Pino Donaggio: il re delle colonne sonore vince il Premio Tenco
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Pino Donaggio: il re delle colonne sonore vince il Premio Tenco

Oltre al grande compositore, saranno premiati a Sanremo anche Gianna Nannini come artista e Franco Fabbri come operatore culturale

“Trattando come sinfonia una canzone giovane giovane, ha portato musica nella canzone italiana, quasi a dire: io che non vivo senza te. Da una casa in cima al mondo ha dato la scalata al cielo muto come se affermasse: il domani è nostro. Poi, il cane di stoffa e la ragazza col maglione hanno assistito alle sue affermazioni internazionali nelle vesti di autore di colonne sonore. Partito da Sanremo, torna in questa città con un meritatissimo premio alla carriera che ha il sapore di una memoria storica in grado di abbracciare Brian De Palma e le palme di corso Imperatrice”.

Con queste motivazioni, Pino Donaggio, re delle colonne sonore e autore di alcune delle canzoni italiane più famose anche all’estero, ha vinto il Premio Tenco 2019.

Un riconoscimento a sorpresa, ma meritatissimo, che dal 1974 viene assegnato alla carriera degli artisti che hanno apportato un contributo significativo alla canzone d'autore mondiale.

Nato a Burano il 24 novembre 1941, Giuseppe “Pino”Donaggio, con il suo brano più noto, Io che non vivo (senza te,) ha venduto, nelle varie versioni e cover, oltre 80 milioni di copie in tutto il mondo.

Come compositore di colonne sonore ha collaborato, tra gli altri, con registi come Brian De Palma (nel cui lungo sodalizio ha musicato ben sette film, tra i quali Carrie, lo sguardo di Satana e Vestito per uccidere), Dario Argento e Pupi Avati.

Un premio che va a un musicista di grande talento e di caratura internazionale, che ha iniziato a studiare violino a soli 10 anni, prima al Conservatorio Benedetto Marcello di Venezia e poi al Giuseppe Verdi di Milano, dove collabora anche con il maestro Claudio Abbado, che lo vuole nell'orchestra "I Solisti di Milano".

Donaggio debutta al Festival di Sanremo 1961 con Come sinfonia, un brano che rivela i suoi trascorsi di conservatorio, rieseguito da Teddy Reno, ottiene il terzo posto nel 1963 con Giovane giovane, un frizzante twist eseguito in coppia con Cocky Mazzetti, ma il grande successo arriva al festival del 1965, dove presenta Io che non vivo (senza te), che arriva prima in classifica per tre settimane.

La canzone viene eseguita da Jody Miller, ma sarà la versione di Dusty Springfield, in lingua inglese, intitolata You Don't Have to Say You Love Me, a fare il giro del mondo, fino a diventare uno standard del pop internazionale, cantata anche da Elvis Presley nei suoi concerti.

Scaduto il contratto con la Columbia, casa discografica con cui aveva esordito, Donaggio firma con la Carosello all’inizio degli anni Settanta, avvicinandosi nel 1976 alla canzone impegnata Certe volte..., a cui partecipano Massimo Bubola e Tullio De Piscopo.

Nel 1973 inizia una seconda carriera come autore di colonne sonore, inaugurata dal successo del thriller A Venezia... un dicembre rosso shocking (Don't Look Now) di Nicholas Roeg.

Il regista Marcello Aliprandi lo chiama per musicare Corruzione al palazzo di giustizia con Franco Nero e Un sussurro nel buio, un altro thriller in cornice veneziana.

Brian De Palma, dopo aver apprezzato il suo lavoro con Roeg, gli chiede di realizzare una colonna sonora per Carrie, lo sguardo di Satana, dando inizio a uno dei sodalizi più celebri nella storia del cinema.

Il regista statunitense richiama Donaggio per Home Movies, Vestito per uccidere, Blow Out, Omicidio a luci rosse e Doppia personalità.

