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Ravenna: i 7 migliori ristoranti (più 3)

Osterie che pescano nella tradizione, locali giovani e sorprendenti. Grandi eccellenze, dalle piadine ai piatti gourmet. Di pesce ma non solo

Una parola ricorre con insistenza in questa rassegna del meglio ravennate a tavola: osteria. Tante eccellenze l’hanno scelta come insegna, premessa del nome, portavoce immediatamente distinguibile dei valori d’ospitalità, calore, accoglienza che li contraddistinguono. Di sicuro accade al Mariani Lifestyle dove Panorama d'Italia effettuerà il suo showcooking della tappa romagnola.

Ma il bello di Ravenna è che i locali che la caratterizzano sono eterogenei tra loro, confermando capisaldi e valori della ristorazione del capoluogo romagnolo: varietà, innovazione nel rispetto della tradizione o sì, in parallelo, ortodossia, puro ossequio all’eredità e agli ingredienti del territorio. 

Il risultato è un viaggio all’altezza di ogni palato. Quello innamorato delle contaminazioni e quello che desidera purezza, scoprendo oppure riscoprendo sapori a cui è affezionato o di cui ha sentito a lungo parlare. Di seguito, non mancano dritte per tutti.

Di mare, com’è ovvio e la posizione geografica, l’influenza dell’Adriatico, impongono; anche di terra, però, o vegetariani. Con piadina e salumi non scontati bensì doverosi protagonisti, accanto a suggestioni che arrivano da lontano. Con una menzione particolare per i luoghi, richiamati, mantenuti o ricreati dagli abili ristoratori di Ravenna: un sottomarino, un cinema, un palazzo del Quattrocento, un salotto d’inizio Novecento. Per quel tocco d’inatteso che rende ancora più speziata, unica, l’esperienza a tavola.

Ristorante Osteria Del Tempo Perso

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«Una cucina leggermente creativa che non volta le spalle alla tradizione». È la sintesi e lo spirito di questo ristorante in pieno centro, che mette sugli scudi il pesce ma spazia tra divagazioni di terra e vegetariane. Tra libri, foto e bottiglie di vino a fare da contorno, si assaggia il pane fatto in casa e ci si tuffa nel menu. Tra gli antipasti, tonno rosolato in salsa di papavero con spinaci saltati e salsa al vino rosso e spezie o un carpaccio di rana pescatrice con lattuga di mare, mango e pepe rosa. Tra i primi: paccheri saltati alle cime di rapa e alici su crema di mozzarella di bufala o fagottini ripieni di fave su crema di pere e cialda di pecorino. Tra i secondi, oltre a un fritto misto o il branzino rosolato su purè di patate viola e fiori di zucca, anche una lombata di vitello con scaloppa di foie gras, tortino di patate e ristretto di passito. Ultime tentazioni, i dolci: terrina ai tre cioccolati con creme; cannoli al mascarpone con scaglie di cioccolato; semifreddo al frutto della passione e ancora altro. Tanto altro. Perché assecondare il gusto non è mai tempo perso.

Indirizzo: Via Gamba, 12

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Ristorante Alexander

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Un’atmosfera d’altri tempi, un’esperienza che rimane nel cuore. Perché varcare le porte di questo ristorante significa fare un salto all’indietro negli Anni Trenta, quando il locale era tra i più frequentati della città. Ospitava e a lungo ha ospitato spettacoli teatrali e proiezioni cinematografiche, prima di alzare il sipario su tovaglie e cucina mantenendo l’eleganza e le suggestioni dello stile Liberty. Ingredienti di una transizione che di suo giustificherebbe una curiosa visita, peccato che il bello si moltiplichi accomodandosi a tavola. Per un menu di carne e di pesce che mescola tradizione e tocchi creativi e mette al primissimo posto la freschezza degli ingredienti. In omaggio alla struttura originale del cinema, ancora intatta, i piatti sono serviti tra platea e galleria. Trasformando ogni pasto in una straordinaria prima visione.  

