Il comparto audio è senza dubbio quello che più di tutti ha risentito della rivoluzione del digitale. Basta guardarsi indietro per rendersene conto: negli ultimi 30 anni il modello di fruizione del bene “musica” è stato distrutto e ricostruito almeno tre volte. Dal CD all’Mp3 fino allo streaming, dall’acquisto in negozio ad iTunes fino a Spotify e Deezer, dalla musica di “proprietà” a quella eterea e condivisa sul cloud. Una serie di scosse di magnitudo 10 ha letteralmente stravolto e scombinato tutte le nostre abitudini di ascolto. Se si escludono i cosiddetti early adopters, i primi a sintonizzarsi sulle frequenze delle nuove tecnologie, ciascuno di noi ha avuto bisogno di tempo per adattarsi ai cambiamenti. Scegliendo, in alcuni casi, di non lasciare completamente la strada vecchia per la nuova. Ce lo ricordano, in maniera quasi impietosa, tutte le tracce di questo percorso evolutivo disseminate in ogni angolo della casa: compact disc stipati negli scaffali (destinati inesorabilmente a prendere polvere), hard disk pieni zeppi di mp3 (spesso scaricati e mai ascoltati), smartphone e tablet sempre connessi a servizi di streaming musicale.
I contenuti – ormai possiamo dirlo – non sono più un problema: da quando la musica ha imboccato la strada del digitale e, soprattutto, da quando i servizi di streaming ci hanno fatto scoprire i piaceri dell’ascolto a sbafo a un tot al mese, le nostre canzoni preferite sono a un clic, massimo due, dalle nostre orecchie. I nodi stanno altrove. Ad esempio nella capacità di gestire tutto questo mare magnum di tracce audio, sia dal punto di vista hardware che software. La domanda che ricorre sempre più spesso fra i musicofili di lungo corso è sempre la stessa: ma non si potrebbero radunare i contenuti musicali che abbiamo sparso nel mondo fisico e virtuale in un solo punto, e riprodurli in modo semplice, immediato e magari vigoroso?
Alla domanda prova a dare la sua personalissima risposta Sonos, società americana specializzata nelle soluzioni audio wireless, che da qualche tempo offre un sistema di diffusori senza fili pensati per interfacciarsi con tutte o quasi le sorgenti musicali. Si chiama semplicemente Sonos Hi-Fi e in questa recensione vi spieghiamo come funziona e quali sono i suoi pregi e difetti.
Al di là dell’abbondanza, l’applicazione studiata da Sonos ha il merito di offrire tutta una serie di comodità studiate per viziare l’ascoltatore. Ad esempio, si può chiedere al sistema di riprodurre due o più fonti nelle diverse stanze, regolare il volume generale e quello di ogni singolo diffusore, settare la soundbar del televisore per l’ascolto notturno o in modalità dialogo e si può persino chiedere a Sonos di svegliarci a una determinata ora facendo partire una selezione di tracce musicali a un volume prestabilito.
Conclusioni
Di diffusori e altoparlanti wireless è pieno il mercato. Ma un sistema come quello realizzato da Sonos, capace di combinare prestazioni audio di qualità con una piattaforma aperta ai servizi di terze parti, è merce rara. In questo senso è soprattutto l’app nativa a fare la differenza. Il software realizzato da Sonos offre all’utente un’unica interfaccia dalla quale accedere a tutti i suoi contenuti, indipendentemente dal fatto che siano stati salvati su dispositivo, hard-disk, cloud, piuttosto che provengano da servizi di streaming. Certo, chi vuole una soluzione articolata che permetta di dare fiato anche alla Tv, può arrivare a spendere anche più di 1000 euro, ma va anche detto che l’architettura modulare del sistema consente di dilazionare l’investimento. A conti fatti, bastano 199 euro (a tanto ammonta il prezzo del diffusore più economico Sonos Play:1) per entrare nel mondo Hi-Fi, rinviando a un secondo momento l’acquisto degli altri componenti. Costi a parte, l’impressione finale è che il gap fra la quantità di contenuti musicali oggi disponibili e la possibilità di portarli fattivamente in riproduzione non sia più così elevato. L’integrazione delle fonti è in questo momento più importante di qualsiasi offerta musicale no-limits, e Sonos sembra averlo capito prima degli altri.