Così le serie TV stanno cambiando lo spettatore
Il formato a episodi e l’avvento delle nuove tecnologie (in primis lo streaming) stanno rivoluzionando il nostro modo di guardare la Tv. Ecco come
Streaming, on demand, 4K, HDR, multicanalità, pausa in diretta: il dizionario del telespettatore moderno si sta arricchendo di tanti nuovi termini negli ultimi tempi. Merito delle nuove tecnologie, certo, ma anche del fenomeno serie Tv, un’autentica rivoluzione, sia sul piano dei contenuti, sia per ciò che riguarda il modello di fruizione degli stessi.
La tendenza è sotto gli occhi di tutti: la natura “seriale” delle cosiddette series sta portando sempre più utenti a sganciarsi dal concetto di palinesto rigido, a preferire il contenuto fluido rispetto a quello chiuso e ingessato in uno slot televisivo. Chi guarda una serie Tv - in altre parole - non aspetta l’ora X del giorno Y per mettersi davanti a uno schermo. Decide come, quando e dove guardare l’episodio, o gli episodi. Già perché le serie non si guardano, si scaricano. Anzi, si consumano, come un pacchetto di noccioline ricoperte di cioccolato: c’è chi le mangia una alla volta e chi decide di fare la scorpacciata.
Fuori dal tempo (e dallo spazio)
È uno spettatore più schizofrenico, a volte persino bulimico, ma decisamente più moderno, dinamico, in parole povere figlio del suo tempo. Per guardare una serie Tv non occorre essere necessariamente a casa davanti a un televisore. Le nuove tecnologie, e in particolare lo streaming via Web, consentono a chiunque disponga di un dispositivo mobile e di una connessione dati di seguire le avventure dei propri eroi.
"Non credo che si possa più distinguere la visione tradizionale da quella on-line", spiega a Panorama.it Valerio Motti, Vice President Digital Media & Affiliate di Viacom, "non possiamo chiedere agli utenti di stare 24 x 7 davanti alla Tv, per fortuna esistono molti altri supporti utilizzabili per l’intrattenimento. Al giorno d'oggi la competizione si basa su tre componenti chiave: contenuti, esperienza utente e prezzo".
On demand è meglio
Da homo sedens a un più dinamico spettatore multimediale, insomma. La televisione, il telecomando non si sono estinti, come pensava qualcuno, sono stati semplicemente affiancati da una serie di nuovi supporti digitali - dallo smartphone al tablet, dalla console al PC - che consentono una visione senza soluzione di continuità.
Chi segue House of Cards, o una delle tante serie Tv che oggi vanno per la maggiore, magari inizia a guardare un episodio in tv, comodamente sdraiato su divano di casa, e finisce di vederlo il giorno dopo, in treno, dal proprio iPad. I dati recentemente diramati da Sky confermano la tendenza: in Italia ci sono già 2 milioni e mezzo di utenti che sfruttano il cosiddetto on demand e mezzo miliardo di titoli scaricati, di cui un terzo serie TV.
La TV (non) è morta, viva la TV
È una rivoluzione guidata dall’avvento delle nuove tecnologie, si diceva. Perché, è evidente, non staremmo qui a parlare di on demand senza le opportune tecniche di streaming e un’adeguata copertura di Rete, sia fissa che mobile. E poi ci sono i produttori di TV, sempre pronti a cogliere gli umori del mercato pur di stuzzicare l'appetito dei consumatori. Il 4K, l’HDR, l’integrazione nativa dei servizi di streaming (c’è addirittura chi ha pensato di inserire il tasto Netflix all’interno dei telecomandi) sono stati sviluppati anche nell’ottica dei nuovi bisogni del telespettatore "seriale".
Tv 4K: cosa significa e perché tutti vorremo averne una
Chiamarlo piccolo schermo, insomma, diventa sempre più difficile. E non solo per una questione di dimensioni. Guardare film e serie Tv su un televisore 4K di ultimissima generazione, magari da 55 pollici in su, è quanto di più cinematografico si sia mai visto in un salotto di casa. Se ne sono accorti pure a Hollywood, a quanto pare, se si considera che registi e attori famosi fanno ormai a gara per contendersi i ruoli chiave nelle serie di successo.