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Pedopornografia online, boom di denunce nel 2021

Un report della Polizia Postale fotografa i rischi per i minori sul web. I lockdown hanno moltiplicato le occasione per gli adescatori: attenzione alle piattaforme per giochi in mano ai nostri bambini

E' una delle eredità nascoste della pandemia e dei due anni trascorsi, tra un lockdown e una quarantena, davanti al monitor di un computer. Milioni di ragazzini, età media sempre più bassa, a volte abbandonati a se stessi per ore online, spesso l'unica via per riuscire a sopravvivere per gli adulti, a loro volta impegnati in giornate di telelavoro complesse da gestire. Il sospetto che il Covid possa aver facilitato gli adescatori di minori in Rete viene leggendo il report "L'abuso sessuale online in danno dei minori", realizzato dalla Polizia Postale e delle Comunicazioni in collaborazione di Save the Children.

I numeri lasciano poco spazio alle interpretazioni. Nel 2021, anno preso come riferimento, si è registrato un aumento considerato significativo (47%) dei reati online nei confronto di minori denunciati alle autorità: erano 3.243 e sono diventati 5.316, sempre tenendo a mente che si tratta della punta dell'iceberg e che una fetta notevole del fenomeno rimane sommersa perché non portata alla luce per volontà, paura e vergogna delle vittime e delle loro famiglie.

Nel 2021 in Italia sono stati 531 i minori di 16 anni che si sono rivolti alla polizia per denunciare di essere stati adescati in rete. La maggioranza (338) compresa nella fascia 0-13 con un'inquietante presenza di casi anche nei più piccoli (0-9) che erroneamente si è portati a ritenere più protetti e meno a rischio nel loro approccio con internet. False illusioni, così come quella che esistano luoghi sicuri per definizione nella Rete, zone franche in cui gli adulti malintenzionati non siano in grado di penetrare.

Non è così e i numeri lo dimostrano se è vero che una fetta degli episodi di adescamento denunciati nel 2021 (28) fa riferimento ad approcci verificatisi all'interno di app e siti per giochi online, la frontiera estrema del passatempo di ragazzini sempre meno portati a socializzare di persona nei luoghi di incontro e sempre più rinchiusi in realtà virtuali e parallele, difficili da controllare per le famiglie. I luoghi principali per l'adescamento dei minori restano i social network e i servizi per messaggistica e neanche le norme restrittive varate negli ultimi anni riescono ad arginare in maniera definitiva il fenomeno.

E' un fatto che nel 2021quasi due terzi delle denunce abbia riguardato minori di 13 anni; secondo il GDPR europeo e le policiy di sicurezza delle piattaforme, un'età proibita in cui per attivare un profilo e poter navigare bisogna inserire la propria data di nascita con un'operazione di aggiramento delle norme in cui spesso le famiglie sono incaute complici dei figli. "La crescente attrattiva esercitata da questi servizi sui più piccoli - si legge nel report della Polizia Postale e di Save the Children - ha indotto i groomer (adescatori ndr) a concentrare la loro attenzione anche su piattaforme di gaming, sfruttandone i servizi di chat, di messaggistica e offrendo la possibilità a questi stessi di avere ulteriori vantaggi da offrire ai più piccoli". Una porta lasciata aperta sul baratro.

Il dossier non segnala particolari differenze di genere (52% delle vittime è maschio contro il 48% femmina), ma descrive in maniera chiara quali sono gli effetti dell'attività degli adescatori in Rete: "intrappolate nell’illusione di un sogno d’amore o di un rapporto esclusivo, le piccole vittime si lasciano convincere a mandare immagini sessuali, a compiere atti sessuali usando i social network, la messaggistica, avvicinati anche mentre giocano online e si sentono al sicuro nel salotto di casa". La pandemia ha moltiplicato il tempo di permanenza davanti a un pc o ai device di famiglia. Sono stati per lunghi mesi l'unica finestra sul mondo e sugli affetti, sono diventati anche una pericolosa crepa nel sistema di difesa intorno ai nostri figli.

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Giovanni Capuano