StealthGenie, ecco come funziona(va) l'app per stalker
Il creatore di StealthGenie è stato arrestato dall'FBI, l'accusa: l'app consentiva a chiunque di monitorare nel dettaglio alcuni utenti mobile
Sotto sotto, in un momento particolare della propria vita, a chiunque sarà capitato di sentirsi un po’ stalker: il ragazzo geloso vorrebbe avere un sistema per sapere se la sua compagna è davvero uscita con le amiche; il fan vorrebbe sapere dove è alloggiata la sua band preferita prima di un concerto in città; il genitore apprensivo vorrebbe assicurarsi che i propri figli siano davvero a scuola.
Quello che differenzia una persona normale da uno stalker, è che lo stalker dà libero sfogo a questa inclinazione impegnandosi in prima persona per controllare ogni movimento della persona oggetto delle sue attenzioni.
Da qualche mese a questa parte, esiste un’app che punta a ridurre questo scarto. Si chiama StealthGenie, tecnicamente viene definita Cell Phone Spy & Monitoring Software, ma di fatto è un’applicazione ideata per controllare i movimenti delle persone e intercettarne le comunicazioni.
Stando al video dimostrativo, StealthGenie consentiva di impostare una serie di zone rosse e verdi su una mappa geolocalizzata, in modo che quando un determinato utente entra o esce da una di queste zone, il proprietario dell’app venisse allertato.
In realtà, a quanto pare, il ventaglio di funzionalità illegali era assai più ampio.
In queste ore le autorità governative hanno fatto scattare le manette sui polsi di Hammad Akbar, CEO di InvoCode (la società che ha sviluppato l’app), con l’accusa di “complotto, vendita di dispositivi per l’intercettazione clandestina e promozione di un noto dispositivo di intercettazione.”
Ecco la dichiarazione ufficiale dell’FBI:
“...tra le funzionalità di SteathGenie figuravano: la possibilità di regirare tutte le chiamate in entrata e in uscita; intercettare chiamate le chiamate su un dato telefono per essere monitorate mentre avevano luogo; l’acquirente poteva chiamare il telefono e attivarlo in qualunque momento per monitorare tutte le conversazione circostanti in un raggio di 5 metri; monitorare le email e gli SMS in entrata e in uscita, la voicemail, la rubrica, il calendario, le fotografie e i video. Tutte queste funzionalità venivano abilitate senza che l’utente del telefono ne fosse al corrente.”
A quanto pare, per installare StealthGenie, l’acquirente (o stalker, volendo esser precisi) doveva avere accesso al telefono della vittima per il tempo necessario a installare l’applicazione (non un grosso ostacolo, quando si tratta di parenti o persone vicine), dopodiché l’utente del telefono monitorato non aveva alcun modo di sapere che l’app era stata installata sul suo dispositivo.
Si prospettano tempi grami per il CEO 31enne di InvoCode, i capi di imputazioni infatti sono piuttosto pesanti. Il caso di StealthGenie, comunque, fornisce un interessante esempio di come proteggere la propria privacy mobile sia un’operazione sempre più complicata.