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a_crotty/iStock - 5 maggio 2017
Lifestyle

Scoperta la "chiave" della felicità

I ricercatori hanno analizzato degli scritti del 1938 e non hanno dubbi: i social media rendono meno felici

Per scoprire il segreto della felicità è sufficiente tornare al 1938: non perché in quell'anno si vivesse meglio di quanto non si faccia oggi, ma perché è proprio analizzando uno studio della fine degli anni '30 che oggi è stato possibile trovare la "chiave" della felicità. I ricercatori della Bolton University, non lontano da Manchester, hanno così focalizzato la propria attenzione su tre elementi, che sono alla base dello stare bene: la famiglia, l'aiuto agli altri e la "pace mentale" o appagamento. Ma questi da soli non bastano.

Le tre cose che rendono felici
Nel 1938 il quotidiano Bolton Evening News indisse un concorso per la miglior lettera che raccontasse cosa rende felici se stessi e gli altri. Analizzando le 226 missive giunte, gli esperti hanno ora capito che la gente del 21esimo secolo ha un approccio più passivo nei confronti della vita, perché passa molto tempo sui social media e su internet in generale. Questo, secondo i ricercatori, riduce il senso di appagamento della propria vita, perché non rende le persone attori in prima persona nelle scelte su come impiegare il proprio tempo libero. Da qui un primo importante suggerimento: dedicarsi di più a ciò che piace.

Un altro consiglio è poi quello di fare regolare attività fisica e dedicarsi all'aiuto degli altri. Secondo i ricercatori, anche la politica potrebbe aiutare la popolazione ad aumentare il proprio livello di felicità e soddisfazione nella vita, investendo in un maggior numero di biblioteche, centri di aggregazione e per attività sportive o nella natura; importante anche il supporto alle opere di volontariato.

Una delle tre cose che nel 1938 rendevano più felici e soddisfatte le persone, infatti, era dedicarsi agli altri. Quanto alle altre due, la famiglia rappresentava un ingrediente fondamentale: un matrimonio riuscito, dei figli felici e un posto dove sentirsi a casa costituivano elementi importanti per potersi godere la vita. Esisteva poi il concetto di "pace mentale" o appagamento, con il quale si intendeva qualcosa di più della ricerca del benessere materiale.

La "colpa" dei social media
I social media avrebbe un peso molto importante nel rendere più o meno felici: in particolare sarebbero la "causa" di un maggior individualismo tipico della società moderna. I contatti e le amicizie social sarebbero, infatti, una mera illusione, perché in realtà si vive in modo molto più solitario. Questo genere di vita social sarebbe poi "virtuale" che reale, più passiva che attiva.

Al contrario la soddisfazione e l'appagamento si possono ottenere solo quando si decidere in modo consapevole cosa si vuole fare nel proprio tempo libero. Questo aiuta a sentirsi più felici e la felicità non solo è un sentimento individuale, ma uno dei parametri che indica il progresso sociale e il successo delle politiche sociali, secondo il World Happiness Report 2017.

a_crotty/iStock - 5 maggio 2017
Scoperta la "chiave" della felicità, analizzando alcuni scritti del 1938

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Eleonora Lorusso

Nata a Milano, laureata in Lettere Moderne all’università Cattolica con la specializzazione in Teoria e Tecnica dell’Informazione, è giornalista professionista dal 2001. Ha lavorato con Mediaset, Rai, emittenti radiofoniche come Radio 101 e RTL 102,5, magazine Mondadori tra i quali Panorama dal 2011. Specializzata in esteri e geopolitica, scrive per la rivista di affari internazionali Atlantis, per il quotidiano La Ragione e conduce il Festival internazionale della Geopolitica europea dal 2019. Dal 2022 vive negli USA.

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