Stefano Bollani & Irene Grandi: la recensione dell'album
Un disco jazz tra cover d'autore e atmosfere notturne
In una nebbia di sigarette illuminata da luci soffuse si nasconde un palchetto, con un pianoforte ed un microfono dove la voce si scioglie tra il vociare della gente e il tintinnio di bicchieri. Stefano snocciola note e virtuosismi carezzando i tasti del suo strumento mentre Irene ad occhi chiusi dipinge il canto con le sfumature della sua voce. Il loro era uno dei progetti discografici più attesi di questo 2012, anticipato dalla splendida cover di Niccolò Fabi, Costruire.
L’album che porta solo il nome dei due artisti, Irene Grandi & Stefano Bollani, sembra uscire direttamente da un piccolo jazz club, un intenso percorso musicale costruito mischiando il jazz e il samba di Bollani al rock blues della Grandi. Un disco fortemente voluto da entrambi, quasi a voler rendere omaggio alla loro ventennale amicizia nata nelle file di un gruppo rock fiorentino dove i due militavano negli anni 90. L’album si apre con una misteriosa e ipnotica Viva la pappa col pomodoro, un riff martellante di pianoforte accompagna la voce che sembra venire da uno scenario dantesco, che ricorda molto l’atmosfera psichedelica di Echoes dei Pink Floyd. A seguire troviamo la struggente e dolcissima Olhos nos olhos di Chico Buarque, che nella sua purezza ci lascia un po’ di saudade in fondo al cuore. Dream a little dream, inizia con i due che sussurrano le prime strofe del pezzo su cui si inserisce un fruscio, forse un foglio di carta accartocciata che somiglia al crepitio dei vecchi vinili. Il primo inedito è Come non mi hai visto mai, una perla scritta dalla bravissima Cristina Donà, un brano profondo e sincero interpretato dai due in maniera magistrale.
Altra sorpresa è A me me piace ‘o Blues di Pino Daniele, ripresa in chiave funky e affidata a un grandissimo Bollani su un piano Rhodes. La tracklist continua con un classicone, portato al successo da Stevie Wonder, For once in my life, qui in una accattivante versione swingata dove la voce di Irene ci fa sognare dolcemente. L’altro inedito del disco L’arpa della tua anima, è come una preghiera recitata dalla Grandi e poggiata sulle note di Bollani, una poesia scandita e sottile che fa quasi da introduzione alla stupenda No Surprises dei Radiohead. Una versione questa, che forse farà storcere il naso ai fedelissimi della band inglese ma che secondo noi è molto ben riuscita e riesce ad emozionare e ad arrivare al cuore. Molto bella la fine che ricorda il ticchettio di un orologio quasi a voler sottolineare l’importanza del tempo che sfugge. Troviamo anche una cover di un brano di Ornella Vanoni, scritta dal grande Sergio Bardotti su musica di Caetano Veloso, La gente e me, brano quasi dimenticato ma ancora splendido e freschissimo. Il viaggio si chiude con un altro capolavoro scritto da Buarque, Medo de amar lasciandoci senza fiato. Il prossimo novembre i due artisti partiranno per una serie di concerti che si terranno un po’ in tutta Italia iniziando il 9 da Assisi per chiudere il 20 dicembre a San Benedetto del Tronto. Info e biglietti: www.ticketone.it.
Irene Grandi & Stefano Bollani: Costruire