Il Pixel 4 XL si comanderà con i gesti
Google ha pubblicato un video in cui mostra, per la prima volta, una serie di funzioni per gestire le app con la sola imposizione delle mani
Sono Motion Sense e Face Unlock le due nuove funzioni di cui sarà sicuramente dotato il Pixel 4 XL, nuovo smartphone di Google in arrivo in autunno.
A confermarlo è stata la stessa Big G, che ha diffuso ieri un video sui social in cui mostra di cosa si tratta. Facile il secondo, la risposta della compagnia ad Apple e al suo Face ID. Basterà guardare il display bloccato per autenticarsi, in maniera sicura e veloce, dimenticando per sempre lettori di impronte digitali.
Anche altre aziende hanno tentato la stessa strada, ad esempio Samsung, con risultati però quasi mai paragonabili a quelli dell'iPhone X (e poi XS e XR). Più complesso il Motion Sense. Figlio della tecnologia "Soli", già sviluppata anni fa da Google, l'obiettivo è quello di consentire all'utente di gestire alcune attività del telefonino senza toccarlo. Anche qui, nessuna sorpresa: LG con il suo attuale G8 segue una strada simile, spesso con operazioni poco fluidi e fini a sé stesse. Abbiamo provato lo sblocco del telefonino di LG con la lettura delle "vene", ossia mostrando il polso, e non è che la cosa funzioni a dovere ogni volta.
Quello a bordo del Pixel 4 XL dovrebbe essere migliore per un motivo: si tratta di un sensore che sfrutta sicuramente la parte hardware ma soprattutto quella software, gli algoritmi sviluppati internamente che sono in grado, se solo lo volessero, di fare la differenza. Ci crediamo, perché quando si tratta di ottimizzare contesti del genere, Google è la numero 1: il Pixel 3 XL, con una sola fotocamera sul retro, per mesi ha tenuto testa alle configurazioni doppie e triple della concorrenza, dimostrando che non è solo il numero di camere a rendere una foto bella, molto dipende anche dal mix di strumenti del sistema operativo e ottimizzazione delle scene.
Beh ma cosa ci faremo con il Motion Sense? Saltare le canzoni, spegnere la sveglia e rifiutare le chiamate in arrivo. La società afferma che questa funzione è destinata a evolversi nel tempo, man mano che impara dal comportamento dell'utente, estendendosi dunque verso altre operazioni. Il dubbio è uno solo: il video di Google mostra un telefonino che si trova esattamente dinanzi all'utente mentre, nella nostra quotidianità, non abbiamo un inserviente che ce lo tiene sempre così.
Bisognerà capire quanto la tecnologia funzionerà in scenari classici, magari quando il Pixel è sulla scrivania o sul treno, controluce o, addirittura, senza nessuna luce. Perché un conto è la teoria, tutt'altro la pratica.