Nel processo Salvini gli ex ministri grillini rinnegano loro stessi
«Decideva lui da solo» hanno spiegato Trenta e Toninelli; mentre spunta il video di un sommergibile italiano presente nell'area dell'incontro tra la Open Arms ed i migranti
Non è stata un’udienza come tutte le altre quella tenutasi oggi a Palermo contro Matteo Salvini nell’ambito del processo su quanto accaduto alla nave Open Arms con le pesantissime accuse di Omissioni d’atti d’ufficio e, soprattutto, sequestro di persona per aver proibito per giorni lo sbarco di 147 migranti.
Non è stata un’udienza come tutte le altre dato che ha regalato ai presenti una notizia politica ed una di cronaca. La notizia politica è la netta presa di distanza di Elisabetta Trenta e Danilo Toninelli (ma quanto non ci manca…) dall’azione del Ministro dell’Interno. Insomma l’ex ministro della Difesa e l’ex titolare delle infrastrutture del Governo Conte I hanno dichiarato che quanto accaduto per la open Arms era solo farina del sacco dell’allora titolare del Viminale e della sua linea dei porti chiusi.
Tutto prevedibile, visto l’andazzo politico di oggi, visto che Toninelli e la Trenta hanno da anni ripudiato la maggioranza gialloverde, come se non fosse cosa loro; come se nelle riunioni del Consiglio dei Ministri di migranti non se ne parlasse. Come se nemmeno l’approvazione dei famosi Decreti Sicurezza fosse cosa loro. Siamo al «non c’ero e se c’ero dormivo».
Siamo quindi all’estremo tentativo dell’ormai vero partito comunista italiano e cioè il Movimento 5 Stelle, di cancellare il passato, nemmeno troppo lontano, per potersi presentare come unici difensori dei poveri, dei migranti, delle libertà degli ultimi. D’altronde difficile pensare diversamente da un Movimento che sceglie di manifestare contro il Governo Meloni partendo da Scampia.
Ma c’è poi la notizia di cronaca, processuale, che ha scosso le fondamenta di questo già traballante processo: è infatti spuntato del materiale di cui la procura e non solo lei, era a conoscenza senza che però lo fossero i difensori di Salvini.
Spunta infatti negli atti dell’inchiesta un video e diversi audio presi, registrati da un sommergibile italiano presenti proprio in quelle ore, in quelle zone.
Il sommergibile «Venuti» infatti si trovava per le consuete attività di pattugliamento e sicurezza nel Mediterraneo avrebbe assistito al primo contatto tra la Open Arms ed il barchino di migranti poi trasferiti sulla nave. Ebbene; a parte la stranezza sulla misteriosa scomparsa negli atti di questo materiale da quanto messo a disposizione della difesa, sembrerebbe che le immagini e le parole registrate raccontano una verità diversa da quella da sempre propagandata dalla Ong. Il gommone con i migranti infatti non sarebbe stato in difficoltà ma la Open Arms si sarebbe avvicinata lo stesso imbarcando tutti i presenti.
Politica e cronaca. Il processo è appena cominciato; se ne vedranno delle belle, questo è certo.
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