Red Hot Chili Peppers: l'ascolto di The Getaway
Prodotto da Danger Mouse, l'album è una svolta sonora che non rinnega niente del passato. Un gran disco...
Non sono molte le band le band che hanno uno spettro sonoro grande come quello dei Red Hot. The getaway, diciamolo subito, è un album convincente, che tiene insieme funk, pop rock, disco, new wave, Led Zeppelin, sprazzi di Prince, Funkadelic, Beatles e persino Pink Floyd in Dreams of a samurai.
Lo ha prodotto Danger Mouse (coautore anche di 5 brani), un super professionista che in studio di registrazione fa la differenza (con lui anche l'arrangiatore italiano Daniele Luppi che si occupa degli archi).
Il risultato è un disco riflessivo, a tratti malinconico, ma musicalmente validissimo, una perla nel mare di album inutili o quasi che si susseguono senza infamia ma anche senza lode.
The Getaway, mixato da Nigel Godrich, noto per il suo lavoro con i Radiohead, è una vera svolta sonora per la band di Flea. Sono i Red Hot con una marcia più, con una reale voglia di innovare. Kiedis e soci non si sono limitati a un'operazione di riverniciatura, tipo "mettiamo qualche beat elettronico per sentirci contemporanei".
Per godere di tanta densità sonora servono volume alto, buone cuffie e la predisposizione per ascoltare il disco dall'inizio alla fine. Noi lo abbiamo fatto e per questo vi consigliamo di fare altrettanto.
Tra i brani migliori, Dark Necessites, We turn red, The longest wave, Sick Love (con Elton John al piano), The Hunter e Dreams of a samurai (ottima la prova della vocalist Beverley Chitwood).