Raffaella Carrà: "Replay", la recensione
Tre lingue e undici brani tutti da ballare. Il passato, il presente e il futuro del divertimento in musica, di uno show che (oggi) possiamo solo immaginare
Raffaella Carrà pubblica il 19 novembre 2013 "Replay (The Album)". Erano più di 15 anni che non pubblicava un nuovo album da studio. Per una donna di spettacolo che in una carriera ha pubblicato più di 20 dischi, questo non è solo un passatempo in attesa di rivederla su Raidue, è un vero e proprio ritorno evento. Che lo vogliate o no, la Carrà rimane uno dei personaggi di culto della televisione e suo modo anche della musica italiana. Lo sappiamo tutti, ma è sempre bene ribadirlo.
Tutto, come ha raccontato emozionata al TG1 qualche giorno fa, nasce da "The Voice", il talent show di Raidue che ha portato molto più ai giudici che ai vincitori, ridando forza e energia alle loro vite professionali. Questo disco, che è un po' la costola di "A far l'amore comincia tu" in versione Remix con Bob Sinclar del 2011, si pone una sola regola: non prendersi sul serio. Noi, almeno per le prossime sei righe, un po' lo faremo. Perdonateci.
Sono undici le tracce che compongono questo album. Quattro in inglese, cinque in italiano e due in spagnolo (che sono le versioni latine di "Replay", intitolata "Fernando", e "Toy Boy"). Il primo impatto con le canzoni in inglese, in tutta onestà, è tremendo. È vero che in questo disco c'è la volontà di ritrovare il giovanilismo dance del nuovo millennio, ma è difficile andare oltre "Fun fun fun" senza provare la stessa sensazione che si prova quando ti raccontano una barzelletta che non fa ridere.
La pronuncia dei testi, l'emulazione delle hit da discoteca più anonime, persino la voce della sua protagonista sembra di una ragazza qualunque.
La produzione esecutiva di Max Moroldo, che dal nostro punto di vista è garanzia di qualità, attenzione al gusto popolare che sa colpire le corde del grandissimo pubblico, in questa prima parte dell'album non porta niente di interessante.
Ok, dimentichiamoci del triste inizio e immergiamoci in quello che riteniamo essere il vero cuore di "Replay", le canzoni in italiano. Si parte da "Cha cha Ciao", canzone scritta da Gianna Nannini che è la classica party hit con una dose di divertimento (anche in Raffaella che la canta) di livello superiore. Gianna Nannini sui cori, poi, va ulteriormente a impreziosire una canzone tanto improbabile quanto spontanea in puro stile Anni 80. Centra appieno lo spirito di "Replay" ed è la migliore traccia dell'album.
Si continua con "Toy Boy", un brano dai connotati un po' più rock, un brano "crudo" e per nulla romantico che si fa piacere per il sound (impreziosito dal sax di Luca Signorini) con un testo "fuori di testa" che rimane impresso in testa a vita per la sua dose di stramberia. Anche qui, una traccia che misteriosamente funziona anche nella provocazione del sentire una donna di 70 anni cantare:
Toy Boy, Toy Boy le piaci, sei così giovane
Toy Boy, Toy Boy le mani, le danno un brivido
Toy Boy, Toy Boy stupendi, questi momenti tuoi
Sai bene amica che ti costerà
Passiamo a "Il Grande Boom", scritta tra gli altri da Peppi Nocera, inno all'Italia e ai nomi che l'hanno resa grande e rispettabile. È subito atmosfera del musical, strappa ancora una volta un sorriso. Un gioco pieno di speranza che farebbe ballare anche le pietre.
"Mi troverai", attraverso la macchina del tempo di questo disco, ci riporta su suoni disco dance più attuali, un brano di passaggio al tango de "Il Lupo" scritta con le parole di un riconoscibilissimo Cristiano Malgioglio. Un classicone da ballo di sala arrangiato in modo sorprendente, soprattutto nelle battute iniziali.
Ascoltando e riascoltando questo "Replay" (in cui c'è anche lo zampino di Charlie Rapino, molto vicino all'ambiente "Amici" fino al 2010) c'è tutta l'atmosfera dei grandi show di Raffaella Carrà con Sergio Iapino (ispiratore del progetto attuale) e di Gianni Boncompagni. Quel sapore un po' surreale e al contempo virale (nel senso più vintage che conoscete) della nostra tv italiana.
Ecco: il vero difetto di un progetto come questo, è che manca il pezzo più importante. Ovvero la trasmissione tv dove Raffaella può presentare i pezzi, metterci la sua fisicità, la sua energia che da sola supera nove decimi dei nuovi talenti musicali in circolazione. La tv in questi 15 anni è cambiata, ma certe cose non dovrebbero cambiare mai.
"Replay" è la celebrazione non nostalgica ma molto consolatoria di un tempo d'oro che oggi, dobbiamo farcene una ragione, non c'è più.