Parigi, cade il divieto per le donne di indossare i pantaloni
Dopo 213 anni, il giovanissimo ministro per i Diritti delle donne e portavoce del governo Hollande, Najat Vallaud-Belkacem, dichiara "implicitamente abolita" la legge che vietava alle donne di portare i pantaloni
E' la capitale della moda, dell'haute couture, del romanticismo, del buon vino e del cibo raffinato. Ma vanta anche una storia secolare, che va dalla regina Maria Antonietta ai libertini, fino al primo recentissimo sì al disegno di legge sui matrimoni gay . Eppure nella civilissima e popolosa Parigi, che ospita ogni anno 35 milioni di visitatori all'anno, fino a poche ore fa era vietato alle donne indossare i pantaloni. Vietato da una legge del 17 novembre 1800, o meglio del 16 brumaio dell'anno IX, ora abrogata dal più giovane dei ministri del Governo Hollande (manco a dirlo una donna).
Il titolare del dicastero per i Diritti delle donne, Najat Vallaud-Belkacem, 35 anni appena, ha infatti appena deciso di mandare in soffitta l'antica norma che obbligava le madame ad "abbandonare gli abiti del proprio sesso per motivi di salute. Tutte le donne che, dopo la pubblicazione della presente ordinanza, si travestiranno da uomo senza aver sbrigato le formalità prescritte - si leggeva nella disposizione - lasceranno intendere di avere colpevole intenzione di abusare del loro travestimento". Per i trasgressori (anzi le "trasgressore") era previsto l'arresto immediato.
Parole che forse potevano avere un senso 213 anni fa (forse, appunto), ma che nell'epoca in cui si discute di nozze tra persone dello stesso sesso suona quantomeno "arretrata". E' stato lo stesso ministro Vallaud-Belkacem, che indossa abitualmente giacche e pantaloni, a definire la vecchia legge "caduta in desuetudine" e "incompatibile con il principio della parità tra i due sessi". Ecco allora che da circa 48 ore la norma è diventata solo un antico ricordo. Non che sia stata "stracciata" del tutto, perchè rimane scritta nero su bianco, ma il ministro (e portavoce del governo Hollande), rispondendo ad una interrogazione sulla Gazzetta ufficiale del Senato, ha chiarito ogni dubbio.
Non è la prima volta, infatti, che si cerca di cancellare l'odiata disposizione. Nel 1892 e nel 1909 vennero introdotte due eccezioni alla regola che impediva alle signore di portare i pantaloni, il cui uso era consentito "quando impugnassero il manubrio di una bicicletta" o "le redini di un cavallo". Come dire: attività impegnative, che richiedevano l'uso delle gambe "aperte". Solo nel 1972, però, una deputata del Parlamento francese, Michèle Alliot-Marie, venne bloccata al suo ingresso perchè indossava proprio i pantaloni.
A 40 anni di distanza, i tempi sono diventati maturi per cambiare. Soprattutto perchè il ministro per i Diritti delle donne sembra avere le idee chiare: secondo Vallaud-Belkacem, infatti, la legge serviva soprattutto a "circoscrivere l'accesso delle donne a determinati incarichi o occupazioni", cosa oggi fuori dal tempo. Da qui "l'abolizione implicita" della legge.