Robert Plant: la recensione di "Lullaby and...The Ceaseless Roar"
Suoni dal mondo e canzoni ispirate nel nuovo bellissimo album dell'ex Zeppelin
C'è una grande differenza tra Robert Plant e molti dei grandi protagonisti del rock Anni 70 che ancora oggi producono nuovi dischi. L'ex vocalist degli Zeppelin non ha mai smesso di essere artisticamente vivo. I suoi album solisti non sono mai stati una paliida e scontata riproposizione del passato (da riascoltare, tra gli altri, Raising sand con l'artista bluegrass Alyson Krauss che ha conquistato 5 Grammy Award).
Il buon vecchio Robert non riposa sugli allori, ma si reinventa, sperimenta, osa. E la qualità della sua carriera post Zeppelin è lì a dimostrarlo. Non fa eccezione il nuovo, Lullaby and...The Ceaseless Roar.
Un disco che è la celebrazione dell'incontro virtuoso tra mondi musicali lontani, a volte lontanissimi. Dalla poliritmia africana alle tradizioni celtiche, passando per Nashville, il blues, il folk e la trance. In Pocketful of golden c'è nella prima strofa una citazione del testo di Thank you, uno dei classici di Led Zeppelin II: "If the sun rfeused to shine". In un disco ricco di buona musica e buone vibrazioni spiccano Rainbow, Arbaden e Poor Howard.
Prodotto da Plant, Lullaby and…The Ceaseless Roar contiene 11 brani di cui 9 originali scritti dallo stesso Plant con la sua band The Sensational Space Shifters: Justin Adams: bendir, djembe, chitarra, voce; John Baggott: tastiere, moog bass, piano, voce; Juldeh Camara: kologo, riti; Billy Fuller: basso, omnichord, contrabbasso; Dave Smith batterie e percussioni e Liam “Skin” Tyson: banjo, chitarra, voce.
A proposito del suo nuovo lavoro Robert Plant ha dichiarato: “E un album davvero celebrativo, potente, coraggioso, africano, la Trance che incontra gli Zep. La spinta nella mia vita da cantante è stata quella di essere guidato da una buona amicizia. Sono davvero fortunato a lavorare con i The Sensational Space Shifters. Arrivano tutti da aree molto interessanti della musica contemporanea… Sono in giro da un po’ e mi sono chiesto, ho qualcosa da dire? Ho ancora delle canzoni dentro di me? Nel mio cuore? Ho osservato la vita e quello che mi succede. Lungo il percorso ci sono attese, delusioni, felicità, domande e relazioni forti” spiega ”…e ora sono in grado di esprimere i miei sentimenti attraverso la melodia, l’ energia e la trance, tutte insieme in un caleidoscopio di suoni, colori e amicizia”