Indirizzo: Via Bassa del Pignataro, 8

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Ristorante Osteria Piattoforte

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Tuttavia il singolare del nome contiene un’inesattezza, perché i piatti forti qui sono tanti e ingaggiano tra loro una deliziosa gara di squisitezza. Certo, c’è il vanto della casa, ovvero «quant’è buono l’agnello!!!!» (i quattro punti esclamativi sono di serie), un carré con noci, capperi e miele con timballo di cosciotto alle melanzane; ci sono due variazioni vegetariane: i tagliolini di kamut al sangiovese su crema di zucca e tartufo o il flan di asparagi e gorgonzola su insalata con noci e pere, però tutta la sezione della carta «Lo chef si racconta» è uno straordinario viaggio nel percorso di questo ristorante giovane, fresco di celebrazioni del suo terzo compleanno, ma comunque ricco di idee e stile ai fornelli. Dal flan di asparagi e gorgonzola su insalatina con uova di quaglia e tartufo di pineta al tagliolino al sangiovese in bianco di acciughe leggermente piccante su crema di asparagi fino al piccione «alle tre maniere», i due assaggi di cervo e cinghiale, il petto d’anatra all’arancia con tortino di mele e uvetta, c’è parecchio da sperimentare. Completano il quadro numerose proposte di pesce, i dessert con un angolo del cioccolato a parte, una robusta carta dei vini. Corollario necessario per gustare a dovere ogni piatto forte.

Indirizzo: Vicolo degli Ariani, 10

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Osteria L'acciuga

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Citazione dal sito ufficiale: «Un luogo surreale dove entrando, in un solo attimo, ci si trova all’interno di un sommergibile». Con ventole, oblò alle pareti, tutto il corollario che la fantasia può suggerire e ancora oltre. Del suo essere fuori dal comune, questo ristorante fa un punto di forza, un pregio, un puntello. Ma non si scherza nemmeno per un istante con il menu, con una serie appetitosa di proposte di mare che variano, si alternano e arricchiscono in base alla disponibilità del giorno. Capisaldi sono il polpo scottato, le mazzancolle dell’adriatico, le alici marinate su involtini di melanzane alla parmigiana, la scaloppa di spigola su purè di patate di montagna al crescione e gocce di ginepro. E le acciughe del nome? Vivono in una selezione a parte tutta da assaggiare, immergendosi in queste acque di gusto dove non occorre trattenere il respiro, ma, per qualche ora, è lecito naufragare nel piacere.

Indirizzo: Viale Baracca, 74

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Osteria Al Boschetto

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Essere a quindici minuti scarsi d’automobile dal centro storico di Ravenna porta con sé i suoi vantaggi. Tra gli altri, quella di presentarsi come «una casetta nel verde, dove assaporare la cucina del territorio, presentata in modo originale e innovativo». Dove alla sala è accostato un giardino, perfetto per mangiare all’aperto nel corso della bella stagione. Per quanto riguarda il menu, si va dai salumi tipici romagnoli con accompagnamento di piadina, al pesce. Per farsi un’idea: gamberoni in tempura con verdurine e salsa agrodolce piccante al miele oppure crudo di ricciola con zenzero marinato e gelé di campari sono alcuni degli antipasti. I primi, con la pasta fatti in casa, vanno dal cappelletto asparagi e chianina affumicata o al ragù agli gnocchetti di ricotta con pomodoro fresco, calamari e pesto. Indovinata alternanza tra terra e mare pure nei secondi. Ecco la tagliata di vacca romagnola al sale di Cervia con verdure e patate arrostite che fa da alternativa allo spiedone di pesce bardato su quenelle di patata e spinaci freschi. E prima del traguardo di questa maratona di gusto, una cassata ai frutti secchi con crema di pistacchio. Uno dei tanti deliziosi dolci in carta.

