Le alghe, elisir di lunga vita
Lo sostengono Giovanni Scapagnini e Francesco Cinelli in un saggio in cui, rispettivamente, un neuroscienziato e un biologo marino svelano i segreti del Giardino dell’Eden subacqueo nel quale, sottolineano, «sono imminenti scoperte rivoluzionarie per la specie umana e per una sua lunga giovinezza.
«Nel mare vivono creature meravigliose e in parte ancora sconosciute che possono salvare il nostro futuro e sono uno scrigno di proprietà straordinarie per la nostra salute e per quella del pianeta. Le alghe hanno da sempre un ruolo fondamentale per l'umanità, ma la scienza sta continuando a scoprire nuovi e inesauribili benefici che saranno determinanti per molteplici aspetti della nostra esistenza, dall'alimentazione all'energia, dai farmaci alla cosmesi, dagli integratori all'agricoltura».
Lo sostengono Giovanni Scapagnini e Francesco Cinelli in “L’Eden sommerso. Viaggio nella scienza delle alghe: alimentazione, longevità e sostenibilità” (Mondadori 2023), un saggio in cui, rispettivamente, un neuroscienziato e un biologo marino ci accompagnano in un viaggio emozionante in spettacolari fondali per svelarci i segreti di un vero e proprio “Giardino dell’Eden” subacqueo nel quale, sottolineano, «sono imminenti scoperte rivoluzionarie per la specie umana e per una sua lunga giovinezza».
Giovanni Scapagnini, napoletano, classe 1966, ordinario di Nutrizione clinica presso il Dipartimento di Medicina e Scienze per la Salute dell’Università degli Studi del Molise e vice presidente della SINut (Società Italiana Nutraceutica), è tra i massimi neuroscienziati italiani: ha insegnato al Rockfeller Neurosciences Institute di Rockville, all’Institute of Human Virology dell’Università di Baltimora ed al New York Medical College, e coltiva la passione per l’etnomedicina e la documentaristica scientifica.
Non solo neuroscienziato: esperto subacqueo, apneista ed appassionato viaggiatore…
«Concilio da sempre la professione medico-specialistica con la passione per la biologia marina e la ricerca biomedica, campi di interesse scientifico che mi hanno permesso di effettuare ricerche in un settore che interessa, ormai, una fetta sempre più larga di popolazione per il semplice motivo che da questi studi non solo è possibile utilizzare le alghe come alimento sempre più diffuso tra la popolazione, ma anche perché le stesse sono considerate una fonte importante di nutrienti e di sostanze benefiche per la salute umana».
Con “Un oceano di salute. Tra scienza e avventura, le risorse per il nostro futuro” (Sperling&Kupfer, 2007) lei cristallizzò il suo atto di amore nei confronti della ricerca scientifica e dell’immenso continente liquido che è il mare.
«Quando hai il mare dentro tutto ciò che si muove e vive negli abissi diventa un’unica appassionante avventura, una continua ricerca di esperienze e sensazioni, anche se sei uno scienziato e per di più ti occupi di cervello, invecchiamento e futuro dell’umanità. In quelle pagine guidai il lettore in un viaggio straordinario attraverso i misteri delle profondità in cerca degli organismi, delle sostanze, delle creature che la scienza sta individuando come fonte di risorse e terapie fondamentali per la nostra stessa vita».
Come le creature degli abissi…
«Certo, come gli squali, entrati nell’immaginario collettivo come vere macchine da guerra capaci di terrorizzare le persone in ogni angolo del pianeta, ma portatori di miracolose sostanze capaci di sanare tutti i mali. Per non parlare dell’elencazione di tutta una serie di organismi marini utilissimi per la vita umana, ma praticamente del tutto sconosciuti all’opinione pubblica. Ebbene, ancora una volta deve essere esaltata l’attualità della ricerca scientifica, i cui esiti appaiono sempre meno relegati in lontani e supertecnologici laboratori di ricerca e sempre più alla portata del grande pubblico».
Veniamo alle alghe, ormai al centro delle ricerche più accreditate
«Affascinanti, bellissime, multiformi, sono un serbatoio prezioso di ossigeno - ne producono più della metà di quello presente nell'atmosfera - e sono in grado di purificare l'acqua inquinata, oltre ad essere un'eccellente fonte di biocarburanti. In ambito nutrizionale, grazie all'elevato contenuto di proteine di alta qualità, le alghe possono essere un valido sostituto delle proteine animali, ma sono anche ricche di minerali, vitamine, oligoelementi e omega-3, oltre a contenere principi attivi in grado di rallentare l'invecchiamento e favorire la longevità».
