Santana conquista l'Auditorium di Roma - Recensione, scaletta e video
Il leggendario chitarrista messicano ha fatto ballare per oltre due ore la Cavea dell’Auditorium con il suo mix irresistibile di rock e ritmi latini
In scaletta brani indimenticabili come "Soul sacrifice", "Europa", Black magic woman e "Oye como va"
Si contano sulle dita di una mano i chitarristi che si riconoscono fin dalla prima nota. Uno di questi è sicuramente Carlos Santana, leggendario chitarrista messicano lanciato artisticamente dal Festival di Woodstock del 1969, che ieri sera ha incantato la suggestiva Cavea dell’Auditorium Parco della Musica di Roma, seconda tappa del tour italiano del Luminosity 2016 che oggi sbarcherà all'Arena della Regina di Cattolica per concludersi il 21 luglio al Market Sound di Milano.
Nessuno, prima di Woodstock, aveva mai sentito quella singolare combinazione tra blues latinoamericano e percussioni afrocubane, nella quale la chitarra di Santana costituiva l’anello di congiunzione tra il Messico e la California in brani permeati dalla religiosità e dal misticismo.
Quarantasette anni dopo l’evento spartiacque della storia del rock, durante i quali l'artista ha venduto 100 milioni di album e suonato per oltre 100 milioni di fan di tutto il mondo, conquistando dieci Grammy Awards, tre Latin Grammy Awards e il prestigioso Kennedy Center Honors Awards, Carlos Santana è un artista celebrato in ogni angolo del pianeta, ma non è mutata minimamente la magia di quella chitarra in grado di cantare, con il suo timbro cristallino e con la sua capacità di tenere le note, mai fini a se stesse, ma sempre al servizio della melodia e della cantabilità.
Una magia che ha spiegato perfettamente qualche tempo fa in un’intervista al mensile Classic Rock: “Coltrane mi ha insegnato che un musicista deve costruire un ponte tra l’inafferrabile e l’umano. Non per forza tutto deve venire da sotto la cintura per vendere un disco, la musica migliore è quella che apre il cuore come un fiore e fa osare la persone di credere che siamo aquile e non tacchini”.
Carnalità e spiritualità che abbiamo ritrovato anche ieri sera nel travolgente concerto alla Cavea dell’Auditorium Parco della Musica di Roma, iniziato alle 21 in punto con le immagini di Woodstock sul maxischermo per introdurre l’iconica Soul Sacrifice scandita da un muro di percussioni afrocubane durante il quale fa il suo trionfale ingresso il chitarrista di Autlán de Navarro, in candido completo bianco coordinato con l’immancabile cappello e una maglia azzurra che sembra quasi un omaggio ai colori della nostra nazionale.
Love makes the world go round e Freedom in your mind confermano dal vivo la bontà del progetto Santana IV, pubblicato lo scorso 15 aprile, che vede il ritorno della leggendaria line up dei primi tre dischi della band con Gregg Rolie (tastiere e voce principale), Neal Schon (chitarra), Michael Carabello (percussioni) e Michael Shrieve (batteria).
“Siamo grati di essere qui con voi -saluta Santana- Sto per fare 69 anni(oggi 20 luglio, n.d.r.), ma sono felice perché la vostra energia ci mantiene giovani. La cosa più importante è che anche le donne siano felici”.
In molte lo erano ieri alla Cavea dell’Auditorium ,almeno a giudicare dall’accoglienza della hit Maria Maria,in cui alcune ragazze si sono alzate per ballare insieme al proprio partner, mentre Santana si avvicinava alle prime file per dare il cinque ad alcuni spettatori e perfino per fare una foto al pubblico con il cellulare “rubato” a un divertito fan.
Uno dei momenti più coinvolgenti della serata è la tiratissima Foo foo, che allenta i freni inibitori fino a trasformare l’Auditorium in una colorata sala da ballo, mentre Europa è uno slow tempo di abbacinante bellezza che non smette mai di regalare brividi.
Right on e Umi says mostrano tutte le qualità vocali dei due cantanti che accompagnano Santana nel Luminosity Tour, abili anche nel coinvolgere il pubblico.
Entra a sorpresa una torta di compleanno, portata dalla moglie e dalla figlia del chitarrista messicano, che ringrazia tutti per il calore e per l’affetto mostrato con una preghiera improvvisata a occhi chiusi. “Vorrei che la violenza, l’ignoranza e la brutalità sparissero per sempre dal mondo”.
Jingo è un trionfo di percussioni africane, mentre è affascinante l'interpolazione tra Evil ways e A Love supreme di John Coltrane, in cui Santana rivela ancora una volta la sua spiritualità: "Abbiamo due cose nel cuore: la luce e l'amore. Grazie ad esse abbiamo tutti noi un'essenza divina. Usate bene la vostra vita e spegnete ogni tanto la televisione".
L'acme dello show è rappresentato dal tris d'assi formato da Black magic woman, Gypsy queen e Oye como va, durante le quali alcuni spettatori del parterre si precipitano sotto al palco per poter apprezzare da vicino e immortalare con gli smartphone la straordinaria perizia tecnica del gruppo, all'altezza delle qualità del chitarrista.
Il bis prende il via con le sonorità hip hop della sensuale Smooth, uno dei brani che hanno riportato in auge la stella di Santana alla fine degli anni Novanta, dopo un breve periodo di appannamento.
Toussaint l'ouverture e Love,peace and happiness chiudono dopo oltre due ore una serata ricca di emozioni, ritmo, sorprese e sorrisi. Unico neo in scaletta, la mancata esecuzione del capolavoro Samba pa ti ma, per il resto, non potevamo chiedere di più. [Cliccare su Avanti per scaletta e video]
Setlist Auditorium Parco della Musica di Roma
Soul sacrifice
Love makes the world go round
Freedom in your mind
Maria Maria
Foo foo
Are your ready people
Europa
Right on/Umi says
Jingo
Evil ways/A love supreme
Hope you feelling bette
I just want to make love to you
Corazon espinado(B & C solo)
Shine
Black magic woman/Gypsy queen
Oye como va
Encore
Smooth
Toussaint l'ouverture
Love,peace and happiness