Rocco Siffredi: "Mi ritiro dal set ma non dalla pornografia"
A Pisa il pornodivo parla di sesso e sentimenti, tra ironia e serietà - FOTO e VIDEO
“E pensare che ero un chierichetto…”. Gag, ironia, e il cinema Lumière di Pisa gremito e divertito. Nell’ultima giornata del tour Panorama d'Italia, il direttore di Panorama Giorgio Mulè e il direttore di Chi, Alfonso Signorini, hanno intervistato Rocco Siffredi, icona del cinema porno e oggi protagonista dell’ultima edizione de L’Isola dei Famosi.
Gli inizi? “Ho scoperto la pornografia con un giornalino raccolto per strada. Si chiamava SuperSexy. Avevo 11 anni. Il protagonista mi sembrò un extratrerrestre. Da quel momento decisi che avrei fatto quel mestiere. Pensare che andavo tutte le domeniche in chiesa..”.
L’Isola? “Sono stato il personaggio più vero. La pornostar Valentina Nappi mi hai scritto dicendomi che ho screditato il porno... mi sembra ingiusto”. Con Signorini e Mulè, Siffredi ha infatti parlato della sua svolta e della successiva decisione di lasciare il set. “Tutti mi chiedono del mio cambiamento. Sull’Isola c’erano le condizioni perfette perché si verificasse. Prima dell’Isola avevo una sorta di dipendenza dal sesso. In Hounduras ho capito che per guarire dalla dipendenza dovevo mollare il lavoro e smettere di essere Rocco Siffredi. È come se mi avessero messo in una centrifuga. Mi ritiro dal set ma rimango produttore”.
Il porno? “Chi lo fa ha paura di parlare di sentimenti. Si è pagati per fare divertire, si fa come un lavoro ed io l’ho fatto per trent’anni. Ma mi piace la pornografia che non è finta, bensì spontanea”.
Ma com’è cambiato il porno in questi anni? “Nell’adolescenza c’è la madre, da adulti la fidanzata. Ma nessuno dice che dai 12 ai 16 anni c’è solo la pornografia che è la vera insegnante della nuova gioventù. Ho visto centinaia di ragazzini che provavano a imitarmi, e questo è sbagliato. La pornografia non insegna ma stimola. Il sesso va insegnato a scuola così come fa la Germania e senza ipocrisie. Mio figlio? È fedele sino all’inverosimile”.
Quanto a performace, Siffredi si considera "generoso". "Mi piace dare piacere. Il porno è stata una passione e la donna per me una ricerca”.
Siffredi ha parlato anche delle sue perplessità, della voglia di smettere già provata in passato. “Spesso mi vergognavo. Sulla mia carta d’identità alla voce professione c’è scritto: "artista vario". Trent’anni fa ho avuto momenti in cui mi mettevo una maschera. Mi ero innamorato di una ragazza inglese. Per lei ho interrotto, ho lasciato il lavoro. Dicevo sempre che per lei mi ero rialzato i pantaloni. Dopo una lite me ne sono andato e decisi che non avrei mai più lasciato il lavoro per una donna”.
Moana Pozzi? “Non ho mai visto una donna cosi grande per cultura e bellezza. Su di lei si è troppo speculato. Moana è morta di tumore. L’ultima volta che l'ho vista era uno scheletro. Non si voleva fare vedere. Non è morta di Hiv come si racconta”.
Al centro della sua vita, sempre e comunque le donne. Prima tra tutte la madre: "Mi ha dato il suo sì, mi voleva felice. Ho avuto una grande madre. Da quando è morta porto sempre con me la sua foto. La chiamavo tutti i giorni. Ma oggi devo dire grazie a mia moglie che mi ha dato la famiglia e mi ha reso completo”.