Lei fa compiere ai suoi lettori e ai suoi studenti un viaggio emozionante…
«Gli spettacolari fondali immortalati per le foto a corredo per svelarci i segreti di un vero e proprio Eden subacqueo, rappresentano l’habitat naturale in cui, come su un set cinematografico, le alghe fanno bella mostra di sè come protagoniste assolute. Dalla barriera corallina australiana alle coste della Turchia, dalle scogliere dell'Irlanda alle isole del Giappone, il racconto ammaliante di due esperti appassionati e curiosi, ricco di rivelazioni e di bellissime fotografie del prodigioso mondo marino».
Le definisce, senza giri di parole, “una risorsa per il futuro”
«Da secoli, in diverse parti del mondo, le alghe sono utilizzate come alimento la cui presenza massiccia fa ben sperare per la nostra salute. Infatti, la loro stupefacente abbondanza in tutti i mari del mondo non può che essere un fattore di speranza proprio per gli studi, legati, ovviamente, al fattore-popolazione mondiale. Sappiamo bene che la popolazione è in piena crescita (entro il 2050 saremo in ben 9 miliardi ad abitare il pianeta terra…) e tale dato secondo la F.A.O. ci dice che la stessa produzione alimentare dovrà necessariamente aumentare di almeno il 60%».
A questo punto, possono essere una soluzione ai problemi della salute e dell’alimentazione più in generale…
«Direi che possono essere “parte della soluzione”, in quanto non richiedono terreno arabile e sono in grado di crescere con nutrienti minimi. Inoltre grazie all’elevato contenuto di proteine di alta qualità possono essere un sostituto delle proteine animali. Contengono, inoltre tutti gli aminoacidi essenziali che non possono essere sintetizzati dal nostro organismo e che, quindi, dobbiamo assumere con il cibo. Inoltre possiedono una straordinaria capacità di assorbire e concentrare alcune sostanze dall’acqua di mare, come iodio, potassio e sodio».
Anche Francesco Cinelli, perugino, classe 1939, già ordinario di Ecologia marina all’Università di Pisa, fondatore dell’International school for scientific diving ed esperto biologo marino, sottolinea l’evoluzione delle alghe e il loro ruolo nello sviluppo del pianeta.
«In 500 milioni di anni le alghe sono andate a costituire la componente vegetale più abbondante e diversificata, tanto da colonizzare tutti i mari del pianeta, dai Poli alle zone equatoriali. A seconda dei pigmenti che le caratterizzano, le alghe di grandi dimensioni, o macrofite, vengono comunemente distinte in tre grandi categorie: verdi, brune e rosse, ciascuna con un’organizzazione vitale differente. Hanno un’organizzazione complessa, e anzi parliamo di organismi estremamente evoluti che fanno fotosintesi».
Professore, le alghe sono veramente organismi “inferiori”, al contrario delle piante con fiori che vengono tradizionalmente definite “superiori”?
«Assolutamente no! E’ difficile, però, dare loro una definizione, che sia morfologica, citologoica, fisiologica, biochimica o genetica. Ancora oggi utilizziamo la tradizionale definizione di Charles-Francois Boudouresque, algologo dell’Università di Marsiglia, per il quale “le alghe sono quell’insieme di organismi vegetali che vengono studiati da una comunità di ricercatori che si autodefiniscono algologhi».
Interessa, ovviamente, il loro utilizzo in campo medico ed alimentare…
«Rappresentano una fonte di sostanze preziose e il loro impiego è più vasto di quanto ci si potrebbe immaginare. Noi ricercatori riteniamo che grazie alla loro versatilità possano diventare un’alternativa cruciale per le risorse che si stanno esaurendo sul nostro pianeta. I loro utilizzi sono notevoli, dal mangime per animali all’agricoltura e orticoltura, dalla medicina, farmacia e cosmetologia alla produzione di energia, sino alla purificazione dell’acqua».
A proposito delle proprietà farmacologiche…
«Certamente il principale interesse al loro utilizzo: esiste un grande numero di lavori scientifici che dimostrano come molti composti estratti dalle macroalghe marine presentino un ampio spettro di attività, antibiotica, antivirale, antineoplastica, antivegetativa, citotossica, antinfiammatoria, antimicotica. Già a partire da studi del 1917 con le prime ricerche che dimostrarono l’attività antimicrobica, per proseguire con quelli del 1970, anno in cui le ricerche si svilupparono in Italia, Europa, Giappone e Stati Uniti».
Un viaggio affascinante, allora, che ha visto i due protagonisti, spesso muniti di bombole e pinne alla scoperta del mondo delle alghe, immergersi «in un incredibile regno di preziose risorse capaci di allungare e migliorare la nostra vita e quella del pianeta».