Non solo Lodi. Sui binari dell'alta velocità ci sono altri 5 scambi (forse) difettosi
Altri 5 scambiatori dello stesso lotto di quello montato in maniera errata che ha provocato il deragliamento di giovedì scorso si trovano attualmente sui binari dei treni che viaggiano a 300km/h
Cinque scambiatori provenienti dallo stesso lotto di quello difettoso che, secondo la procura di Lodi, giovedì 6 febbraio ha provocato il deragliamento del treno Frecciarossa 1000 9595 sono già stati montati lungo le linee ferroviarie dell'Alta velocità e sopportano il passaggio di centinaia di treni a trecento chilometri orari.
È la scoperta fatta dagli investigatori che indagano sul disastro in cui sono morti i due macchinisti, Mario Di Cuonzo e Giuseppe Cicciù, e il ferimento, per fortuna lieve, di trentuno persone tra passeggeri (28) e personale di bordo.
L'allarme è scattato a livello europeo e il personale di Rfi (Reti ferroviarie italiane) sta precipitosamente verificando le apparecchiature sospette per evitare il ripetersi di incidenti. La scoperta è stata fatta dalla procura di Lodi, dopo il sopralluogo effettuato mercoledì dagli investigatori del Nucleo operativo incidenti ferroviari (Noif), gli stessi specialisti in disastri ferroviari della Polizia ferroviaria che indagano anche sull'incidente del treno regionale Trenord di Pioltello del gennaio 2018 in cui morirono tre passeggeri.
Nel corso dell'ispezione in località Livraga al cosiddetto "punto zero", quello cioè dove sarebbe avvenuto il deragliamento del Frecciarossa, investigatori e periti hanno aperto l'attivatore di scambio, una scatola metallica posta in corrispondenza degli scambi dei binari e che ne permette l'apertura e la chiusura grazie a comandi da remoto. E hanno scoperto che le componenti erano state montate al contrario. Un errore, fatale, probabilmente commesso dagli operai dello stabilimento fiorentino di Alstom, gigante francese della produzione di treni e infrastrutture ferroviarie.
Per questo, appena le risultanze dell'esperimento irripetibile condotto alla presenza dei consulenti degli indagati già noti sul deviatoio numero 5 sono arrivate sulla scrivania del procuratore di Lodi Domenico Chiaro, anche l'amministratore delegato di Alstom Ferroviaria, Michele Viale, è stato iscritto nel registro degli indagati.
Il giorno seguente Rfi ha immediatamente sospeso il montaggio di attuatori provenienti dallo stesso lotto, mentre l'Autorità nazionale per la sicurezza ferroviaria, fino ad allora passivamente in attesa degli eventi, ha diramato un alert a livello europeo, perché quegli attuatori di scambio prodotti dalla Alstom sono in commercio in tutta Europa.
Nonostante l'allarme diramato e la corsa di Rfi a verificare il corretto funzionamento di quelli già installati sulla nostra rete ferroviaria, non dovrebbero esserci rischi imminenti per la sicurezza dei convogli e dei passeggeri. L'errore di montaggio riscontrato nell'attuatore che, secondo gli inquirenti, ha provocato il deragliamento del Frecciarossa, si manifesta immediatamente alla prima attivazione. Quello in questione, infatti, era stato appena montato dalla squadra di operai manutentori della stazione di Piacenza e il Frecciarossa 9595 era il primo convoglio che ci passava sopra.
Il fatto che sugli altri attuatori sospetti stiano quotidianamente transitando altri treni indicherebbe invece il loro corretto funzionamento.
Il direttore dell'Autorità nazionale per la sicurezza delle ferrovie, Marco D'Onofrio, ascoltato in Senato in Commissione lavori pubblici, ha affermato che "il montaggio di attuatori di questo tipo è stato sospeso e il safety alert è finalizzato alla massima diffusione delle informazioni al fine di evitare la messa in esercizio di nuovi componenti che possano presentare anomalie". Intanto la lista degli indagati dal pubblico ministero di Lodi Giulia Aragno per disastro colposo, omicidio plurimo colposo e lesioni colpose potrebbe allungarsi.
I primi ad essere stati iscritti sono i quattro operai manutentori e il loro caposquadra che meno di un'ora prima della partenza da Milano del Frecciarossa, avevano terminato la sostituzione dello scambiatore incriminato al posto di quello precedente che già aveva evidenziato un malfunzionamento, al punto da richiederne il rimpiazzo. Quindi Rfi, per la presunta assenza di procedura di controllo e verifica dello scambio (violazione della legge 231 del 2001 sulla responsabilità delle società per i reati commessi dai dipendenti) e, da ultimo, l'amministratore delegato di Alstom.
Cause e concause all'origine del disastro che sono sotto la lente degli investigatori e che ora potrebbero focalizzarsi anche sulla catena produttiva e di controllo del gigante francese dei treni.