Indirizzo: Via Faentina, 275

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Antica Trattoria Al Gallo 1909

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Uno dei locali storici di Ravenna e d’Italia, con un lungo cursus honorum di esperienza ed eccellenza alle spalle. Varcata la soglia ci si ritrova circondati da quadri, mobilio elegante, statue e cimeli preziosi, un pianoforte con spartiti originali. L’atmosfera è quella di un salotto in stile Liberty, in cucina la tradizione è sovrana assoluta, senza deviazioni di percorso, inutili derive e contaminazioni. Cardini sono il tartufo, la selvaggina, il pesce azzurro dell’Adriatico, l’asparagina di pineta, pianta spontanea, selvatica, incredibilmente gustosa. Prima di sedersi a tavola, d’obbligo l’aperitivo nel giardino interno. Preludio di un’esperienza che coinvolge e ravviva tutti i sensi.

Indirizzo: Via Maggiore, 87

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Ristorante Corte Cabiria

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Emanazione del «Cabiria Wine Bar», crocevia imprescindibile per l’aperitivo o il dopocena giusto in città, propone una cucina semplice tanto di terra quanto di mare, che ai troppi fronzoli preferisce l’esaltazione assoluta delle materie prime del territorio. Raccontate e servite in un’atmosfera cordiale, tranquilla, moderna. Tra le tentazioni di carne, si inizia con una tartare di manzo allevato a erba su crostone di pane toscano, misticanza, albicocche e cetriolo o con un petto di piccione arrostito, scarola con uvetta e pinoli, cipolla caramellata e salvia in crosta; si prosegue con i tagliolini con funghi galletti al profumo di timo, fonduta al taleggio e prosciutto di parma croccante, uno spiedone di manzo o un petto d’anatra arrostito. Tra i piatti di pesce, mazzancolle dell’Adriatico scottate con panzanella e zuppetta fredda di cetriolo, calamari dell’Adriatico con pomodori bio, zucchine e ricotta o un rombo chiodato con piccole verdure, borragine in tempura e punti di colore. Per chi non ama scegliere, doppio menu degustazione: chiaramente, di terra o di mare. Per chi vuole coccolarsi fino alla fine, grande epilogo con un semifreddo al pralinato con ciliegie sciroppate e crumble al cacao o un’estiva granita al caffè con spuma al cioccolato bianco, zenzero e polvere di liquirizia. A spargere polvere di stelle, provvede l’ambiente circostante.

Indirizzo: Via Filippo Mordani, 8

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Tre deliziosi fuori menu

In Romagna, si sa, è obbligatorio assaggiare una buona piadina, soprattutto se il tempo è poco e si vuole far presto. Ottime sono quelle di Cupido (Via Cavour, 43/a), vincitrici di un elenco sterminato di premi. Anche senza glutine, alla soia, al carbone, farcite da un’infinità di ingredienti freschi. La cucina sforna pure altri piatti, tutti caratterizzati da un rigoroso tocco artigianale.

La tradizione domina nella centralissima Trattoria Al Cerchio (Via Cerchio, 13). Aperta a pranzo e a cena, brilla per la trippa, il fegato con cipolla, lo spezzatino di castrato, il baccalà con polenta, la seppia con i piselli e altri imprescindibili tentazioni di una sosta a Ravenna.

Gronda infine fascino Ca’ De Ven (Via Corrado Ricci, 24), ristorante aperto in un palazzo del Quattrocento, con una proposta molto interessante di vini romagnoli esposti su scaffali ottocenteschi. I menu variano in base agli ingredienti freschi di stagione ma la piadina, fatta in casa, non manca mai.

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Marco Morello

Mi occupo di tecnologia, nuovi media, viaggi, società e tendenze con qualche incursione negli spettacoli, nello sport e nell'attualità per Panorama e Panorama.it. In passato ho collaborato con il Corriere della Sera, il Giornale, Affari&Finanza di Repubblica, Il Sole 24 Ore, Corriere dello Sport, Economy, Icon, Flair, First e Lettera43. Ho pubblicato due libri: Io ti fotto e Contro i notai.

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