La scuola ai tempi del Coronavirus
Lezioni online, blocchi di settimane, possibile slittamento della chiusura dell'anno scolastico. Le scuole si attrezzano tra indicazioni ministeriali e libere iniziative
Scuole chiuse: docenti e animatori digitali progettano la scuola a distanza Prolungata la sospensione delle attività didattiche delle scuole e università fino al 3 aprile in Lombardia e nelle province di Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Modena, Rimini, Pesaro e Urbino, Alessandria, Asti, Novara, Verbano-Cusio-Ossola, Vercelli, Venezia Padova, Treviso. Fino al 15 Marzo nel resto d'Italia, anche se tale limite potrebbe essere prorogato. E' quanto emerge dal provvedimento firmato dal Presidente del Consiglio tra il 7 ed 8 Marzo.
La scuola sta riorganizzando al meglio l'attività formativa al di fuori delle aule. Rompere il silenzio e continuare ad imparare, nonostante l'interruzione delle lezioni imposta dal decreto governativo sull'emergenza Coronavirus. L'importante è non restare con le mani in mano, perché non si tratta di una vacanza dall'apprendimento. In alcuni istituti gli insegnanti, questa mattina sono stati invitati in video-conferenza a connettersi on line proprio per discutere delle attività legate all'attivazione delle classi digitali.
Priorità del momento è quella di supportare la formazione a distanza, attraverso una scuola digitale che non rappresenti più un plus, ma condizione necessaria per una continuità didattica, importante tanto sul piano formativo che relazionale per i ragazzi.
Dal sito del Miur sono visionabili le indicazioni per impostare la didattica "on line". «Il protrarsi della situazione - si legge nella nota ufficiale - comporta la necessità di attivare la didattica a distanza, al fine di tutelare il diritto costituzionalmente garantito all'istruzione». Il Ministero, tuttavia è perentorio: la scuola non è solo mera trasmissione di compiti ed esercitazioni, soprattutto nella scuola primaria, questo sottolinea la nota per le scuole, «va accompagnata da una qualche forma di azione didattica o anche semplicemente di contatto a distanza».
Dall'Emilia Romagna, regione che aveva già fatto le prove generali con l'interruzione didattica ai tempi del terremoto del 2012, si è alzata una capacità di reazione «superiore anche alle aspettative» a sostenerlo è Roberto Bondi coordinatore del servizio Marconi TSI dell'Ufficio Scolastico Regionale dell'Emilia Romagna. «La tecnologia anche nella didattica scolastica non è più una scelta, e quello che stiamo notando è che l'innovazione digitale si sta lanciando da sola. Il digitale viene dopo, al centro ci sono le relazioni. Non solo di strumentazione tecnologica stiamo parlando - prosegue il dott. Bondi - ma dell'importante lavoro svolto dai docenti e dagli animatori digitali, i cui progetti vengono ascoltati e supportati dai dirigenti nella sfida innovativa».
Oltre ai compiti assegnati nel registro elettronico ed alle lezioni di ripasso, si stanno progettando in diversi istituti Italiani lezioni in streaming, via Skype, video lezioni su Youtube, e video istruzioni per partecipare alla formazione on line, tutorial condivisi su social e sugli smarthphone. L' innovazione tra i banchi si avvale di figure che, forse fino ad oggi non sono state valorizzate appieno, ma che oggi potrebbero avere un momento di riscatto. Sono gli animatori digitali, docenti che, sfruttando strumenti tecnologici, app e piattaforme dedicate possono mantenere un più stretto rapporto con i loro studenti sui linguaggi innovativi, valorizzando tutta la didattica e cercando ogni giorno di trovare un "nuovo modo" di insegnare.
A spiegarci quali sono compiti e le funzioni di questa figura è proprio un animatore digitale, Teresa Ventimiglia docente all'istituto comprensivo Bonati di Bondeno nel Ferrarese. «In questi giorni di chiusura forzata cerchiamo di riprogettare l'attività didattica con l'ausilio di applicazioni come ad esempio Google Classroom restando "connessi" con gli studenti condividendo materiali, video, testi scritti, pdf immagini». Perché questo fa l'animatore digitale, una figura istituita ad ottobre 2015 nell'ambito del Piano Nazionale di Scuola Digitale, che con il proprio "Team dell'innovazione" ha il compito di fare da ponte fra il corpo insegnante, gli studenti, e le evoluzioni tecnologiche. «Stiamo caricando - prosegue la prof.ssa Ventimiglia - video lezioni, esercizi da svolgere singolarmente o a piccoli gruppi senza bisogno di trovarsi fisicamente a svolgerli, attività di recupero e approfondimento in maniera virtuale ed alcune piattaforme ci consentono anche di sottoporre i ragazzi a prove di verifica dell'apprendimento».
«In questo momento, stiamo coinvolgendo il maggior numero di insegnanti possibile - prosegue la dirigente scolastica dell'Istituto Bonati, Annunziata Carrera - in quanto la scuola in queste ore sta cercando di reinventarsi, sfruttando al massimo i vantaggi delle infrastrutture digitali, applicati alla didattica». Alcuni docenti e dirigenti scolastici hanno posto il problema della valutazione degli apprendimenti e di verifica delle presenze. «A seconda delle piattaforme utilizzate, vi è una varietà di strumenti a disposizione - prosegue la dirigente dell'istituto Bonati - il tema della valutazione al momento risulta il più complesso, e proprio su questo abbiamo necessità di confrontarci».
«L'obiettivo è ambizioso: in questo momento di criticità i 60.000 docenti dell'Emilia Romagna, con i relativi dirigenti - prosegue il dott. Bondi - stanno lavorando per coinvolgere tutti i 700.000 studenti per riprogettare una scuola che non tema di misurarsi con le sfide dei tempi».
Che cosa preoccupa maggiormente in questo momento dottor Bondi?
«Innanzitutto quella che era nata come una sospensione a carattere limitato e temporaneo, è stata estesa a data da destinarsi e non sappiamo per quanto perdurerà questa condizione, in secundis siamo preoccupati in particolare, per i ragazzi che vivono contesti di marginalità culturale e sociale, risulteranno infatti questi gli studenti più difficili da coinvolgere e motivare, infine aggiungo un elemento che non riguarda solo il momento contingente; in qualità di coordinatore di Servizio Marconi, organismo di supporto all'innovazione didattica legata al digitale in tutta la Regione Emilia Romagna, non possiamo non segnalare il Digital Divide che affligge il paese, ed il gap infrastrutturale esistente che potrebbe penalizzare alcune regioni italiane».
Se è vero che la formazione è un diritto e un dovere, e che le tecnologie, annullano distanze spazio temporali, il momento è più che maturo per la creazione di soluzioni innovative, metodologie e tecnologie da diffondere all'interno di una scuola al passo con le criticità del momento, anche se i vantaggi delle infrastrutture digitali applicati alla didattica, potrebbero essere valorizzati, anche una volta superata l'emergenza.