Il pericoloso concetto della «maggioranza numerica» applicato alla scuola di Pioltello
Aule chiuse nel giorno della festa della fine del Ramadan «perché la maggioranza degli studenti sono stranieri musulmani». Un criterio che rischia di trasformarsi in un clamoroso boomerang
Da giorni si discute a proposito della decisione della scuola di Pioltello di sospendere le lezioni nel giorno della fine del Ramadan, giorno di festa per i musulmani. Scelta che ovviamente ha diviso il paese in due tra chi pensa che sia l’ennesima concessione fatta agli stranieri (e quindi un segno di debolezza) e chi invece parla di intelligente segnale di apertura e distensione.
Quello che mi importa è analizzare le ragioni del preside e di chi la pensa come lui. E la ragione alla fine è sempre quella: è una questione numerica.
Lo scrive anche oggi Massimo Gramellini sul Corriere: la scuola ha quasi il 50% di studenti stranieri e musulmani, ragazzi e ragazze che in quel giorno preciso a scuola non ci venivano mai e stavano a casa a festeggiare, come chiede la loro religione. Così, piuttosto di ritrovarsi con le aule vuote abbiamo deciso di chiudere e recuperare quel giorno di lezione perso in altra data.
Una scelta che quindi si basa sui numeri, sulla maggioranza. Il numero diventa ragione, diventa fattore decisivo per scrivere vecchie e nuove regole, compreso il calendario scolastico. Il tutto al di sopra delle norme statali e dei calendari scolastici regionali. Il numero conta e vale di più.
Vista così sembrerebbe una decisione logica; quello che però va compreso fino in fondo è che questo episodio di fatto diventa un precedente, diventa il primo buco nella diga che poi non resta mai unico, fino a che la diga crolla.
Se si dà tanto potere ai numeri poi si rischia, e parecchio. Mettiamo caso che le stesse famiglie degli stessi studenti stranieri della stessa scuola di Pioltello decidano, nel rispetto della loro religione, di festeggiare il venerdì, il giorno di riposo dei musulmani, tenendo a casa i figli da scuola cosa dovrebbe fare il preside? Davanti alle scuole vuote di venerdì dovrebbe, in rispetto alla teoria del «la maggioranza conta» chiudere la scuola e magari recuperare aprendo la domenica, giornata feriale per la comunità musulmana. Oppure dovrebbe evitare nella mensa della stessa scuola la carne di maiale dato che è proibita per la maggioranza… Potrei estremizzare ancora, arrivando a dire che le ragazze dovrebbero avere il velo etc etc etc. Avete capito il discorso.
Se passa il concetto del numero come fattore decisionale ci esponiamo per prima cosa alla trasformazione in carta straccia delle regole pre costituite e, in secondo, apriamo la porta a situazioni del tutto inattese (come trovarci davanti ad una scuola italiana a maggioranza straniera e musulmana). Le leggi, le regole sono fatti per tutti e tutte, senza distinzioni di maggioranza e minoranza, di religione o genere. Sono uguali per tutti. Senza eccezioni.
Ps. In tutto questo c’è una domanda che mi frulla nella testa da quando ho sentito parlare di questa scuola a così alta concentrazione di studenti stranieri: qual è il livello di istruzione rispetto agli altri istituti a maggioranza italiana?
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