Oltre ai thriller e agli horror, Donaggio non disdegna nemmeno la commedia di Non ci resta che piangere della coppia Benigni - Troisi, 7 chili in 7 giorni con Verdone e Pozzetto, Il mio West con Pieraccioni e Bowie, drammi sociali come Il caso Moro e Giovanni Falcone entrambi di Giuseppe Ferrara e l'erotismo sofisticato di Liliana Cavani per Interno berlinese.

Negli ultimi anni il compositore ha firmato diverse musiche per Rai Fiction, tra cui quelle della serie Don Matteo, ha presieduto la giuria degli esperti del Festival di Sanremo 2018 e ha lavorato a stretto contatto con Massimo Ranieri per il suo ultimo album.

Gianna Nannini vince il Premio Tenco

L’altra vincitrice a cui verrà consegnato al Teatro Ariston di Sanremo (dal 14 al 17 ottobre) il premio riservato agli artisti è Gianna Nannini, mentre, per quanto riguarda gli operatori culturali, è stato assegnato il Tenco a Franco Fabbri, che ha affiancato all’attività artistica quella di saggista, docente, autore e conduttore radiofonico e televisivo.

Mentre da anni In Italia è in corso un acceso derby  tra Vasco Rossi e Ligabue, a suon di dischi di platino e di concerti oceanici, per la palma di cantante rock più amato, la situazione appare più delineata per il rock al femminile, dove Gianna Nannini è la regina incontrastata.

La cantautrice senese, che dal vivo ha ancora la grinta di un’esordiente, ha iniziato la sua carriera oltre 40 anni fa con l’album omonimo del 1976, ricca di successi e impreziosita perfino da un’opera rock, Pia de’Tolomei, ispirata al personaggio che appare nel canto V del Purgatorio di Dante, una donna forte e coraggiosa, i cui testi sono scritti in bruscello in ottava rima insieme alla scrittrice Pia Pera.

Non solo rock, ma anche una laurea in Lettere e Filosofia conseguita nel 1994 all'Università di Siena con il massimo dei voti e un impegno costante a favore dell’ambiente e per i diritti delle donne.

Ecco le motivazioni del Premio Tenco alla rocker toscana: “Ha fatto il suo intimidito esordio sanremese davanti al pianoforte nel glorioso Tenco ’76. Ma in brevissimo tempo, e in maniera impetuosa, si è affermata abbattendo le staccionate tra la canzone d’autore e il rock. Ha dimostrato in tutta Europa come non soltanto la lingua italiana potesse essere adatta a questo tipo di musica, come fosse possibile innestarvi linguaggi poetici e, soprattutto, come per la musica di spessore avessero scarso significato le barriere, le rigide definizioni e le separazioni stilistiche”.

Il programma e gli ospiti del Premio Tenco 2019

Il titolo del Premio Tenco 2019 è Dove vola colomba bianca e si propone come memoria storica della canzone italiana dal 1951 (prima edizione del Festival) fino ai giorni nostri.  Uno sguardo sul panorama della musica leggera nazionale dall’osservatorio della canzone d’autore.

Nella prima giornata della Rassegna, il 17 ottobre, è prevista una serata interamente dedicata ai vincitori delle Targhe Tenco 2019, a cui parteciperanno, con set inediti, Vinicio Capossela (disco assoluto), Daniele Silvestri(canzone singola), Enzo Gragnaniello (album in dialetto), Alessio Lega (interprete di canzoni), Fulminacci (opera prima) e un rappresentante di Adorizia (album collettivo a progetto).

Ad anticipare le serate del Premio Tenco 2019, la mattina di mercoledì 16 ottobre, sarà una masterclass su Fabrizio De André in cui interverranno alcuni artisti ed esperti di musica per approfondire, studiare e raccontare, attraverso testimonianze e immagini, la figura del cantautore genovese in un incontro con gli studenti.

Ufficio Stampa Goigest
Gianna Nannini sarà una delle protagoniste del concertone del Primo Maggio a Roma

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Gabriele Antonucci