Perché investire in agricoltura conviene a tutti - VIDEO
Il sostegno del governo, la fiducia degli italiani e le possibilità per i giovani in un settore che convince tutti. A partire da McDonald's
Ogni anno McDonald's Italia acquista 80mila tonnellate di prodotti italiani per un valore di circa 200 milioni di euro, un miliardo in cinque anni. I numeri vengono da Mario Federico, amministratore delegato di McDonald's Italia nel corso del suo intervento al convegno "Futuro in campo: perché investire nell'agricoltura conviene ai giovani, alle imprese, al Paese", previsto dal calendario milanese di Panorama d'Italia, il tour di iniziative organizzato da Panorama. "McDonald's è legato al made in Italy molto più di quanto si pensi" ha aggiunto Federico, precisando che il sistema McDonald's si rifornisce oggi per l'80% da fornitori italiani. Ogni anno acquista 116 tonnellate di Parmigiano Reggiano Dop, 360 tonnellate di mele dell'Alto Adige, 7 mila tonnellate di pollo, 2.200 tonnellate di insalata.
Il convegno è stato aperto da Valentina Aprea (assessore istruzione, formazione e lavoro della Regione Lombardia) che rivolgendosi ai ragazzi in sala (erano presenti una settantina di studenti della Fondazione Minoprio di Como e dalla Fondazione ITS Agrorisorse di Lodi), ha ricordato l'impegno della Regione per la formazione in un settore che in Lombardia realizza un fatturato di 14 miliardi.
Non a caso Francesco Maietta (responsabile progetti food del Censis) ha presentato una relazione che rivela il crescente appeal della professione di agricoltore. Il 78,6% degli italiani dichiara di avere una buona opinione dell’imprenditore agricolo, e la quota è maggioritaria in modo trasversale alle classi di età e alle aree geografiche. Una percentuale che fino a qualche anno fa sarebbe stata impensabile. Non solo: l’impresa agricola con il 19,8% di gradimento è al terzo posto della graduatoria dei soggetti in cui gli italiani hanno più fiducia dopo forze dell’ordine (48%) e volontariato (42,5%).
Ribadendo l'importanza del comparto, il viceministro dell'Agricoltura Andrea Olivero, ha spiegato che cosa sta facendo il governo per difendere l'italianità sui mercati internazionali e per aumentare la platea di giovani imprenditori. L'Europa, ha detto il viceministro, non è una nemica e spesso ha sposato la linea dell'Italia che proponendo la genuinità fa l'interesse del consumatore.
A dare un'idea concreta sull'importanza del settore agroalimentare italiano ci ha pensato Luigi Pio Scordamaglia (presidente Federalimentare): è un'industria che fattura 134 miliardi, è seconda in Italia solo alla meccanica e nei prossimi anni darà lavoro a 40 mila persone. Nel corso dei lavori è intervenuto anche un giovane imprenditore, Claudio Scipioni, 35 anni, imprenditore di Avezzano (L’Aquila) che da anni collabora con l’università, con i laboratori del Consorzio di ricerche applicate alla biotecnologia e con il Consorzio di ricerca It.Qsa. Scipioni produce patate senza l'utilizzo di concimi chimici.
Hanno chiuso il lavori Matteo Lasagna, vicepresidente Confagricoltura e Gennaro Masiello, vicepresidente della Confederazione Nazionale Coldiretti che hanno raccontato come sta cambiando l'agricoltura con le nuove tecnologie ("è una vera rivoluzione" ha detto Lavagna), e rassicurato i giovani sulle opportunità che offre il settore. Alla domanda se c'è ancora spazio per attività agricole di piccole dimensoni, Masiello ha risposto con un sì deciso.