Panasonic Slow Juicer
Tecnologia

Panasonic Slow Juicer MJ-L500, la recensione

Non è un frullatore e nemmeno una centrifuga, ma un estrattore che lavora con lentezza per preservare i nutrienti contenuti nella frutta e nella verdura

Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma.

La legge di conservazione di massa sembra perfetta per raccontare la missione (possibile) del nuovo MJ-L500, lo Slow Juicer di Panasonic. Stiamo parlando, per chi non fosse pratico del mestiere, dell’ultimo ritrovato in materia di preparazione di succhi, un attrezzo da cucina tecnologico, ma neanche troppo, sviluppato con un obiettivo nobile quanto ambizioso: trasformare frutta e verdura in succhi e sorbetti ad elevato tasso di nutrienti.

Non a caso Panasonic lo definisce un estrattore, quasi a voler prendere le distanze da tutti i vari sistemi (spremitori, frullatori e centrifughe) che operano con il solo scopo di ottenere un prodotto più o meno sminuzzato. No, come dice lo stesso “nick” del prodotto - slow juicer - l’obiettivo qui è un altro: lavorare con lentezza, evitando che il calore generato dalla frizione distrugga le sostanza nutritive contenute negli alimenti.

Con il 45 giri è un'altra musica
Dal dire al fare, il tutto si traduce in un sistema di pressatura a bassa velocità basato su un vitone in acciaio inossidabile che gira a soli 45 giri al minuto. A questa velocità, spiega Panasonic, è più facile mantenere intatti tutti i nutrienti. Il succo ottenuto da 200 grammi di ananas e 100 grammi di cetriolo tramite la Slow Juicer, per dire, contiene circa il doppio della vitamina C rispetto a quello prodotto con una centrifuga tradizionale.

Si tratta, ovviamente, di valori teorici dei quali ci possiamo solo fidare. C’è però un aspetto che salta all’occhio (e al palato) fin dalla prima estrazione: il succo è qui più omogeneo rispetto a quello ottenuto con una centrifuga o un frullatore tradizionali, il che significa che è più vellutato nella consistenza e soprattutto non tende a separarsi nelle due fasi - quella acquosa in alto, quella più pesante verso il fondo - col passare dei minuti.

Panasonic Slow JuicerRoberto Catania

Mezzo litro di succo in tre minuti
Nonostante l’andamento lento, la Slow Juicer sa essere tutto sommato solerte quando si tratta di portare a termine il lavoro. Abbiamo impiegato poco meno di tre minuti per preparare circa mezzo litro di succo di carote partendo da circa 1 kg di verdura tagliata. Ovviamente il bilancio succo/polpa, nonché la velocità di esecuzione, aumentano allorché si utilizzano frutta e verdura più acquosi, come ad esempio mele e pomodori.

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Va da sé che la scelta della migliore frutta e verdura di stagione rappresenti il complemento ideale per un apparecchio di questo genere. Soprattutto per chi pensa che la parte di polpa non sia uno scarto bensì un gustoso lato B del preparato, da consumare al cucchiaio.

Panasonic Slow JuicerRoberto Catania

Come si smonta (e si lava)
Una volta chiarito il “succo” del discorso vale la pena dare un’occhiata al contorno. Perché, è evidente, quando si spendono 229 euro per un oggetto da cucina, bisogna considerare anche gli aspetti collaterali. La praticità ad esempio. Cominciamo col dire che la Slow Juicer di Panasonic è, malgrado la stazza (il peso complessivo è di circa 4 kg), un oggetto dagli ingombri modesti. Lo sviluppo tutto in verticale dell’estrattore ne consente una collocazione permanente in cucina a chiunque disponga di almeno 15 centimetri quadrati di spazio libero. Meno di una macchinetta per il caffe in cialde.

Da sottolineare il fatto che i cinque componenti chiave della Slow Juicer - la base con il motore, il filtro anti-sgocciolamento, l’attacco filtro, la vite in acciaio inossidabile e il coperchio - siano completamente smontabili e lavabili (anche se non tutti in lavastoviglie). Il consiglio, trattandosi di parti che lavorano con frutta e verdura, è di sciacquare il tutto sotto l’acqua corrente subito dopo l’uso.

Roberto Catania

Dal succo al sorbetto in una mossa
La Slow Juicer di Panasonic dispone anche di altri cinque accessori per così dire “secondari”: un pressino, due contenitori in plastica (una caraffa graduata da 1 litro per raccogliere il succo e una vaschetta da 1300 ml per raccogliere la polpa), uno spazzolino per la pulizia di fino e soprattutto un accessorio “frozen” da utilizzare per la preparazione di sorbetti alla frutta e zuppe fredde.

Il passaggio da estrattore a sorbettiera è abbastanza semplice da effettuare (malgrado il libretto di istruzioni di Panasonic faccia di tutto per confondere le idee): tutto ciò che serve è della frutta o della verdura tagliata a pezzi e preventivamente congelata in freezer, e una riarrangiamento dello Slow Juicer con l’innesto dell’elemento ad hoc - una specie di tronco di cono in plastica azzurra - al posto del gruppo filtri (beccuccio antisgocciolamento e attacco). Il risultato, anche in questo caso, è più che soddisfacente: nella nostra prova siamo stati in grado di “sfornare” un ottimo sorbetto di frutta di bosco in circa 3 minuti.

Roberto Catania

Conclusioni
Il costo è piuttosto elevato (229 euro), ma per gli amanti del genere l'investimento è di quelli che si ripagano nel tempo. Dando per buone le stime sulla quantità di nutrienti salvaguardati dal processo di lavorazione lenta (Panasonic parla di percentuali anche doppie rispetto ai normali processi di centrifuga), si può senz’altro dire che l’aspetto più convincente della Slow Juicer di Panasonic stia nella consistenza - decisamente cremosa - dei succhi prodotti, nella solidità dei suoi componenti e nella sua versatilità: chi è avvezzo alle diete a base di frutta e di verdura ma anche chi ha bambini piccoli (non sempre propensi a mandar giù frutta e verdura nella loro forma originaria), può trovare in un oggetto di questo tipo un buon alleato per tutta una serie preparazioni a freddo.

A conti fatti l’unica critica che si può muovere a Panasonic riguarda l’informativa allegata in confezione: il manuale d’istruzioni è piuttosto povero e pesa la mancanza di un ricettario. Ma, come spesso succede in questi casi, i suggerimenti migliori sono da cercare (e trovare) altrove, leggasi in Rete, in tutti quei forum e affini creati da e per gli appassionati di buona cucina.

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Roberto Catania

Faccio a pezzi il Web e le nuove tecnologie. Ma coi guanti di velluto

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