Sul passaporto europeo vuole la voce «neutro» accanto a «maschio» e «femmina». «Detesto l’ipocrisia» dice la parlamentare Ue già concorrente di Ballando con le stelle. E con Panorama parla di scelte sessuali di costume e di politica
Sul polso di Alessandra Mussolini è tatuata la lettera ebraica ghimel, che significa tre. «I miei tre figli, i miei tre cordoni ombelicali». Ma non solo. Vuol dire anche cambiare, allontanarsi dai propri schemi, evolversi. E nessuno meglio di lei negli ultimi tempi ha saputo farlo. Solo pochi giorni fa l’eurodeputata di Forza Italia ha rifiutato per protesta il lasciapassare europeo, «perché non è inclusivo».
Cosa l’ha portata a cambiare punto di vista?
Io sono sempre stata così. Adesso non ho più remore. Ricordiamoci della legge contro la violenza sessuale, di cui fui relatrice quando ero incinta della mia prima figlia, Caterina, nel 1995. Oppure quando mi cacciarono dalla commissione Affari sociali sulla procreazione medicalmente assistita per mettere gli ultracattolici. Poi la Cassazione mi diede ragione: io ero per la diagnosi pre-impianto. E alla fine ho vinto.
Oggi è diventata una delle paladine dei diritti Lgbtq+.
Non sono una paladina della battaglia gender. Ma siccome ci fanno una capoccia così dalla mattina alla sera sulle discriminazioni di genere, li ho inchiodati. Nel passaporto europeo non è contemplato il genere neutro. Se c’era la scelta maschio o femmina, doveva esserci anche una X. Hanno balbettato che non c’era. Allora ho annullato la mia richiesta.
Cambierà qualcosa concretamente?
Devono farlo per forza. Insomma, cosa ve ne importa se sono femmina o maschio? Se è un documento di viaggio sicuro chiedimi piuttosto il gruppo sanguigno, ben più pertinente.
Sanremo è stato il trionfo del politically correct e della fluidità, le è piaciuto?
Molto, perché ha saputo fare una svolta e attirare un pubblico giovane. Anche il bacio tra Fedez e Rosa Chemical fa parte di quello che ormai viviamo da tempo. Quel bacio è stato intenso, lui ha fatto un mezzo coming out, ma quello è un problema di sua moglie e non certo nostro. Però diciamoci la verità: gli è piaciuto, altroché se gli è piaciuto. C’era tutto, mica solo la lingua, c’erano persino le orecchie.
Scandalizza ancora?
A me non scandalizza niente. Anzi ha sorpreso di più vedere Gino Paoli e Ornella Vanoni, certamente bravissimi, ma ormai fuori contesto. E anche Gianni Morandi mi è sembrato rallentato. Mi è piaciuto solo quando ha preso la scopa in mano. Quello è stato un gesto immediato, diretto, esplicito. Voler mettere tutto dentro è molto complicato. Sembrava un’Enciclopedia Treccani. Le canzoni parlano più di tante lettere e monologhi.
Non le sono piaciuti?
No, basta con il monologo… Al Festival deve esprimersi la musica, non c’è bisogno di istruire la gente, che alle cose ovvie ci arriva da sola. Sappiamo già tutto, non se ne sentiva il bisogno.
E la sceneggiata di Blanco?
Ha fatto un macello, ma ha dato vita ai fiori recisi, che non mi sono mai piaciuti. Io adoro le piante.
Allora, cosa non l’ha soddisfatta?
I vestiti di Chiara Ferragni. Se metti un abito provocatorio ci devi stare dentro bene, nun te devi vergogna’. Mica devi stare gobba per non mostrare un seno, che peraltro non c’è. Se devi indossare una corazza, almeno sia con una quarta. E allora sì che è una corazza. E poi basta, chi se ne frega del seno.
Ora diventa paladina anche del movimento «free the nipple», fuori i capezzoli?
Sdoganiamo il seno una volta per tutte. È una parte del corpo come le altre. Ed è più bello che vedere le parti intime maschili. Viva il petto.
Non le hanno dato fastidio gli uomini truccati?
Per carità, anzi mi piace l’uomo truccato. Mi ricordo a Tale e quale show un ragazzino scialbo, poi, quando ha interpretato Damiano dei Måneskin, si è trasformato. Bellissimo, sembrava Johnny Depp nel Pirata dei Caraibi. Gli uomini devono cominciare a truccarsi, alcuni sarebbero meno anonimi. I miei assistenti li voglio con un filo di trucco.
Cosa direbbe Salvini del make-up per il maschio?
Con un filo di kajal starebbe bene pure lui, damme retta. L’occhio diventa subito più intenso.
A destra cosa pensano delle sue posizioni?
