Samsung Young Design Award 2013: i vincitori
Dieci i progetti selezionati tra quelli presentati al concorso: tutti creativi e interessanti. Ma solo quattro hanno ricevuto un premio. Eccoli
Come ogni anno Samsung dà la possibilità ai giovani di cimentarsi su diversi temi che uniscono sempre tecnologia e design.
Quest’anno il tema era: “Una lezione per il Domani. Tecnologia per l’Educazione del Futuro”. I prototipi ideati dai ragazzi avevano quindi lo scopo di migliorare un mondo che loro conoscevano molto da vicino: la scuola.
Partiamo dal progetto che ha vinto il Gold Award (5.000 euro il premio) è andato a Wikiddi Geng Kun: uno strumento che stimola i bambini più piccoli a esplorare il mondo della natura e a salvare foto e contenuti sul sistema. Un’esperienza diretta e interattiva da condividere anche con i genitori.
Il Silver Award (3.000 euro il premio) è stato assegnato a Galaxy Eye ideato da Andrei De Carvalho Pinto e Antonio Michele Cuccu: un device portatile in grado di connettere diversi dispositivi, organizzare le informazioni e proiettare su ogni superficie, anche nello spazio, le immagini in 3D (per facilitare e rendere più immediato il lavoro del designer).
Il Bronze Award è andato a Cereredi Roberto Salodini e Francis Leo Tabios (2.000 euro il premio): un dispositivo che vuole aiutare i bambini nell’educazione alimentare. I bambini scelgono un Avatar (in genere un supereroe) che li segue stando al loro polso. Inserendo i cibi consumati ogni giorno, terrà sotto controllo la loro dieta e gli errori verrano segnalati: i bambini saranno stimolati a migliorare perché a loro apparirà come un gioco interattivo e, quasi senza accorgersene, cambieranno il loro stile alimentare.
Infine, la Menzione d’onore è andata al progetto LessOn, ideato da Andrea Fiorito, Federico Elli e Marco Febbo: attraverso un proiettore gli studenti, muniti di un Samsung Galaxy Tab, si immergeranno nella materia riuscendo anche a interagire con i contenuti. Tra le funzioni di questo proiettore spiccano lo scambio di dati software, il controllo gestuale e la proiezione ad alta risoluzione.
Durante la presentazione è intervenuto Francesco Morace che ha sottolineato come sia fondamentale adeguare l’educazione ai nuovi strumenti digitali e che, in questo, abbiamo molto da imparare dalle nuove generazioni nate e cresciute nell’era del web.
Le loro idee fresche e creative sono fondamentali per migliorare un settore che spesso procede ancora con metodi del secolo scorso.
Da una parte sono davvero convinta che l’educazione possa e debba sfuttare le nuove tecnologie: ma solo a patto che siano mantenuti fermi i principi del secolo scorso. Ovvero, l’interazione digitale deve servire ad aiutare i ragazzi a immagazzinare più contenuti e non a facilitargli la vita, facendo il lavoro al loro posto.
Credo sia questa il timore dei professori ancora attaccati ai vecchi metodi: la paura che la mente degli studenti possa impigrirsi.
Ma questi ragazzi hanno dimostrato che c’è molto di più: la voglia di creare qualcosa di diverso dal sistema attuale che possa aiutare a crescere e ad aprire la mente verso nuovi orizzonti.
E i loro progetti sono la testimonianza che questa generazione ha bisogno di fiducia e, soprattutto, se la merita.