Formula 1, Toro Rosso: sul tram con Sainz e Kvyat.. si parla italiano
Alessandro Dealberto/Redbull Content Pool
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Formula 1, Toro Rosso: sul tram con Sainz e Kvyat.. si parla italiano

A pochi giorni dal Gp di Monza i due piloti Red Bull, italiani d'adozione, si raccontano durante un viaggio 'in carrozza' per Milano

Si parla italiano sul tram ATM in partenza da Piazza Sempione, con vista sull'Arco della Pace. A bordo ci sono i piloti Toro Rosso Carlos Sainz e Daniil Kvyat, rispettivamente uno spagnolo e un russo, italiani d’adozione.

E non è solo questione di lingua. Il modo di fare è quello tipico dei ragazzi nostrani: risate, abbracci, scherzi e qualche battuta goliardica, meglio se con le avvenenti giornaliste presenti sul mezzo, rendono l’atmosfera rilassata e lontana da quella ingessata delle ‘anglosassoni’ conferenze stampa di Formula 1.

Carlos in più del suo compagno ha anche le origini latine cosa che lo rende particolarmente apprezzato dalle signore, specialmente quelle italiane – in realtà è così un po’ dappertutto: ‘sarà per questo che non sono fidanzato!’ dice scherzando –. A dire il vero a vincere la sfida dell’italianità è inaspettatamente Daniil, forte dei suoi anni di liceo a Roma che ne hanno fatto un italorusso, romanista (sfegatato), che ama gli aperitivi e la caciara; quella che si crea quando i piloti, invitati dai giornalisti di Sky, provano a intonare ‘Volare’ di Domenico Modugno: il risultato è tremendo ma il clima che si crea è quello giusto. Il tram intanto è già arrivato in via Manzoni e si muove spedito verso Piazza Duomo attraversando il traffico e la calura milanese. È ora di fare due chiacchiere; mi presento così:

ragazzi, ma quanto siete italiani?!

Sainz: “Tutta colpa dei tanti anni (5, nda) di kart in Italia. Avendo avuto meccanici e tecnici italiani è normale che ti rimanga qualcosa dentro. Oltre alla lingua ovviamente, che molto è parlata nel paddock”. 

Kvyat: “Troppo! D’altra parte sono cresciuto qui. A Roma ho fatto praticamente tutti i miei anni di scuola superiore. Lo sanno tutti che qui in Italia c’è una scuola di kart tra le migliori al mondo e che se vuoi imparare il mestiere devi passare di qui..”.

Eppure di piloti italiani in Formula 1 non ce ne sono. Come mai?

Sainz: “Non saprei, anche perché il livello della scuola è tuttora altissimo, anche se rispetto a 10 anni fa c’è molta più competizione a livello mondiale. Di piloti italiani ce ne sono ancora tanti, ma è come se ci fosse una barriera che impedisce loro di entrare in formula 1”.

Dici ‘Gp di Monza’ e dici..

Kvyat: “Tradizione e rispetto. Questa pista è un grande classico della Formula 1, dove tra l’altro sono sempre andato bene sin da quando correvo nelle categorie minori”. 

Sainz: “Tifosi e parabolica. Lo scorso anno era la mia prima volta in Autodromo e non mi aspettavo di ricevere un calore del genere dai tifosi. Sentire le loro urla da dentro il casco, subito dopo la staccata prima dell’Ascari, è stato qualcosa che non dimenticherò mai. E poi c’è la parabolica che, prima della modifica, era in assoluto la curva più bella e difficile del mondiale. Per questo spero che rimettano la ghiaia (al posto dell’asfalto, nda) nella via di fuga…”.

Si dice che l’accordo con Ecclestone per altri 3 anni di Gran Premio sia a un passo..

Sainz: “...e sarebbe un bene per tutto il circuito. Le questioni di business sono cosa naturale nel nostro sport ma non bisogna dimenticare la tradizione e la passione della gente. In questo senso Monza è l’essenza della Formula 1”.

In che momento della vostra carriera vi sentite di essere?

Sainz: “Dopo un anno di esperienza sento di capire meglio quello che mi succede intorno e sto imparando come mi devo comportare dentro e fuori la pista. Tanto della crescita di un pilota dipende dalla sua crescita come uomo, perché tecnicamente siamo tutti molto più vicini di quanto si possa pensare”.

Kvyat: “Per me è un momento delicato, inutile fare finta di niente (lo scorso maggio Kvyat è stato ‘retrocesso’ in Toro Rosso per fare posto a Max Verstappen che ha preso il suo posto in Red Bull, nda). Però penso di essere comunque un ragazzo fortunato: mi piace come vivo e quello che faccio. Per questo voglio godermi questi momenti fino in fondo e provare a tenermi stretto il mio posto in Formula 1. In questo senso molto dipenderà proprio dal mio risultato qui a Monza”.

Chiedo a Kvyat, che è alla sua terza stagione in Formula 1: cosa ti diverte, e cosa no, della vita da pilota?

Kvyat: “Cosa mi diverte? Tutto. Mi piace uscire e mi piace viaggiare anche se questo mi costringe spesso a stare lontano dagli amici. Ne ho tanti italiani che cerco di vedere in ogni occasione: qui a Monza non potrò, ma sono venuti a Montecarlo e ci siamo divertiti parecchio..”.

Entrambi avete 22 anni. Cosa vi manca per fare il definitivo salto di qualità?

Kvyat: “In Formula 1 molto dipende dall’essere nel posto giusto al momento giusto, che per me sembrava essere il posto di seconda guida in Red Bull. Forse avrei potuto fare di più, ci sarebbero potuti essere più podi, più riconoscimenti individuali.. Ma è andata così e non ho rimpianti”.

Chiedo a Carlos, perché so che Daniil non mi risponderà: quanto è forte Max Verstappen? 

“È forte come lo siamo tutti noi piloti Red Bull. Tant’è che l’ho anche battuto più volte (ride, nda). È un pilota aggressivo, ma lo sono anche io. Siamo stati compagni di squadra e sono contento che in questo momento le cose stiano andando bene per lui: forse gli ho dato qualche consiglio di troppo (ride, nda), ma arriverà anche il mio momento”.

Sul tram a Milano con i piloti Toro Rosso

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Carlos Sainz sale sul tram diretto in Duomo.

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Teobaldo Semoli