Ma cosa m’importa! Io mi trovo bene con me stessa. Punto. Avrai sempre odio, indifferenza oppure chi ti dice che fai bene. Non mi interessa proprio. Ho tolto la corazza. Quella che ti obbligava a dire, a fare, a essere inquadrato in uno schema.
Lei è stata sempre una combattente, non è stanca?
Quando uno è giovane fa l’ira di Dio, poi a una certa età è giusto ricominciare con le provocazioni. Io, che mi sento diversamente giovane, dico semplicemente quello che penso. Forse anche qualche «stronzatella». Ma quando superi i 50 anni se continui ad avere un atteggiamento rigido è meglio che ti chiuda in casa per sempre.
Cosa non sopporta?
Detesto l’ipocrisia, come il funzionario del Parlamento europeo che si stupisce perché non c’era la X. Quanto discutiamo e invece dobbiamo agire. Se non mi fossi rifiutata di firmare mi sarei adattata a seguire un rallentamento di tutto un percorso. Ho preferito dire: «Cancellatemi». Se in Italia riduciamo la morbosità sul sesso, se alleggeriamo, possiamo trarne un vantaggio tutti. Basta con questo bieco voyeurismo.
Cosa è il sesso per lei?
Per me c’è il sesso degli angeli, non mi appassiona più. Lo trovo una cosa ultronea.
E all’amore crede ancora?
L’amore è bellissimo. Ci credo, lo vivo: per mio marito, per i miei figli. Non sono una donna dipendente dal lavoro, ma dalla famiglia. In questo sono all’antica. Ero a una manifestazione, mia figlia aveva un’influenzina e si sentiva deboluccia. Di colpo il mio occhio era perso, ormai smarrito, me ne sono dovuta andare per tornare da lei. Ora mi sono tatuata sul dito medio, perché è molto importante fare politica con un tatuaggio sul dito medio, un mandala che rappresenta la famiglia.
Questa è la sua parte Scicolone?
Sì, Villani, Loren. Invece la parte asessuata è quella Mussolini.
Ma suo nonno non era un tombeur de femmes?
Sì, ma era più leggerino, leggero.
Quando le dicono che davanti alla sua svolta si rivolta nella tomba, cosa pensa?
Ma chi se ne frega, tanto sono frasi che sento da sempre. Non mi voglio rivoltare io su una sedia quando leggo e vedo cose che fanno soffrire e danneggiano i ragazzi. Bullizzati per una stupidaggine. Si uccidono per aver indossato un pantalone rosa. Ho visto quanto soffre questa generazione.
Che esperienza ha?
Conosco tanti amici e amiche dei miei figli che vivono male una condizione di omosessualità e hanno paura a parlarne con i genitori. Per me è inconcepibile. L’importante è stare bene, che ci sia l’affetto. Il resto conta poco. Cosa importa al mondo con chi sto nel letto, posso farmi i fatti miei?
Cosa ne pensa Giorgia Meloni?
Ognuno ha le sue convinzioni e avere rispetto per quelle altrui è importante. Divento matta solo quando mi accusano di dire sciocchezze. Lì scatto.
Allora, liberi tutti.
Più che libertà, direi intimismo. Ritornare a un privato. Perché si parla solo di sesso e non d’amore? Parliamo d’amore che è universale. Aumenta pure il Pil grazie all’amore.
Ormai lo dicono in molti: lei è diventata una donna di sinistra.
Non ci sono più steccati. Mi sono posta il tema: perché nessuno di sinistra ha detto: «Datemi una X»? Secondo me si sono adattati o forse gli sembra scontato. E non lo è affatto. Essere libero, coraggioso, prescinde da destra, sinistra, centro. Io la X la pretendo. Come pretendo i bagni neutri.
Già visitati?
Sì, a Londra: gender neutral toilet. E lì non ho fatto la fila, come si è costrette al bagno delle donne. Dài su, è tutto un po’ sbagliato. I ragazzi sono mille anni avanti a noi, danno per scontato la società fluida. La sessualità si può pure cambiare, la vita è troppo lunga per essere di un unico sesso. Che noia.
Sta pensando a un cambio radicale anche in quel campo?
Io non cambio, ma voglio cambiare gli altri. O almeno inserire una novità. Piccoli passi come con la fisioterapia.
A proposito di grandi mutamenti, i busti del Duce restano o si rinfresca anche l’arredamento di casa?
I busti non me li toccate, ne voglio sempre di più. Vado anche a comprarli nei mercatini. A casa sua ognuno è libero di tenere i busti che vuole. Io ho mia nonna Rachele, le pagelle di papà firmate dal nonno. È la mia famiglia. Nello studio ho messo un quadro di due metri di mio nonno e l’ho illuminato. C’è lui e accanto la coppa di Ballando. Sono eclettica, sono fluida. La vita è fatta di elasticità. Niente è fermo. Noi cambiamo in continuazione. Chi non cambia ha paura. Ha paura anche di sé stesso.