il Presidente russo Vladimir Putin
(Ansa)
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Putin sfida l'Occidente, Mosca prova a rompere l'isolamento

Tra nuove alleanze e crisi ucraina, il vertice di Kazan è il banco di prova per la Russia contro le sanzioni internazionali

Oggi si è alzato il sipario sul sedicesimo vertice dei BRICS a Kazan, in Russia, un evento che durerà fino al 24 ottobre e ha già catalizzato l'attenzione mondiale. Il summit mira a rafforzare la cooperazione economica tra i membri e rispondere con decisione alle sanzioni occidentali. E quale occasione migliore per Mosca per dimostrare che, nonostante l’isolamento diplomatico dovuto alla guerra in Ucraina, le sue relazioni internazionali restano salde e strategiche? Un’impresa tutt’altro che semplice, soprattutto dato il contesto, ma una sfida che il Cremlino sembra deciso a raccogliere, sventolando con forza il vessillo della resilienza diplomatica.

A Kazan sono arrivati rappresentanti di 36 nazioni, tra cui 22 capi di Stato e di governo, accompagnati da sei organizzazioni internazionali. Spiccano i nomi di leader di peso come quelli di Cina, India, Sudafrica, Iran ed Egitto, pronti a scrivere una nuova pagina nelle relazioni globali.

Il BRICS, fondato nel 2009 e composto inizialmente da Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica, ha ampliato la sua composizione con l’inclusione di Emirati Arabi Uniti, Iran, Egitto ed Etiopia. Questi paesi rappresentano ben il 45% della popolazione mondiale e circa il 35% del PIL globale, numeri destinati a crescere entro la fine del decennio. Durante il summit, il presidente russo Vladimir Putin ha sottolineato l’importanza di una “piattaforma multipolare” in cui i paesi BRICS possano collaborare senza interferenze occidentali.

Uno dei punti chiave del vertice è lo sviluppo del cosiddetto ‘BRICS Bridge’, una piattaforma digitale per pagamenti transfrontalieri pensata per aggirare il sistema finanziario globale dominato dal dollaro. The Economist riporta che Putin sta spingendo con forza questa nuova infrastruttura, con l’obiettivo di ridurre l’impatto delle sanzioni occidentali. Tuttavia, il progetto non è privo di ostacoli: “I funzionari russi nel settore finanziario sono scettici, poiché realizzare una piattaforma digitale senza il coinvolgimento delle principali banche dei BRICS sembra un’impresa complicata”, ha osservato l’analista politico Aleksandr Morozov.

A tenere alta l’attenzione sul vertice è soprattutto l’atteso incontro di giovedì 24 ottobre tra Vladimir Putin e António Guterres, Segretario Generale delle Nazioni Unite. Sarà il primo faccia a faccia in Russia da oltre due anni e il confronto si preannuncia teso, con la crisi ucraina al centro delle discussioni, una questione che continua a dividere la comunità internazionale. Secondo quanto riferito dal Cremlino, il dialogo verterà non solo su “questioni internazionali di attualità”, ma anche sulla delicata situazione in Medio Oriente. Tuttavia, la decisione di Guterres di incontrare Putin ha già sollevato dure critiche, soprattutto dall’Ucraina, che lo accusa di “compromettere la reputazione delle Nazioni Unite” e di non contribuire alla pace, come riportato dall’agenzia AGI.

Guterres, che ha più volte condannato l’invasione russa, aveva richiesto una “pace giusta” basata sul rispetto del diritto internazionale e dell’integrità territoriale dell’Ucraina. Tuttavia, il suo incontro con Putin si svolge in un clima di crescente sfiducia verso il sistema multilaterale e le istituzioni internazionali. A conferma della determinazione russa, Yurij Ušakov, stretto consigliere di Putin in materia di politica estera, ha dichiarato: “Questo vertice è una piattaforma per la Russia per dimostrare che i tentativi di isolarla sono falliti”.

Durante il summit, il leader del Cremlino ha avuto un incontro con il presidente cinese Xi Jinping, rafforzando ulteriormente la già solida collaborazione tra Russia e Cina. Xi ha dichiarato che “Pechino continuerà a sostenere lo sviluppo del BRICS e a intensificare gli sforzi per una cooperazione economica più stretta”. La Cina, principale partner commerciale di Mosca, vede crescere la sua influenza all’interno del gruppo. Anche l’India, rappresentata dal Primo Ministro Narendra Modi, è intervenuta ribadendo il suo impegno nel favorire una risoluzione pacifica del conflitto in Ucraina. “Siamo pronti a offrire tutto il sostegno necessario per raggiungere una pace duratura”, ha affermato Modi, che ha partecipato a colloqui bilaterali con Putin.

Un tema di grande rilevanza nel vertice di quest’anno è l’espansione del BRICS. Altre nazioni, come Turchia e Arabia Saudita, hanno mostrato interesse per l’adesione al gruppo. Tuttavia, rimangono tensioni all’interno dell’organizzazione, con la Cina che spinge per un’espansione rapida, mentre l’India preferisce un approccio più cauto. Le relazioni tra Cina e India restano difficili, complicate da questioni territoriali irrisolte e dalla competizione economica. Inoltre, le tensioni tra Iran e paesi arabi, rappresentati dagli Emirati Arabi Uniti, mettono alla prova la coesione del blocco.

Questo vertice segna un momento decisivo per il futuro del blocco BRICS e per la Russia, che cerca di sfruttare questa vetrina internazionale per riaffermare la sua rilevanza geopolitica nonostante le dure sanzioni. La presenza di figure di primo piano come Xi Jinping e Narendra Modi sottolinea il peso crescente del BRICS come fulcro di un ordine mondiale multipolare. Ma l’incontro clou sarà probabilmente quello di giovedì tra Putin e António Guterres, con la crisi ucraina al centro delle discussioni, una questione che promette di intensificare ulteriormente le già accese tensioni geopolitiche.

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Lara Ballurio

Giornalista, Esperta in comunicazione, Analista geopolitica, Ghostwriter

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