Processo Bibbiano; pesante condanna per Claudio Foti
4 anni e interdizione dai pubblici uffici e sospensione della professione per lo psicologo e psicoterapeuta alla testa del sistema di affidi di decine di bambini
4 anni di carcere. È arrivata poco fa a tre anni dall'inizio dell'inchiesta denominata «Angeli e Demoni» la sentenza contro Claudio Foti, lo psicoterapeuta titolare del centro «Hansel & Gretel» per il caso degli affidi illeciti di Bibbiano.
Una condanna pesante quella per il principale imputato del processo che, lo ricordiamo, si è svolto con il rito abbreviato (altrimenti la pena sarebbe stata ancor più pesante, cioè 6 anni). Oltre a questo Foti è stato interdetto dai pubblici uffici per 5 anni e sospeso per due anni dall'esercizio della professione di psicologo e psicoterapeuta. Cosa non da poco dato che Foti lavorava con centinaia di Comuni e perfino per la Scuola superiore della magistratura.
Condanna quindi pesante che però dà concretezza e di fatto conferma le teorie dell'accusa riguardo questa vicenda che fece molto discutere quando scoppiò nel giugno 2019 dopo un lavoro cominciato a seguito delle denunce di diversi genitori.
Secondo l'accusa infatti Foti, con alcune collaboratrici e collaboratori, avrebbe costituito un sistema attorno all'affidamento di diversi bambini allontanati in maniera illecita dalla loro famiglie naturali per essere poi seguiti da case di cura private o da una Onlus piemontese, appunto la Hansel & Gretel, ovviamente a pagamento ed ovviamente gestita dal Foti stesso. Un giro da centinaia di migliaia di euro.
Dai racconti di allora emerse un vero e proprio progetto dell'orrore; i bambini infatti venivano allontanati dai loro genitori, dalle loro case e dalle loro famiglie grazie alla falsificazione di alcuni disegni a cui venivano aggiunto ad esempio dei dettagli di tipo sessuale oppure genitori rappresentati come figure del male, pronte a spaventare o colpire i piccoli, alterazione forzata in alcuni colloqui dello stato emotivo dei bambini che finivano così per essere manipolati.
A rafforzare inoltre la bontà del lavoro degli inquirenti il fatto che la maggior parte degli altri 22 indagati è stata rinviata a giudizio; segno quindi che l'accusa contro quello che è stato definito il «sistema Bibbiano» ha superato lo scoglio della prima fase processuale.
Foti è la seconda persona condannata in questa lunga e dolora vicenda: prima di lui toccò infatti ad una delle assistenti sociali dell'Unione Val d'Enza, Cinzia Magnarelli, rea confessa e condannata (con il patteggiamento) a un anno ed otto mesi di carcere.
Si attendono ora le motivazioni della condanna mentre si cerca di capire, come avanzato e sospettato anche dal nostro Maurizio Tortorella nel suo libro-accusa «Bibbiano e dintorni» se comportamenti e casi analoghi siano avvenuti anche altrove viste le difficoltà anche del sistema di controllo dei Tribunali dei Minori.