So farro way
In estate ci si spreca nei buoni propositi alimentari, nella speranza che qualche settimana di presa di coscienza possa in qualche maniera rimediare a mesi di stravizi. Allora avanti con dukan lampo, svolte vegetariane, digiuni da ramadan. Nessuno è immune …Leggi tutto
In estate ci si spreca nei buoni propositi alimentari, nella speranza che qualche settimana di presa di coscienza possa in qualche maniera rimediare a mesi di stravizi. Allora avanti con dukan lampo, svolte vegetariane, digiuni da ramadan.
Nessuno è immune da questi improvvisi momenti di illuminazione da nutrizionista fai da te. Nemmeno il sottoscritto. L’estate 2013 la ricorderò per la ‘’svolta del farro’’. Ho sempre apprezzato il più antico tra le varietà di cereali, ma l’ho comunque relegato ad episodiche cene in agriturismi radical chic in centro italia o nelle zuppe invernali.
Quest’estate, invece, il farro è entrato prepotentemente nella mia vita. In insalata o saltato con le verdure cotte, me lo ritrovo sul piatto quasi ogni giorno. La cosa strana è che anche le persone con cui parlo improvvisamente ne parlano. Un’invasione inaspettata. Un virus dilagante: pasta di farro, biscotti di farro, improvvisamente tutto è di farro.
Detto questo, non poteva andarmi meglio: le proprietà nutrizionali del farro sono riconosciute universalmente ed è il cereale più digeribile. Provatelo, decorticato o integrale, meglio se bio e locale, come sempre, anche perché negli ultimi anni diversi coltivatori illuminati ne hanno recuperate diverse specie locali, quindi volendo ce n’è da sbizzarrirsi.