso – grazie anche a un’iniziativa promossa da Panorama – stanno finalmente per avere un nome e un cognome. Sarà siglata infatti oggi la convenzione fra Onorcaduti e le università di Trieste e di Bari per avviare gli esami sulle spoglie dei soldati trucidati: la finalità è quella di dare un’identità a questi uomini. La nostra testata, in particolare, ha acceso un faro sulla vicenda, contribuendo ad avviare una raccolta fondi per consentire che le analisi vengano condotte: una raccolta fondi che, in poco tempo, ha superato i 20.000 euro.
“Oggi a Roma si firma una collaborazione tra il ministero della Difesa, Onorcaduti, Università di Bari e Università di Trieste, al fine di poter cercare di identificare i resti dei marò che furono trucidati a Ossero e che sono finora stati depositati presso il Sacrario dell’Oltremare di Bari”, ha dichiarato a Panorama.itFrancesco Introna, professore di Medicina legale presso l’Università di Bari, “Dopo la firma, i resti saranno trasportati con i dovuti onori presso l’Istituto di medicina legale di Bari, dove – dopo una cerimonia introduttiva alla presenza del vescovo Lorenzo Leuzzi – inizierà un lento processo di identificazione”.
Un’identificazione che non sarà comunque un compito facile. “Dal punto di vista tecnico, è veramente difficile”, ha spiegato ancora Introna. “Noi dovremo aprire su tavoli diversi ciascuna cassetta. Ogni cassetta sarà su un tavolo differenziato. Ora, noi sappiamo che questi corpi furono trucidati, dopodiché furono sormontati da un mezzo militare pesante, verosimilmente un carro armato. Avremo quindi molte fratture a piccoli pezzi. Affronteremo quindi una sorta di ‘puzzle’: un ‘puzzle’ che dovremo moltiplicare per il numero dei corpi. Non è detto che in una cassetta ci siano tutti i resti afferenti ad una persona. Se fosse così, sarebbe una cosa eccezionale. In realtà noi pensiamo che in ogni cassetta ci siano resti riferibili a più persone”. “Quindi”, ha concluso Introna, “si tratta di un lento e progressivo ‘puzzle’, volto a cercare di ricostruire quanto più possibile l’integrità di ogni singolo individuo. Dopodiché cercheremo, con il professor Paolo Fattorini dell'Università di Trieste, di ricostruire una linea con i parenti attualmente viventi”.
Soddisfazione per la firma di oggi è stata espressa anche da Licia Giadrossi Gloria, responsabile della Comunità di Lussino. “Finalmente, dopo oltre un anno di attesa, va a conclusione il lunghissimo iter burocratico dedicato alla firma della convenzione tra Onorcaduti e le Università di Trieste e di Bari per l’identificazione dei marinai della X MAS e dei Combattenti della GNR fucilati a Ossero il 22 aprile 1945 ed esumati nel maggio 2019”, ha dichiarato a Panorama.it, “Nei mesi di dicembre 2020, oltre che di gennaio, febbraio e marzo 2021, ben 343 persone ed enti hanno elargito alla Comunità di Lussinpiccolo più di 25.000 euro per questa ricerca e per i materiali necessari alle analisi che giacciono da tempo all’Università di Trieste, in attesa della conclusione”.
"Le analisi morfologiche dei resti, la ricostruzione degli scheletri, e la selezione dei campioni, vengono svolte all’Università di Bari dal prof. Francesco Introna e dal dottor Fino e il trasporto a Trieste a cura dell’Esercito Italiano, mentre le analisi del DNA devono essere realizzate da parte dell’Università di Trieste dal prof. Paolo Fattorini, Direttore della Scuola di Specializzazione in Medicina Legale nella stessa Università, previa raccolta dei campioni biologici del DNA messi a disposizione da parenti e discendenti. Si tratta", ha precisato la responsabile della Comunità di Lussino, "di un esame di routine - osserva il prof. Fattorini - ma le ossa risalgono a 77 anni fa, e l’esito dipende dallo stato di conservazione e dagli inquinamenti ambientali che possono compromettere il risultato, quasi come accadde per i difficoltosi esami dei resti dell’Uomo di Neanderthal".
“Le prime notizie sui Marò uccisi a Ossero”, ha proseguito Licia Giadrossi Gloria, “sono state pubblicate sul “Foglio Lussino” N° 28 del dicembre 2008 a firma del Dr. Cap. Federico Scopinich, cui hanno fatto seguito notizie e testimonianze, anche di Riccardo Maculan. Dopo tanti anni, ci auguriamo che tutti gli sforzi per l’identificazione possano andare a buon fine e che i marò non siano più Soldati Ignoti ma abbiano il giusto riconoscimento per il loro sacrificio. Ciò, alla stregua di quanto è accaduto per il marò Igino Sersanti, nato a Gabicce Mare (PS) il 13 marzo 1921, catturato dai partigiani slavo-comunisti, costretto a scavare la fossa e fucilato insieme ai 27 Commilitoni, che ha ricevuto la Medaglia d’onore per i Caduti di cui alla Legge 30 marzo 2004 n. 92, istitutiva del Ricordo e dei riconoscimenti di competenza (Medaglia della Repubblica e attestato a firma del Presidente della Repubblica)”.
“Al contrario”, ha continuato, “nonostante la richiesta formulata dalla sorella e dai nipoti, l’onorificenza non è stata assegnata alla memoria di Fabio Venturi nato a Longiano (FC) il 12 aprile 1924, fucilato assieme agli altri il 22 aprile 1945 e sepolto nella fossa comune dietro il muro nord del Cimitero di Ossero. Tra le motivazioni del diniego, quella prioritaria - come da comunicazione della Presidenza del Consiglio in data 4 febbraio 2022 – si riferisce al fatto che il Caduto aveva “volontariamente aderito a formazioni non al servizio dell’Italia” (prescrizione presente nella Legge istitutiva). La seconda motivazione, secondo cui Venturi sarebbe scomparso in un bombardamento di Trieste, è smentita dagli atti concernenti le Vittime di Ossero”.
Il “Protocollo”, già validato digitalmente in data precedente secondo le norme del Codice dell’Amministrazione Digitale, è stato firmato dal Commissario Generale per le Onoranze ai Caduti - Generale di Divisione Gualtiero Mario De Cicco - dal Rettore dell’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro” - Professor Stefano Bronzini e dal pro Rettore Vicario Professor Valter Sergo su delega del Rettore dell’Università degli Studi di Trieste - Professor Roberto Di Lenarda", si legge in un comunicato di Onorcaduti, emesso dopo la firma.