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Siria, esecuzioni sommarie dei fedeli di Assad e caccia alle minoranze religiose

La crisi in Siria si intensifica, spingendo il Paese verso una resa dei conti che coinvolge tutte le sue comunità. Da quando Bashar al-Assad è fuggito dal Paese, la violenza settaria ha raggiunto nuovi livelli di brutalità, colpendo alawiti, cristiani e curdi.

Gli Stati Uniti hanno espresso preoccupazione ad Asaad Hassan al-Shibani, nuovo ministro degli Esteri dell'amministrazione transitoria siriana, a seguito delle continue segnalazioni di violenti attacchi perpetrati da gruppi militanti in diverse aree del Paese. La notizia è stata riferita lunedì da alcuni funzionari statunitensi ad Axios. Secondo il rapporto, i funzionari americani temono che le rappresaglie dei militanti affiliati ai ribelli, che all'inizio del mese hanno rovesciato il regime di Bashar Assad, possono innescare ulteriori tensioni. In particolare, si teme che gli attacchi diretti contro le comunità minoritarie e contro gli individui legati al precedente regime possano compromettere gli sforzi di stabilizzazione in una Siria già devastata dal conflitto. Asaad Hassan al-Shibani è noto come il principale collaboratore di Ahmed al-Sharaa, leader de facto della Siria e capo di Hayat Tahrir al-Sham (HTS), attualmente la più potente fazione armata nel Paese. In passato, HTS era parte del Fronte Al-Nusra, la branca siriana di Al-Qaeda, considerata un'organizzazione terroristica da numerosi governi occidentali.Successivamente, HTS si è dissociata dal Fronte Al-Nusra, adottando una linea di opposizione sia ad Al-Qaeda che allo Stato Islamico (ISIS). In particolare, Ahmed al-Sharaa si era mostrato critico nei confronti del califfato autoproclamato dell'ISIS di Abu Bakr al Baghdadi , «definendolo illegittimo», per il controllo imposto in alcune aree della Siria.

Ahmed al-Sharaa, precedentemente conosciuto come Abu Mohammad al-Jolani, sta cercando di ridefinire la propria immagine e quella di Hayat Tahrir al-Sham (HTS) come una forza più moderata. Ha inoltre sollecitato le nazioni occidentali a rimuovere le sanzioni imposte alla Siria durante il regime di Assad. La scorsa settimana, in un evento senza precedenti, i diplomatici statunitensi si sono incontrati con il novo leader siriano per la prima volta. Durante l'incontro, gli è stato comunicato che la taglia di 10 milioni di dollari sulla sua testa era stata ufficialmente revocata. La scorsa settimana, la città costiera di Tartus, in Siria, è stata teatro di violenti scontri tra militanti legati al regime di Assad e le forze di polizia fedeli al governo di transizione. Le nuove autorità siriane, guidate dai ribelli, affermano che i sostenitori dell'ex presidente Bashar Assad hanno teso un'imboscata e ucciso 14 soldati del Ministero dell'Interno nella parte occidentale del Paese. Gli scontri, avvenuti nei pressi del porto mediterraneo di Tartus, hanno causato anche il trasferimento di altri 10 soldati, secondo quanto riportato dalle autorità locali.

In risposta agli eventi, le autorità siriane recentemente insediate hanno lanciato una vasta operazione di sicurezza nella provincia di Tartus, con l'obiettivo di colpire i resti delle forze leali ad Assad. La regione di Tartus, abitata prevalentemente dalla comunità alawita – una minoranza islamica che rappresenta circa il 10% della popolazione siriana – è ora attraversata da crescenti timori. In tal senso alcuni video che circolano online mostrano militanti legati a HTS o forze di sicurezza governative mentre picchiano, insultano e minacciano uomini alawiti durante gli arresti. Un funzionario statunitense ha confermato che il Dipartimento di Stato è a conoscenza dei video circolati recentemente e sta indagando sulle accuse. Secondo quanto riferito da due alti funzionari americani, domenica l'inviato speciale del Dipartimento di Stato, Daniel Rubinstein, ha incontrato Asaad Hassan al-Shibani a Damasco. Durante l'incontro, Rubinstein ha ribadito l'importanza di porre fine alle violenze, alle intimidazioni e alle ritorsioni contro le minoranze, avvertendo che tali azioni potrebbero aggravare le tensioni interne.

Ha inoltre sottolineato che questa instabilità rischia di essere sfruttata dalle forze affiliate al regime di Assad o dallo Stato Islamico. Asaad Hassan al-Shibani si è difeso affermando che la responsabilità della recente violenza ricade principalmente su altri gruppi armati, e non su Hayat Tahrir al-Sham (HTS). Un funzionario statunitense ha dichiarato che la nuova amministrazione siriana sta lavorando per smobilitare le milizie presenti sul territorio e integrarle in un esercito unificato sotto il controllo dello Stato. Nel frattempo, un portavoce del Dipartimento di Stato ha confermato l'esistenza di un dialogo con HTS, ma ha rifiutato di divulgare i dettagli delle conversazioni diplomatiche. I siriani si aspettano che le nuove autorità proteggano i diritti delle persone provenienti da contesti diversi e che venga resa giustizia a coloro che hanno perso i propri cari sotto la dittatura di Assad. Per rivendicare queste istanze si sono verificate manifestazioni anche nelle zone a maggioranza alawita, tra cui le città di Tartous e Latakia e la città natale di Assad, Qardaha. Fin qui la cronaca tuttavia, i numeri non mentono; Da quando Assad è fuggito dal paese, almeno 72 uomini e donne sono stati uccisi in episodi di violenza settaria, secondo il Syrian Observatory for Human Rights, un osservatorio con sede in Gran Bretagna che monitora il conflitto siriano. L'osservatorio riferisce che le uccisioni sono avvenute in quattro province religiosamente miste: Hama e Homs, nella Siria centrale, e Tartus e Latakia, lungo la costa orientale della Siria.

Gli alawiti catturati fatti oggetto di violenze

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Stefano Piazza